È inevitabile parlare di sagre, proprio perché ci troviamo nel pieno del loro svolgimento. In questo periodo i piccoli paesi ricchi di tradizione si animano grazie a queste feste gastronomico-popolari, spesso organizzate dalle Pro Loco, che puntano a promuovere le ricchezze del territorio. Purtroppo però sembra che molte di queste Pro Loco si stiano sciogliendo, lasciando involontariamente spazio a pseudo associazioni che promuovono invece sagre defiscalizzate e non in regola. Ce lo segnala un ristoratore di Teramo e rappresentante Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi).
«Se fino a poco tempo fa c'era una insana logica politica dietro al sostegno alle sagre, per guadagnarsi i voti e il sostegno economico delle pro loco che le organizzano - dichiara Marcello Schillaci, ristoratore e rappresentante Fipe per la Confcommercio di Teramo - oggi sta comparendo un fenomeno ancora più grave: si stanno sciogliendo molte pro loco a favore di associazioni anomale. Tutto questo perché gestire una pro loco è molto più impegnativo rispetto a un'associazione pseudo culturale, dove bastano solo tre persone, che possono organizzare tutti gli eventi che vogliono. Ovviamente defiscalizzati e senza controlli. Se questa problematica non venisse subito arginata, molto presto decreteremmo la fine della ristorazione».
Aumentano così le sagre che non sono regolamentate e finiscono per non pagare i contributi che invece gravano in maniera sempre più gravosa sui ristoranti. Italia a Tavola si impegna da anni per contrastare il fenomeno delle sagre illegali, nella speranza che le autorità attuino una regolamentazione, perché il problema è serio. Le sagre esercitano una concorrenza sleale nei confronti dei ristoranti, che si ritrovano semivuoti e schiacciati dalle tasse. Ma gli sviluppi sulla questione non sono positivi e nessuno si è ancora mosso per porre fine alle serie difficoltà che investono i ristoratori.