In un riposizionamento epocale della qualità stessa del turismo, con un ritorno alla villeggiatura, borghi di grande fascino, come lo è Spoleto (Pg) in Umbria, svolgono meritoriamente il ruolo di abilitatori di una nuova convivialità a tavola, ergendosi nei fatti a testimoni attivi di cosa si accinge ad essere la nuova ristorazione. Tutto ciò, memori del pensiero secondo cui va lontano chi viene da lontano, è ben evidente in ristorante di consolidata presenza: Il Tempio del Gusto, di cui, siamo alla terza generazione, è patron e chef Eros Patrizi.
Tempio del gusto, Foto: Spoleat
Sale su due piani e spazio all’aperto
Siamo nella parte alta del centro storico di Spoleto, nello slargo prospiciente il retro del locale tavoli all’aperto ben distanziati. Graziose le salette interne poste su due piani.
Tradizione sapientemente... destrutturata
Menu che lancia sommessamente ma non cripticamente il messaggio suadente di chi la tradizione la intende fuoco vivo da alimentare e non cenere da custodire. E così è. Imperdibile, mix di grande tecnica ed estro sagace, la carbonara destrutturata.
Ben consci dei tempi necessari, volentieri si attende l’arrivo in tavola del Risotto mantecato al tartufo nero, tartare di gamberi rossi e profumo di burrata: piccolo capolavoro per giuoco di sapori in contrappunto.
Molto buono anche il Filetto di trota marinato, asparagi, salsa allo yogurt, maionese di rapa rossa. Discreti i dolci.
La cucina creativa di Eros Patrizi. Fonte: Facebook
Serve maggior attenzione alla carta dei vini
Necessita di maggiore attenzione l’offering dei vini; non sempre, tra quelli presenti in carta, se ne riscontra effettiva disponibilità in cantina.
Servizio di sala molto garbato e professionale. Prezzi di encomiabile onestà.