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Biodiversità e territorio prima di tutto al 35° Congresso dei Cuochi siciliani

di Alberto Lupini
direttore
 
27 febbraio 2018 | 18:55

Biodiversità e territorio prima di tutto al 35° Congresso dei Cuochi siciliani

di Alberto Lupini
direttore
27 febbraio 2018 | 18:55
 

È durato tre giorni il 35° Congresso dell'Unione regionale Cuochi siciliani, svoltosi al Grand Hotel Mosé Agrigento. Il tema affrontato quest'anno dai professionisti è stato Nutriamoci di Sicilia.

Si tratta di un viaggio attraverso la biodiversità della terra e dei mari siciliani, una biodiversità che nasce da un territorio tra i più ricchi d'Italia, da aziende che con il passare del tempo sono sempre più attente alla qualità e da cuochi, quelli dell'Urcs, sempre più competenti nel valorizzarla nei loro menu.

Una biodiversità che è stata messa in vetrina durante tutto il congresso, con laboratori, show cooking e presentazioni che hanno interessato ingredienti unici del Made in Italy come legumi e cereali antichi del territorio, l'Arancia Rossa Igp e la Riberella Dop, la mandorla siciliana, il pesce, grande patrimonio del mare di Sicilia. Ovviamente con uno spazio dedicato alle allergie e intolleranze, perché la grande Cucina siciliana si adegui alle tendenze di oggi e soprattutto ai bisogni del turista o, più in generale, del consumatore.

Domenico Privitera, Sergio Sinagra, Steliana Iungeanu e Rocco Pozzulo (Biodiversità e territorio prima di tutto al 35° Congresso dei Cuochi siciliani)
Domenico Privitera, Sergio Sinagra e Steliana Iungeanu (rispettivamente presidente e membro dell'Associazione cuochi Agrigento) e Rocco Pozzulo

Una tre giorni, come detto, che ha valorizzato la biodiversità tenendo sempre un occhio ben aperto sulle necessità odierne; una riflessione, quindi, se si vuole, sulla conciliazione fra tradizione ed innovazione, che secondo il presidente dell'Unione regionale Cuochi siciliani Domenico Privitera si ridurrebbe essenzialmente ad una cucina più salutare, «questo è quanto emerge dai congressi degli ultimi anni».

«Il tema di quest'anno, "Nutriamoci di Sicilia" - spiega Privitera - vuole porre l'attenzione sulle innumerevoli risorse di cui la Sicilia dispone. Non interessa più la quantità, ma la qualità: è un concetto che accomuna sia le aziende che i cuochi». Proprio in quest'ottica si inserisce l'accordo stipulato tra l'associazione dei Cuochi siciliani e la Confederazione dell'artigianato e della piccola e media impresa di Sicilia, un accordo che prevede una serie di collaborazioni fatte "di progetti e di percorsi utili a valorizzare i prodotti agroalimentari e i prodotti ittici siciliani".

(Biodiversità e territorio prima di tutto al 35° Congresso dei Cuochi siciliani)

«I coltivatori hanno bisogno di noi cuochi - ha spiegato Privitera, commentando l'accordo appena stipulato - così come gli imprenditori sia agricoli che legati ad attività di trasformazione. Hanno bisogno di noi per far sì che i loro prodotti vengano ritrovati all'interno dei ristoranti siciliani. Non possiamo più permetterci di far trovare al turista in visita un prodotto del Veneto o della Lombardia. Non conviene alla nostra ristorazione». Quello che secondo Privitera il ristoratore siciliano deve fare è «dare al consumatore le nostre arance quando è periodo di arance, e così fare con i carciofi, con le melanzane, con le zucchine», insomma, rispettare la biodiversità siciliana in tutto e per tutto, partendo giustamente dalla stagionalità dei prodotti.

La forza di questo progetto non sta solo nell'immenso patrimonio agroalimentare dell'isola, ma anche nell'associazione che ne rappresenta la cucina: l'Unione regionale cuochi siciliani infatti conta sempre più associati tra le sue fila, qualificandosi come una delle associazioni di cuochi che crescono più velocemente sul territorio nazionale: «Siamo oltre 2.300 soci. Solo negli ultimi 3 anni siamo aumentati di 500. E questo perché tutti hanno riconosciuto nell'associazione un nuovo approccio alla cucina, un nuovo modo di parlarne, di confrontarsi, un nuovo dialogo tra noi cuochi per portare avanti la professione». A testimonianza di questa crescita e di questo senso di appartenenza dei cuochi con la loro regione, è intervenuto al congresso anche il presidente della Fic - Federazione italiana cuochi, Rocco Pozzulo.

(Biodiversità e territorio prima di tutto al 35° Congresso dei Cuochi siciliani)

Il dialogo tra i cuochi siciliani, Privitera decide di caratterizzarlo differenziandolo ad esempio da quello che è l'immaginario collettivo della cucina di oggi: «In televisione i cuochi gridano e insultano i propri colleghi. Questo non succede nel nostro territorio. Penso che la buona educazione faccia lavorare meglio, specialmente in cucina».

Per informazioni: www.urcs.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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