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Sfida tra bianchi da tutta Europa Il Lugana conquista 18 esperti degustatori

Sei vini bianchi italiani ed europei a confronto. Annate e provenienze fanno la differenza: fra tutti vince il Lugana. È il verdetto di “Le Morette 6.12.18”, degustazione tenutasi presso l'azienda agricola gardesana

di Denise Battistin
 
26 giugno 2016 | 12:33

Sfida tra bianchi da tutta Europa Il Lugana conquista 18 esperti degustatori

Sei vini bianchi italiani ed europei a confronto. Annate e provenienze fanno la differenza: fra tutti vince il Lugana. È il verdetto di “Le Morette 6.12.18”, degustazione tenutasi presso l'azienda agricola gardesana

di Denise Battistin
26 giugno 2016 | 12:33
 

Avvincente sfida tra bianchi. Non è il titolo di un nuovo film d’azione o dell’ultimo bestseller, bensì di una interessante e quanto mai suggestiva comparazione tra vini bianchi di strutture, uvaggi e territori diversi, ma accomunati dalla stessa annata, attraverso una degustazione orizzontale che ha messo in risalto caratteristiche simili e differenti ma soprattutto la capacità di evolvere nel tempo.

L’affascinante competizione è stata organizzata dall’Azienda agricola “Le Morette” di San Benedetto di Lugana, vicino a Peschiera sul Lago di Garda (Vr), sotto il titolo “Le Morette 6.12.18”, dove, attorno allo stesso tavolo si sono trovati 18 degustatori esperti per esaminare 12 vini provenienti da 6 zone enologiche e riflettere sull’influsso del territorio sulla longevità.

Un percorso tra Italia ed Europa che ha visto confrontare Lugana a Fiano di Avellino, Verdicchio Classico dei Castelli di Jesi, Pinot Bianco dell’Alto Adige, Gruner Veltliner austriaco al vino francese longevo per antonomasia, lo Chablis. Tutti proposti nell’ultima annata sul mercato e in un’annata precedente, 2010 o vicina.



La prima sessione ha dato un verdetto di uniformità sulla freschezza e la bevibilità dei sei vini in esame. Quasi non si avvertivano differenze tanto i profumi e i sapori rispecchiavano in pieno la vivacità di pronta beva dei bianchi: il vino di casa, il Lugana, in questo caso ha trovato dei rivali che ne equiparavano l’eleganza e la scioltezza. Solo un paio di note di maggior spicco le si sono trovate nel Gruner Veltliner austriaco. Ma il Lugana ha dimostrato di essere poi particolarmente fragrante e piacevole tra i vini d’annata e al tempo stesso quello di maggior freschezza a quasi sei anni dalla vendemmia, con un potenziale di evoluzione ancora tutto da esprimere.

La struttura più matura fa acquisire a questo vino una caratura internazionale, che potrebbe portarlo ad essere apprezzato anche fuori confine, tenendo testa dunque al mitico Chablis o allo stesso Gruner Veltliner. Alle Morette ci credono. E molto.

Nata oltre 60 anni fa dall’impegno di Gino Zenato, l’Azienda agricola si distingue per la cura del vigneto prima di tutto e poi della tecnica enologica. Tutto ciò viene affiancato dall’attività vivaistica per la produzione di barbatelle che vede in Valerio, figlio di Gino, il principale artefice, e che dal 1981 ha preso le redini dell’Azienda. Al suo fianco Fabio e Paolo, che dichiarano: «Continuiamo la tradizione famigliare con la stessa passione e lo stesso entusiasmo del nonno».

La zona in cui è situata la Cantina (rinnovata nel 2013) è il primo cru territoriale dove i bianchi sono caratterizzati da una maggior struttura e da una spiccata mineralità, e soprattutto particolarmente vocata per la coltivazione del Turbiana, vitigno dal quale deriva il Lugana. Un vino che, grazie ad una stabilità genetica e alle caratteristiche argille della zona, ha sviluppato peculiarità sempre più definite e riconoscibili.

«Il valore del Lugana e una delle ragioni del suo successo - ricorda Fabio Zenato - sono fragranza di profumi floreali e fruttati, tanta freschezza e beva facile in annata; dopo qualche anno rivela sentori evoluti di erbe aromatiche e balsamiche, croccantezza floreale e frutta candita, per esprimere in bocca la sua decisa mineralità».

A sostegno di questa attitudine alla longevità, la denominazione Lugana ha introdotto a partire dalla vendemmia 2011 la tipologia Riserva, disponibile non prima di due anni dalla vendemmia. «Il nostro Riserva - aggiunge il fratello Paolo - deriva da scelte compiute in cantina in base al vero potenziale di evoluzione dei vini prodotti nell’annata. Dopo una lunga sosta sui lieviti, che conferisce spessore e identità al vino, facciamo seguire la permanenza in bottiglia di almeno un anno. Oggi stiamo proponendo la vendemmia 2012, convinti che possa esprimere il massimo del proprio potenziale tra parecchi anni».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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