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I vitigni più preziosi delle Marche al centro dell'Anteprima dei Vini Piceni

L'Anteprima dei Vini Piceni, a Offida (Ap), è stata l'occasione per valorizzare il territorio Piceno, da sempre vocato alla vitivinicoltura, ricco di preziosi vitigni autoctoni come Montepulciano, Pecorino e Passerina

di Mariella Morosi
 
20 aprile 2015 | 10:06

I vitigni più preziosi delle Marche al centro dell'Anteprima dei Vini Piceni

L'Anteprima dei Vini Piceni, a Offida (Ap), è stata l'occasione per valorizzare il territorio Piceno, da sempre vocato alla vitivinicoltura, ricco di preziosi vitigni autoctoni come Montepulciano, Pecorino e Passerina

di Mariella Morosi
20 aprile 2015 | 10:06
 

L'Anteprima dei Vini Piceni svoltasi a Offida (Ap) conferma il livello qualitativo raggiunto dai produttori orientati alla valorizzazione dei vitigni autoctoni come Montepulciano, Pecorino e Passerina. È un patrimonio ampelografico che soprattutto negli ultimi anni è venuto alla ribalta, divenendo l'espressione più autentica di un territorio da sempre vocato alla vitivinicoltura per clima, conformazione collinare e vicinanza del mare. L'evento, organizzato dalla cooperativa Vinea e dal Consorzio tutela Vini Piceni, nel complesso conventuale di San Francesco e nell'Enoteca, ha confermato il gradimento di una produzione già apprezzata al Prowein e al Vinitaly.



Se l'antico popolo piceno già si dedicava con successo alla coltivazione della vite, oggi le Marche possono affiancarsi ad altre regioni enologicamente più blasonate con una vasta gamma di vini, e non solo col già famosissimo Verdicchio. Il Piceno, territorio tra i più vocati, dà complessivamente 600mila ettolitri, metà dell'intera produzione regionale, nei suoi 9mila ettari vitati, di cui 5mila iscritti alla Docg e Doc.

Sono tanti gli agricoltori che hanno compreso il potenziale delle loro colline, ampliando e reimpiantando i tradizionali vitigni, considerandoli un patrimonio collettivo, senza cedere alla tentazione di allevare varietà più promettenti. Il riscontro per una scelta giusta, spesso biologica, era arrivato già negli anni Novanta e oggi la realtà vitivinicola picena mostra grandi numeri, illustrati all'Anteprima da Luigi Massa di Vinea. La giovane Docg Offida (2011) comprende Pecorino, Passerina e Offida Rosso. Le tipologie della Dop sono il Rosso Piceno e anche il Rosso Piceno Superiore che ha festeggiato i 40 anni dell'istituzione (1968), poi il Falerio e il Terre di Offida (nelle tipologie Passerina Passito, Vin Santo e Spumante).

Le espressioni più caratteristiche del territorio sono la Passerina e soprattutto il Pecorino. Parliamo di un bianco importante, strutturato, sapido e fresco, sorprendentemente longevo, che ha conosciuto di recente un notevole successo. Secondo Valoritalia è stata la Docg con maggior incremento di vendite negli ultimi due anni. Su questo vitigno e sull'Offida è stato realizzato dai produttori e da Vinea un complesso studio di zonazione in collaborazione con il professor Attilio Scienza e con l'Università di Milano. Anche la Passerina, dalle note floreali e fruttate e con un'acidità ideale anche per la spumantizzazione, era un tempo poco considerata per la vinificazione in purezza dimostrando poi, grazie a studi e sperimentazioni, una validissima personalità.

Il bianco Falerio Doc è lo storico vino dell'Ascolano, con un uvaggio Passerina/Pecorino che si aggiungono al Trebbiano. È interessante ricordare come queste uve autoctone a bacca bianca venissero indicate fino all'Ottocento genericamente, per la loro personalità, “uve picene”. «Assai potenti - commentava il marchigiano Andrea Bacci nel definire questi vini - specialmente nella zona dove alle viti giunge l'aria del mare la quale ha la capacità di regolare e perfezionare la sostanza del vino».



