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Da Federvini ottimismo per il 2015 Dopo un anno incerto, il settore cresce

Serve al più presto una semplificazione normativa e una modifica all’oneroso quadro fiscale. Bene l’export, ma vanno conquistate nuove fette di mercato. Expo 2015 come opportunità per valorizzare le eccellenze italiane

 
27 maggio 2015 | 17:30

Da Federvini ottimismo per il 2015 Dopo un anno incerto, il settore cresce

Serve al più presto una semplificazione normativa e una modifica all’oneroso quadro fiscale. Bene l’export, ma vanno conquistate nuove fette di mercato. Expo 2015 come opportunità per valorizzare le eccellenze italiane

27 maggio 2015 | 17:30
 

Lo scenario di riferimento di Federvini - Federazione italiana industriali produttori esportatori e importatori di vini, acquaviti, liquori, sciroppi, aceti e affini - rappresenta all’interno dell’industria alimentare italiana la prima voce dell’export. Lo ha sottolineato a Roma Sandro Boscaini (nella foto), presidente di Federvini, in occasione dell’Assemblea generale 2015 che ha approvato la relazione sull’attività 2014.

«Nel contesto del mercato agroalimentare italiano - ha dichiarato Boscaini - dopo un 2014 di grandi incertezze in cui i consumi interni si sono contratti, il 2015 si è aperto con un trend positivo per i settori rappresentati da Federvini, che lascia ben sperare per i prossimi mesi. Ma per dare un’ulteriore spinta al comparto occorre che il governo e le istituzioni vengano maggiormente incontro alle esigenze di semplificazione burocratica, da una parte, e di alleggerimento fiscale dall’altra. Puntiamo molto sull’export che continua a crescere ed è per questo che sul fronte dell’internazionalizzazione rileviamo l’importanza degli accordi di libero scambio».

Sandro Boscaini

Il mercato
Nel 2014 le esportazioni di vini e mosti hanno confermato un andamento positivo sia in valore con 5 miliardi 281 milioni di Euro (+1% sul 2013) che in volume con 21 milioni 548 mila hl (+0,3%). Gli spumanti hanno registrato un trend di crescita importante sia in valore (+13,9%) che in volume (+18,2%): il Regno Unito è il mercato più premiante con aumenti in valore del 43,2% e in volume del 51,9% rispetto al 2013. I vini aromatizzati hanno presentato sensibili rallentamenti, con alcune eccezioni in Romania e in Ungheria con degli aumenti in volume pari rispettivamente al 16,3% e del 10,8%.

In ambito extra Ue, gli Stati Uniti sono il primo paese di destinazione, con un valore che si aggira a poco più di un miliardo di Euro (+ 4,4%); all’interno dell’Unione europea la Germania ed il Regno Unito mantengono la leadership, rispettivamente con 996 milioni di Euro e 665 milioni di euro.

Le acquaviti di vino e di vinaccia presentano delle contrazioni sia in valore che in volume; le esportazioni sono composte principalmente dai liquori (66,5%), seguiti dalle acquaviti di vino e di vinacce (12,6%) e dalle altre acquaviti (4,8%). La Germania è la prima destinazione delle acquaviti, dei liquori e delle altre bevande alcoliche con quasi 188mila ettanidri, seguita dagli Stati Uniti con 147mila ettanidri e dalla Francia con quasi 140mila ettanidri.

Gli aceti complessivamente registrano buoni andamenti sia in volume che in quantità: 1,2 milioni di hl (+12,2%) per un valore pari a 242 milioni di euro (+2,0%). Gli Stati Uniti importano aceti per un valore pari a 66 milioni di Euro ed in volume 339mila hl, la Germania 222mila hl per un valore di 42 milioni di euro.

Complessivamente le esportazioni di vini e mosti in valore sono destinate per il 53,1% all’Unione europea, per il 46,9% ai mercati extra Ue. Il settore delle acquaviti e dei liquori è concentrato nel mercato europeo rispettivamente con il 77,5% ed il 68,2%, mentre negli altri mercati raggiungono il 22,5% ed il 31,8%. Gli aceti esportano il 53,1% in ambito europeo ed il rimanente 46,9 % in Stati extra europei.

«Con un export in costante crescita e un surplus commerciale di 5 miliardi di euro nel 2014, il settore del vino e degli spumanti è uno dei più importanti dell’economia italiana non soltanto dal punto di vista produttivo ed occupazionale ma anche del commercio estero», ha sottolineato Marco Fortis, direttore Fondazione Edison e docente di Economia dell’Università Cattolica di Milano. «A ciò vanno aggiunti i contributi specifici di altri comparti del settore aggregato italiano dell’enologia, dei derivati dell’uva e delle bevande alcoliche. L’Italia per bilancia commerciale è seconda al mondo sia nei vini sia negli spumanti ed è prima nei liquori, nei vermouth e negli amari, nonché negli aceti. L’importanza dei vini e delle bevande alcoliche nell’export regionale e provinciale italiano è straordinaria. I vini sono la prima voce assoluta dell’export di 4 province e figurano tra le prime 10 voci di export in altre 13 province nonché, complessivamente, in ben 7 regioni».



La semplificazione legislativa e gli oneri fiscali
In un contesto che vede importanti risultati sul fronte dell’export, Federvini ha ribadito la necessità di vedere riconosciuta, da parte delle Istituzioni, una maggiore semplificazione legislativa prima di considerare nuovi obblighi normativi.

