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Cinghiali selvatici, la Coldiretti protesta a Firenze: è invasione!

A Firenze, la Coldiretti con migliaia di agricoltori ha portato 2 cinghiali per ricordare il problema degli animali selvatici, che distruggono raccolti e provocano incidenti stradali: 18 morti e 145 feriti nel 2015

 
02 agosto 2016 | 11:03

Cinghiali selvatici, la Coldiretti protesta a Firenze: è invasione!

A Firenze, la Coldiretti con migliaia di agricoltori ha portato 2 cinghiali per ricordare il problema degli animali selvatici, che distruggono raccolti e provocano incidenti stradali: 18 morti e 145 feriti nel 2015

02 agosto 2016 | 11:03
 

Stamattina una coppia di cinghiali è arrivata in piazza Duomo a Firenze, affollata da turisti increduli e migliaia di agricoltori della Coldiretti che insieme al presidente nazionale Roberto Moncalvo manifestano per denunciare l’invasione degli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano greggi e animali allevati, causano incidenti stradali nelle campagne ma anche all’interno delle città con pericoli concreti per gli agricoltori ed i cittadini.



“Noi seminiamo i cinghiali distruggono” e #riprendiamociilterritorio si legge negli striscioni e nei cartelli. È stata allestita un'esposizione con la top ten delle specialità alimentari distrutte, centinaia di trattori sono schierati sul Lungarno Aldo Moro. Sotto accusa una situazione insostenibile che sta provocando l’abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici ed ambientali con inevitabili riflessi sul paesaggio e sui prodotti tipici che rappresentano uno degli elementi principali di attrattività della vacanza made in Italy. La Toscana è stata scelta per la manifestazione nazionale perché è la regione che subisce i danni più gravi da animali selvatici.

Nel giro di dieci anni i cinghiali sono raddoppiati, superando il numero record di un milione e mettendo a rischio non solo le produzioni made in Italy e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita degli automobilisti, con ben 18 morti e 145 feriti causati nel 2015 da incidenti stradali provocati dagli animali. A denunciarlo è la Coldiretti in occasione della mobilitazione di migliaia di agricoltori con i trattori a Firenze.
 
Dal 2005 il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato, passando da 600mila esemplari a oltre un milione nel 2015. Un vero e proprio esercito che assedia oggi le campagne italiane con attacchi quotidiani alle colture, radendo al suolo campi di grano, mais, orzo, ma anche le produzioni tipiche, dalle castagne al farro, delle mele all’uva che gli agricoltori hanno salvato in questi anni dall’estinzione per poi rischiare di vederle sparire a causa della pressione dei selvatici.


 
Ma accanto ai cinghiali si intensificano su tutto il territorio nazionale gli attacchi degli altri animali, dalle nutrie agli storni, dai daini ai caprioli, fino ai mufloni, per danni alle produzioni che nel 2015 hanno raggiunto complessivamente i 100 milioni di euro. Un problema che mette a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole, soprattutto nelle aree interne, ma anche l’assetto idrogeologico e lo stesso ecosistema, sconvolto dalla presenza eccessiva dei selvatici ormai fuori controllo, senza dimenticare le preoccupazioni sul profilo sanitario con il rischio di contagi degli animali allevati.  
 
«Una situazione insostenibile che sta provocando l’abbandono delle aree interne da parte della popolazione, con problemi sociali, economici e ambientali»: così si è pronunciato Roberto Moncalvo, sottolineando che «a rischio non c’è solo il reddito delle imprese agricole ma anche la sicurezza nelle aree rurali e periurbane è in pericolo». Lo dimostrano i numeri sugli incidenti stradali. E intanto si moltiplicano gli avvistamenti di cinghiali a spasso nelle aree periferiche ma anche negli stessi centri delle città, tanto da essere arrivati persino a Roma, nella Capitale.
 
Dinanzi a tale situazione gli agricoltori della Coldiretti chiedono una riforma della disciplina sugli animali selvatici che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. L’obiettivo dell’attività agricola e di allevamento non è, infatti, ottenere risarcimenti (che peraltro non coprono oggi che una piccola parte del danno, senza tenere in considerazione la perdita di quote di mercato né il valore del prodotto trasformato), ma fare impresa, producendo per i cittadini e non per animali selvatici e predatori.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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