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La Maxima del birrificio Almond ’22 Un po' come ricevere un abbraccio

di Giovanni Angelucci
 
22 febbraio 2019 | 11:17

La Maxima del birrificio Almond ’22 Un po' come ricevere un abbraccio

di Giovanni Angelucci
22 febbraio 2019 | 11:17
 

Unico ed inimitabile l’italo-svedese (ma soprattutto abruzzese) Jurij Ferri, pioniere della birra artigianale in Abruzzo. È stato il primo, ha aperto le danze, dopo lui tanti altri validi birrai.

Ma a Jurij va l’onore di aver lanciato la regione con produzioni serie e valide, fino agli inizi del nuovo millennio inesistenti.

(La Maxima del birrificio Almond ’22 Un po' come ricevere un abbraccio)

«Era il 1999, l'anno in cui curiosando in un festival di un borgo antico abruzzese vidi dei ragazzi intorno a un pentolone e mi avvicinai preso dalla mia solita curiosità. Facevano birra, io non sapevo si potesse fare birra a livello hobbistico. Quel profumo dolce e intenso di crosta di pane, miele, cereali ed erbaceo floreale dei luppoli fu una rivelazione. Tornai a casa con l'idea fissa di provare a fare la birra in casa. Nel 2002 decisi di aprire un bistrò dove proporre la mia idea di cucina e invece mia moglie Valeria mi convinse ad aprire un birrificio. Almond '22 inizia a produrre birra nel 2003»: si racconta così Jurij Ferri, a tutti i curiosi appassionati che vogliono sapere le tappe del suo prestigioso percorso.

Ma c’è da dire che tutto iniziò a Spoltore, in un piccolo locale dove il mastro birraio ha da subito mantenuto viva la curiosità brassicola abruzzese. Vi facevo visitava spesso ed ero in continuo aggiornamento sulla sua fucina di idee: ricorderete forse la mitica Farrotta, birra di farro con cui divenne più che famoso.

(La Maxima del birrificio Almond ’22 Un po' come ricevere un abbraccio)

Nel 2014 Almond trasferisce la produzione a Loreto Aprutino, splendido borgo nell’entroterra conosciuto anche per il suo olio e i vini di Valentini, mettendo in piedi un accogliente brewpub, tanto legno, molto spazio e soprattutto una cucina dove Jurij possa dare libero sfogo alla propria fantasia e al talento da cuoco e buon gustaio. Ferri infatti non è solo un grande produttore di birra ma anche un bravo cuoco che abbina alle sue numerose birre gli ottimi piatti da lui creati.

Insomma la fantasia e lo spirito creativo non mancano, come dimostra ogni anno con le proprie nuove folgoranti creazioni. Avevamo per esempio già parlato in estate dell’ultima arrivata FruitSaison caratterizzata da un’abbondante aggiunta in fermentazione (spontanea) di succo di ribes nero del Trentino Alto Adige, ma con l’inverno in corso certamente la birra che berrei senza tregua è un’altra dei suo cavalli di battaglia: La Maxima. È come ricevere un abbraccio, è affettuosa e ne vuoi ancora, è caratterizzata da schiuma cremosa e abbondante, da una tessitura vellutata e da un intenso colore oro.

(La Maxima del birrificio Almond ’22 Un po' come ricevere un abbraccio)

Le note dolci dei malti sono ben presenti nel bicchiere così come l’aggiunta di miele che rende la bevuta ancora più tonda e avvolgente; la luppolatura è bilanciata e fa della Maxima, nonostante la gradazione alcolica di 7%, una birra fresca e fruttata, floreale e beverina, ma pur sempre intensa ed intrigante. Da stappare con formaggi mediamente stagionati, carni alla brace e… sempre, ogni momento è buono.

Per informazioni: www.birraalmond.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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