«Le nostre aziende - ha dichiarato il presidente Boscaini - si trovano quotidianamente davanti a un sistema amministrativo appesantito da un eccesso di burocrazia. Basti pensare all’enorme numero di comunicazioni preventive e successive alle operazioni di produzione; ai controlli per le Dop e le Igp e alla duplicità di registri e documenti, telematizzati e cartacei, obbligatori. Ancora oggi, inoltre, le comunicazioni verso le Regioni non sono armonizzate e questo comporta complicazioni per i sistemi software delle aziende che operano su aree territoriali differenti».

La situazione si complica maggiormente quando si fa riferimento ai provvedimenti fiscali e alle accise che hanno generato ingenti ed inutili costi ed oneri a carico delle aziende, costrette a far fronte all’aumento delle accise del 30% in soli quindici mesi e a dover adeguare di conseguenza le cauzioni obbligatorie.

L’internazionalizzazione
Un’importante leva per dare un ulteriore slancio al comparto industriale rappresentato da Federvini è l’internazionalizzazione. Sono aperti diversi tavoli dove si confrontano i nuovi equilibri della politica commerciale internazionale. Il più importante è il negoziato con gli Stati Uniti - primo mercato extra UE di esportazione dei vini italiani - per la creazione di una più ampia area di libero scambio che possa influenzare i processi commerciali.

«Il tema più delicato nell’ambito del negoziato con gli Stati Uniti - ha aggiunto Boscaini - riguarda la tutela delle indicazioni geografiche dove si assiste ad una forte resistenza da parte degli americani nel riconoscere il sistema europeo delle indicazioni geografiche e il loro legame con il territorio. Dobbiamo trovare una modalità di intesa per continuare nella discussione dell’accordo».

È invece in attesa di ratifica da parte del Parlamento Europeo l’accordo tra Unione Europea e Canada, grazie al quale verranno eliminate le barriere tariffarie, e non, e la differente politica dei prezzi applicata ai vini domestici e a quelli importati. A buon punto, invece, un importante negoziato con il Vietnam che potrebbe costituire la base di partenza per avvicinarsi ai mercati del Sud Est asiatico.



I temi sociali
Si discute sempre più spesso della compatibilità del consumo misurato e consapevole con uno stile di vita sano e corretto e, quindi, dell’informazione del consumatore. Sono materie dove spesso il passo più facile è rimettere in discussione tutta la comunicazione proveniente dai produttori. A livello comunitario è stata recentemente approvata dal Parlamento Ue una “Risoluzione sulla Strategia europea alcol”, che intende essere un indirizzo politico per l’azione europea in materia, con evidenti impatti sui settori rappresentati da Federvini.

«La Federazione ha lavorato molto su questo dossier - ha commentato Boscaini - in accordo con le Associazioni europee del vino (Ceev) e degli Spirits (Spirits Europe), ed accogliamo con favore l’impianto complessivo del documento che mette bene in luce il distinguo fra gli abusi ed il consumo. Il documento riconosce la compatibilità del bere responsabile con uno stile di vita sano, ricorda il ruolo positivo della Eahf (Alcohol & Health Forum), chiede maggiore impegno in particolare sull’educazione e la prevenzione e riafferma l’importanza dei contesti e dei modelli di consumo, aspetti da sempre presenti nelle proposte e nella cultura della Federazione».

A livello nazionale sono confermate le caratteristiche di positiva consapevolezza dei consumi nazionali, anche ricordati nella recente relazione del ministero della Salute al Parlamento. «Federvini si pone l’obiettivo di valorizzare numeri e dati positivi che spesso non si conoscono - ha aggiunto il presidente Boscaini - vuole poi contribuire concretamente e direttamente alla promozione della cultura del bere consapevole e misurato con interventi informativi ed educativi. A tal proposito stiamo avviando un nuovo ed ambizioso progetto di educazione dedicato agli operatori addetti alla somministrazione delle bevande alcoliche».

Le informazioni al consumatore
A seguito dell’applicazione del Regolamento UE 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, Federvini ha espresso grande soddisfazione per il testo del provvedimento adottato a livello europeo e già se ne chiede lo stravolgimento con nuove indicazioni sulle etichette delle bevande alcoliche.

«Crediamo fermamente che informazioni relative ai rischi per la salute non passino attraverso le etichette - ha chiarito Boscaini - ma solo grazie ad adeguati messaggi informativi che possano raggiungere direttamente il consumatore, anche attraverso una collaborazione con chi somministra il prodotto. I nuovi mezzi di comunicazione, il web e gli smartphone rappresentano validi strumenti per veicolare messaggi importanti al consumatore e devono entrare nell’orizzonte del legislatore».

Expo Milano 2015
L’Esposizione Universale di Milano è un appuntamento atteso e seguito con attenzione da parte della Federazione. Sono grandi le aspettative legate ad esso per valorizzare l’intero settore dell’industria alimentare e per mostrare e dimostrare al mondo l’Italia che sa fare bene.

«È vivo auspicio che l’Expo 2015 - ha concluso Boscaini - possa essere soprattutto un grande momento culturale: la storia, la tradizione e l’innovazione, sono gli ingredienti che contraddistinguono le nostre Aziende ed i nostri prodotti, tutti elementi di cui ci sentiamo orgogliosi e che riteniamo siano preziosi nel contribuire ad arricchire e rafforzare l’immagine del nostro Paese».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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