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Festival Franciacorta, grande successo Tra bollicine e installazioni artistiche

Una due giorni tra le bollicine franciacortine permette di scoprire i protagonisti del territorio, come l'azienda Guido Berlucchi. Il suo obiettivo ad oggi, è proporre i Metodo Classico come aperitivi o vini da pasto

di Guido Gabaldi
 
28 giugno 2016 | 10:59

Festival Franciacorta, grande successo Tra bollicine e installazioni artistiche

Una due giorni tra le bollicine franciacortine permette di scoprire i protagonisti del territorio, come l'azienda Guido Berlucchi. Il suo obiettivo ad oggi, è proporre i Metodo Classico come aperitivi o vini da pasto

di Guido Gabaldi
28 giugno 2016 | 10:59
 

Il Festival d’estate è un’iniziativa, appena svoltasi, di due giorni dedicati alla scoperta e alla promozione di un territorio così vicino a Milano, eppure così diverso dalla milanesità metropolitana. La Franciacorta, infatti, stretta fra Brescia e il lago d’Iseo, offre al turista e al buongustaio una lunga serie di opportunità: citarle tutte non si può, basti sapere che si passa dal convento al castello, dall’abbazia alla strada del vino, dalla sardina essiccata alla gita sul lago. Invaso, in questo periodo, da torme di turisti provenienti da tutto il mondo, sospesi sulla passerella di Christo Vladimirov Javacheff a guardare rapiti lo spettacolo delle Alpi e delle Prealpi  che si specchiano nel blu profondo.



Per presentare la Franciacorta, i suoi paesaggi e le sue particolarità, mi sembra logico partire da una delle celebrità del luogo, ossia le cantine Guido Berlucchi, portabandiera del metodo classico da Corte Franca (Bs) al mondo intero.  In compagnia, certo, di parenti blasonati e ingombranti come lo champagne. «E si può dire che tutto il mondo lo stiamo vedendo per davvero- racconta Cristina Ziliani, responsabile della comunicazione per la Guido Berlucchi - a questa edizione del Festival. Ovviamente, è un regalo dei “Floating Piers” di Christo, dato che in precedenza non si erano mai viste queste folle. Una grande opportrunità di far festa e di farci conoscere, da utilizzare con intelligenza.

Guardando al passato, mi sembra che dagli anni cinquanta ad oggi le opportunità colte siano state tante, qui in Franciacorta.
In effetti è un’area geografica che si è trasformata profondamente, anche grazie al lavoro pionieristico di personaggi come Guido Berlucchi e Franco Ziliani, mio padre, che circa sessanta anni fa hanno deciso di portare il metodo classico qui in Italia. Prima di allora, l’agricoltura e il turismo davano ben poco da vivere.


Dopo tutti questi anni, il segmento di mercato a cui vi rivolgete è sempre lo stesso o sta cambiando?
Parliamo comunque di un prodotto di altissima qualità, che non sarà mai “volgarizzato” perché non ne sentiamo il bisogno e non ci sono problemi di smaltimento delle scorte. Siccome è stato sempre considerato un prodotto da ricorrenza, per il Natale e il compleanno, da qualche tempo ci interessa presentarlo anche all’aperitivo. Nel caso del Berlucchi Nature ‘61, che stiamo offrendo in degustazione in questi due giorni di Festival d’Estate, si può anche parlare di vino per tutto il pasto.

L’abbinamento che ci viene proposto oggi è con il famoso Manzo all’olio, un pezzo tenero di cappello del prete (o altro taglio analogo) soffritto in olio, cipolla e acciughe, stracotto nell’acqua e, a fine cottura, lavorato con pane grattugiato e olio. La versione offerta in degustazione è in realtà una rivisitazione in chiave non classica, in cui l’idea di base non cambia ma le carte vengono sparigliate dalla fantasia di Vittorio Fusari, chef del Pont de Ferr di Milano. Il Berlucchi ‘61 Nature, a cui si accennava sopra, non è un accostamento facile per un vino come questo: un prodotto maturo, sapido, solo leggermente fruttato, in cui l’eleganza dello Chardonnay è arricchita dalla mineralità del Pinot Nero. Per iniziare bisogna essere un po’ predisposti alle novità ma, fatta la prova, è innegabile che la complessità del Franciacorta si lega bene anche ad un sapore non troppo aggressivo, come quello del manzo all’olio.


«La predisposizione al nuovo - mi conferma Arturo Ziliani, enologo e amministratore delegato della Berlucchi - è nel Dna aziendale. È questa elasticità che ci ha permesso di scegliere il biologico, ormai da diversi anni: i nostri ottantacinque ettari, più i cinquecento dei conferitori, sono stati tutti iscritti all’albo di conversione biologica. Nel 2017, pertanto, tutta l’uva prodotta per la vendemmia avrà il marchio “bio”. Per poter parlare di bottiglie di Franciacorta certificate bisognerà aspettare ancora qualche anno, ma ormai la direzione è quella.

Il Festival d’Estate, con le sue cantine aperte,  è stata l’occasione per prendere atto che, insieme alle passerelle galleggianti sul lago e alle colonne di turisti vocianti, in Franciacorta le novità arrivano a gran ritmo; anzi, si può dire che si susseguono,  dagli anni cinquanta ad oggi, in una terra che  solo in apparenza è placida come i paesaggi collinari e le acque del lago. A ben vedere, invece, è spumeggiante, proprio come il vino delle grandi occasioni.


Cantina Guido Berlucchi
piazza Duranti 4 – 25040 Borgonato di Corte Franca (Bs)
Tel 030 984381
www.berlucchi.it
info@berlucchi.it

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