Per dieci milioni di persone in Gran Bretagna scatta il lockdown bis. Dalla mezzanotte di oggi subentrano i provvedimenti locali, che interessano soprattutto le regioni del Nordest dell’Inghilterra e le aree metropolitane di Manchester e Birmingham. Una risposta a un’impennata dei contagi che ha visto ieri registrare oltre 4mila nuovi casi a livello nazionale. I nuovi provvedimenti impongono la chiusura di pub e ristoranti alle dieci di sera e il divieto di socializzare con persone al di fuori del nucleo familiare, oltre alla raccomandazione di usare i mezzi pubblici solo quando strettamente necessario. E il timore ora è che queste misure potrebbero essere estese al resto del Paese, a partire da Londra, dove i casi di coronavirus sono raddoppiati nelle ultime due settimane.
Manchester
Già lunedì scorso era scattata in tutto il
Paese la «regola del sei», che vieta di riunirsi, anche in casa e con parenti, in gruppi di più di sei persone. E oggi il primo ministro Boris Johnson ha lanciato un appello pubblico dai giornali a rispettare questa disposizione per «appiattire la gobba del cammello» e così «salvare il Natale»: perché se queste misure dovessero restare in piedi fino a dicembre, allora niente festa.
Ma il governo di Londra - riporta il Corriere - sembra in realtà in pieno panico: e filtra la notizia che se nel giro di due settimane i contagi non dovessero rientrare, scatterebbe un nuovo lockdown su base nazionale, inclusa la raccomandazione a lavorare sempre da casa. Quest’ultima marcia indietro sarebbe particolarmente dolorosa - disastrosa per l’economia – visto che il governo ha cercato di convincere a tornare in ufficio i riottosi cittadini, che ormai si sono in grande maggioranza adagiati più che bene nello smart working.