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Frutta, quando è meglio mangiarla? Perfetta dopo un pasto abbondante!

La frutta è un alimento necessario all’organismo, ma se mangiata al momento sbagliato potrebbe provocare effetti indesiderati. Mai lontana dai pasti, per chi è a dieta, prima o dopo a seconda della quantità di cibo

 
19 novembre 2015 | 11:05

Frutta, quando è meglio mangiarla? Perfetta dopo un pasto abbondante!

La frutta è un alimento necessario all’organismo, ma se mangiata al momento sbagliato potrebbe provocare effetti indesiderati. Mai lontana dai pasti, per chi è a dieta, prima o dopo a seconda della quantità di cibo

19 novembre 2015 | 11:05
 

La frutta è una componente essenziale dell'alimentazione quotidiana, se consumata al momento giusto. Per chi vuole perdere peso è meglio non farlo lontano dai pasti, perché in questo caso non allevia lo stimolo della fame bensì lo aumenta. In genere, la frutta andrebbe mangiata prima dei pasti, a meno che non si consumino cibi troppo pesanti. In quel caso la frutta può calmare lo stress cui è sottoposto l’apparato digerente. La questione è approfondita da Sara Testa, nutrizionista dell’ospedale Humanitas. Riportiamo i suoi consigli insieme a un approfondimento, tratto interamente da Humanitasalute.it.




La frutta non dovrebbe mai mancare in una dieta sana ed equilibrata, quella che gli specialisti raccomandano per la prevenzione di diverse patologie e per promuovere il benessere generale. Ma qual è il momento migliore per consumarla? Vicino o lontana dai pasti, a stomaco pieno o a stomaco vuoto? Ecco una prima risposta: dopo un pasto particolarmente pesante la frutta può diventare una sorta di “pompiere” per l’organismo perché va a “spegnere” lo stress metabolico.

L’indicazione arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Endocrine, Metabolic & Immune Disorders - Drug Targets. Il merito di quest’azione di contrasto sarebbe propria dei polifenoli della frutta e dei suoi derivati, come i succhi di frutta. I polifenoli sono sostanze antiossidanti e antinfiammatorie che difendono dall’azione dei radicali liberi e di altre molecole che favoriscono stati infiammatori. Questi “nemici” dell’organismo sono prodotti in grande quantità proprio dopo un pasto sbilanciato, con cibi molto grassi o ricchi di carboidrati e molto calorici.

Gli agrumi neutralizzano lo stress dopo un pasto abbondante
Non è la prima volta che la ricerca scientifica si occupa dei benefici della frutta dopo un pasto abbondante. Ad esempio una ricerca della University at Buffalo (Stati Uniti) apparsa nel 2010 su The American Journal of Clinical Nutrition ha aveva promosso i flavonoidi del succo d’arancia al ruolo di “spazzini” dell’organismo. Due antiossidanti, la naringina e l’esperidina sarebbero in grado di neutralizzare lo stress ossidativo e infiammatorio generato da un pasto poco salutare e prevenire i danni a carico dei vasi sanguigni.

«La naringina è un flavonoide contenuta nel pompelmo, nel limone, nelle arance, nelle clementine, nei mandarini e nel cedro. Questo flavonoide è importante per rafforzare le pareti dei capillari, per depurare il nostro organismo, per favorire la perdita di peso e ha effetti antinfluenzali, miorilassanti, anticancerogeni, epato-protettivi, anti aterogenici», spiega la dottoressa Sara Testa, nutrizionista dell’ospedale Humanitas.

Quali tipi di frutta potrebbero svolgere meglio questo ruolo contro lo stress postprandiale?
«La frutta che meglio svolge un ruolo antiossidante è la frutta viola che combatte i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare e delle malattie infiammatorie. Tra questi frutti i mirtilli, le prugne nere, l’uva nera le more e le susine».

Quando è meglio mangiare frutta, prima o dopo i pasti?
«La frutta preferibilmente deve essere mangiata prima dei due pasti principali perché le fibre in essa contenuta riducono l’assorbimento degli zuccheri semplici e quindi riducono l’indice glicemico dei cibi. Al contrario di quanto spesso viene consigliato nelle diete ipocaloriche, la frutta lontano dai pasti stimola la produzione endogena di insulina e quindi stimola la fame invece di ridurla», conclude la dottoressa Testa.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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