Le uve Sangiovese e Montepulciano danno vita a grandi rossi, complessi ed armonici, tannici e aromatici, vocati alla longevità, come le Doc Rosso Piceno e il Rosso Piceno Superiore, quest'ultimo prodotto in una zona limitata di 13 comuni della Provincia di Ascoli Piceno. L'Offida Rosso Docg esalta soprattutto il vitigno Montepulciano (almeno 85%) anche se molti produttori tendono a vinificarlo in purezza e secondo disciplinari che ne privilegiano la resa qualitativa. Per Ido Perozzi, presidente Vinea, l'attuale affermazione dei vini piceni è dovuta soprattutto negli ultimi dieci anni ad una vivacità di azioni sulla via della qualità, sia in vigna - privilegiando il biologico - che in cantina con le più moderne attrezzature. Stretta la collaborazione con il Consorzio Tutela vini Piceni.

«Noi non siamo nuovi in questo mestiere di agricoltori - ha detto Angela Velenosi, presidente del Consorzio - perché il popolo piceno, vissuto prima dei romani, era già abile nella coltivazione della vite. E non siamo un territorio da scoprire: facciamo il 50% della produzione regionale e continuiamo a crescere nella qualità. Oggi sappiamo che possiamo dare delle risposte ad un mercato sempre più competitivo».

Simone CapecciUna visita alle cantine, con la guida dell'enologo della Vinea, Pietro Zeppilli, ha confermato i livelli raggiunti, soprattutto nella scelta del biologico. Nei poderi San Savino, dove si faceva vino già dal 1905 nell'ambito della generale mezzadria, Simone Capecci (nella foto), alla quarta generazione, nei 25 ettari vitati è rimasto nella tradizione anche nelle etichette, con nomi e simboli della civiltà picena: Tufilla, Ciprea, Ver sacrum, Quinta Regio. Soprattutto si impegna nella ricerca e nell'innovazione sulla base del biologico. Così i fratelli Lino e Fabrizio Stracci della San Filippo.

«È stata una scelta naturale fin dagli anni 80 fare il bio - ha detto Fabrizio - anche se la certificazione è stata successiva. Bastava conoscere le viti e il terreno». Anche Walter Bartolomei, titolare con fratello Massimiliano di Ciu Ciu, (tra le aziende più grandi, 150 ettari vitati) mostra con orgoglio le erbe che crescono spontanee nei vigneti neppure sfiorati dalla chimica: sono veccia, graminacee e leguminose, le stesse erbe che vengono seminate in agricoltura biodinamica. Un'innovativa tecnologia del freddo, inoltre, viene applicata nella prima fase della vinificazione per preservare qualità e aromi dell'uva. Vinea comprende 600 soci, 50 di aziende vitivinicole con l'intera filiera produttiva, poi aziende viticole conferitrici di uve per un totale di superficie vitata di 5.500 ettari (1.500 Docg, Doc e Igp di cui 350 a Pecorino,350 a e 800 a varietà rosse. Il resto a vini Igp e ordinari).

Il Consorzio Tutela Vini Piceni tutela le denominazioni delle Dop Offida, Falerio, Rosso Piceno o Piceno, Terre di Offida e l'Igp Marche. I soci sono 23 con un fatturato di circa 70 milioni di euro e con una quota export del 55%. L'attività di promozione del Consorzio consiste nella valorizzazione delle denominazioni nei mercati europei ed extra europei attraverso un'articolata progettualità. Sempre maggior attenzione, da parte delle istituzioni e dei produttori, per una cultura dell'accoglienza per favorire il turismo enogastronomico. La cucina marchigiana ha una solida fama e così pure le bellezze naturali e i siti storici e artistici.

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