Oltre 6mila visitatori hanno partecipato alle degustazioni allo spazio The Mall; più di 750 persone hanno partecipato alle presentazioni e ai momenti istituzionali ospitati al 24° piano della Diamond Tower; oltre 400 gli iscritti alle degustazioni guidate il 14 e 15 novembre al Westin Palace Hotel. Sono i numeri che dimostrano il successo del 49° Congresso nazionale dell’Associazione italiana sommelier (Ais).
«Certamente dopo il “nostro” 7 luglio - ha dichiarato
Antonello Maietta (
nella foto), presidente nazionale Ais - non siamo restati con le mani in mano. Di norma gli eventi congressuali di Ais avvengono in autunno e puntuale è arrivata anche questa kermesse milanese. Il primo giorno (13 novembre) abbiamo presentato in anteprima nazionale la
guida “Vitae”, con i banchi di degustazione degli oltre 400 vini premiati. Il sabato e la domenica (14-15 novembre) si è svolto l’evento nazionale con il Congresso, la riunione dei delegati di tutta Italia e i rappresentanti di tutti i territori, a cui è seguita la grande degustazione delle aziende che hanno aderito all’evento congressuale. L’ultimo giorno si è chiuso con il concorso del
Miglior sommelier d’Italia. Si tratta di una kermesse che ha coinvolto tantissime persone, abbiamo contato tra i 5mila e i 5.500 partecipanti, con i banchi di degustazione che sono affollati. Siamo molto soddisfatti».
“
Enozioni a Milano”, questo il titolo del Congresso, che contiene - in quello che in enigmistica si definisce “gioco di cambio” - il brillante sovrapporsi di tre concetti: il prefisso “eno” che rimanda al mondo del vino; il termine “nozioni”, che allude alla conoscenza di tale realtà, compito storico di Ais; l’allusione all’“emozione” che il vino sa suscitare. Infine, “Milano”, città mai così dinamica come oggi, che è stato lo scenario ideale per l’appuntamento congressuale dopo Firenze (2013) e Torino (2014).
Enozioni a Milano è andato in scena su due aree principali, una più spettacolare dell’altra. Da un lato la Diamond Tower, tra i simboli di una Milano forse di nuovo “da bere”, sì, ma solo enologicamente parlando: al 24° piano di un grattacielo che propone un inedito panorama a 360° sulla città, si sono tenuti i lavori congressuali, i convegni, insomma tutti gli appuntamenti “istituzionali”. Due passi più sotto, al The Mall, all’interno di una delle più recenti architetture di Porta Nuova, il grande banco di assaggio delle eccellenze italiane e del mondo: preziosa vetrina, dove era però lecito toccare e, soprattutto, degustare.
Una superficie di oltre 5mila metri quadri ha ospitato oltre 350 fra le migliori etichette italiane e internazionali con particolare riferimento a vini provenienti dall’Argentina, dalla Slovenia, dalla Francia e dal Sudafrica. Il biglietto di ingresso giornaliero per il pubblico è fissato a 35 euro (20 euro per i soci Ais).
15 straordinarie degustazioni si sono tenute al Westin Palace Hotel di piazza della Repubblica, dove nel 1965 la neonata Associazione venne presentata alla stampa. Una ricca passerella alla scoperta di grandi denominazioni, etichette e terroir italiani (Franciacorta, Trento, Sicilia, Oltrepò Pavese, Bolgheri, Lugana, Alto Adige, Valtellina, Toscana, Marche) e stranieri (Bordeaux, Tokaji, Borgogna, Champagne).
Il congresso è stato preceduto da un’importante anteprima dedicata agli addetti ai lavori: gli stessi spazi in Porta Nuova hanno ospitato la presentazione di “Vitae”, la guida firmata Ais giunta alla sua seconda edizione. Fra gli appuntamenti aperti al pubblico, invece, il talk show “Il gusto del vino: quando la sensorialità ha un ruolo sociologico”, organizzato in collaborazione con Università Cattolica di Milano e Iulm. Domenica 15 è stata la volta della finale del concorso Miglior sommelier d’Italia, che ha visto trionfare il toscano
Andrea Galanti.
Il Congresso ha rappresentato, quest’anno più che mai, un’occasione per avvicinarsi e ragionare sul mondo del vino di qualità che l’Ais 2.0 si propone di promuovere non solo attraverso la capillare attività didattica ma anche conducendo gli appassionati tra i vigneti, in cantina, in un collegamento diretto con le aziende e il territorio. La nuova Ais è quella che apre anche alle tendenze del momento: vini naturali, biologici, biodinamici. Sa dialogare con i vignaioli, dibatte con loro. Li collega al boom della cucina, perché il vino ne è componente essenziale che non può essere marginalizzata. E sa ragionare anche di abbinamenti alternativi: tè, sakè & Co.
«Una passione per il vino che solo a Milano - ha sottolineato
Hosam Eldin Abou Eleyoun, delegato Ais del capoluogo lombardo e braccio operativo nell’organizzazione del congresso - ha fatto segnare una crescita del 25% dei soci iscritti negli ultimi 4 anni».
A conti fatti, nessuno in Italia ha saputo svolgere un’opera di divulgazione paragonabile a quanto Ais ha fatto in questo primo mezzo secolo di attività. Oggi Ais è un’associazione che conta oltre 32mila soci iscritti. Dei circa 7mila partecipanti che ogni anno si iscrivono al primo livello del corso, oltre il 30% è costituito da donne. Il 53 % dei soci che hanno frequentato i corsi, hanno ottenuto l’attestato di sommelier. Il 45% degli iscritti ai corsi è costituito da persone appartenenti a una fascia di età compresa tra i 18 e i 45 anni. La sola Lombardia conta nel 2015 4.700 soci, di cui 1.700 sono milanesi.