Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
venerdì 19 aprile 2024  | aggiornato alle 18:36 | 104704 articoli pubblicati

Caporalato e import fuorilegge Osservatorio Agromafie: Più tutele

Coldiretti e Anci con Giovanni Salvi (Cassazione) per fermare lo sfruttamento di cittadini stranieri in ambito agricolo e per arginare l'importazione di prodotti che non rispettano i diritti dei lavoratori all'estero.

 
18 febbraio 2020 | 18:38

Caporalato e import fuorilegge Osservatorio Agromafie: Più tutele

Coldiretti e Anci con Giovanni Salvi (Cassazione) per fermare lo sfruttamento di cittadini stranieri in ambito agricolo e per arginare l'importazione di prodotti che non rispettano i diritti dei lavoratori all'estero.

18 febbraio 2020 | 18:38
 

Una proposta dalla Fondazione “Osservatorio Agromafie” mirata ad affrontare in maniera concreta la situazione di grave vulnerabilità e marginalità nella quale versa un segmento consistente di cittadini stranieri oggi a rischio di grave sfruttamento lavorativo in ambito agricolo. Sfruttamento che si riflette sulla competitività delle imprese che rispettano le regole e sulle condizioni di lavoro anche del non migrante.

Caporalato, fenomeno da arginare (Caporalato e import fuorilegge Osservatorio Agromafie: Più tutele)

Caporalato, fenomeno da arginare

Il comitato scientifico della Fondazione è presieduto da Gian Carlo Caselli, insieme a Coldiretti, rappresentata dal presidente Ettore Prandini, e Anci - Associazione nazionale comuni italiani, rappresentata dal presidente del consiglio nazionale Enzo Bianco, ha avviato una riflessione congiunta, coordinata da Giovanni Salvi (Procuratore generale della Cassazione), finalizzata ad elaborare una proposta per contrastare il caporalato nel lavoro.

Una proposta sostenibile, coerente ed innovativa che vuole innanzitutto avvalersi degli strumenti previsti nell’attuale ordinamento, della collaborazione interistituzionale e del coinvolgimento diretto delle associazioni datoriali e dei lavoratori. In cosa consiste la proposta.

Rafforzare il sistema esistente utilizzando gli strumenti di programmazione e definizione delle quote di ingresso per lavoro stagionale e contribuire ad una definizione puntuale del fabbisogno di lavoro stagionale (non solo in agricoltura) attraverso una previsione specifica di fabbisogno per aree determinate e collegarlo ad altre richieste di lavoro stagionale, nella stessa area o in aree vicine, in maniera da assicurare una continuità del rapporto lavorativo del dipendente stagionale.
 
Far emergere le situazione di marginalità (irregolarità) e lavoro nero partendo dalle principali situazioni di vulnerabilità e precarietà attualmente riscontrate e che riguardano i lavoratori in agricoltura che versano in condizioni di irregolarità amministrativa e coloro i quali da anni presenti e attivi nel nostro Paese in qualità di richiedenti asilo si ritrovano, in qualità di diniegati o in assenza di rinnovo del titolo di soggiorno per motivi umanitari, in una situazione di strutturale precarietà e potenziale ricattabilità.

In questo caso si tratterebbe di prevedere strumenti di emersione su base individuale, come ad esempio la regolarizzazione ad personam temporanea e condizionata attraverso l’introduzione nel "Tu" sull’immigrazione di un permesso di soggiorno per lavoro stagionale per i migranti irregolari in agricoltura che consenta di avviare al lavoro il migrante irregolare, individuato attraverso l’intermediazione delle associazioni di categoria per il lavoro stagionale. Questo affinché egli accetti la condizione di ritorno al Paese di origine al termine del periodo massimo di lavoro (9 mesi), ma con la possibilità di ottenere il visto di ingresso per successivi periodi analoghi e anche per più annualità come la normativa attuale prevede.
 
Promuovere interventi atti a contrastare la presenza del caporalato e volti a sostenere i lavoratori stagionali in varie sfere (dal trasporto all’alloggio) da realizzarsi sotto la regia dell’ente locale e con il supporto delle realtà del terzo settore. Tra gli interventi realizzabili: l’accompagnamento all’inserimento abitativo (temporaneo) per i lavoratori stagionali in agricoltura attraverso l’accoglienza diffusa in appartamenti; lo sviluppo di progetti di rigenerazione urbana, realizzando interventi innovativi di social housing in cui i servizi abitativi divengono parte integrante delle politiche sociali - complementarietà tra sicurezza, solidarietà, coesione sociale e lavoro; pianificazione dei trasporti, orientamento ai servizi ecc.
 
Lo scopo di una proposta come questa è migliorare la disciplina e la gestione del lavoro stagionale, al fine di assicurare condizioni di lavoro dignitose e legali, e, al tempo stesso, di consentire alle imprese agricole di sostenere la concorrenza internazionale.

La produzione di riso in Cambogia, sotto accusa per violazione di diritti umani (Caporalato e import fuorilegge Osservatorio Agromafie: Più tutele)
La produzione di riso in Cambogia, sotto accusa per violazione di diritti umani

Approfondendo...
Quasi 1 prodotto alimentare su 5, secondo le analisi della Coldiretti, importato che arriva in Italia non rispetta le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori - a partire da quella sul caporalato - vigenti nel nostro Paese.
 
La piaga del caporalato - sottolinea la Coldiretti - deve essere combattuta sia in Italia che all’estero da dove arrivano molti dei prodotti agroalimentari consumati in Italia, dal riso asiatico all’ortofrutta sudamericana fino alle nocciole turche che fanno concorrenza sleale alle imprese impegnate a garantire la tutela del lavoro, del territorio e della sicurezza alimentare.

Le nocciole dalla Turchia, le cui importazioni sono cresciute del +19% in valore nel 2019, arrivano da un Paese sul quale pende l’accusa di sfruttamento del lavoro delle minoranze curde, ma il problema riguarda anche i fiori dalla Colombia dove è stato denunciato lo sfruttamento del lavoro femminile. Senza dimenticare Paesi come il Myanmar, l’ex Birmania, sotto accusa per la brutale pulizia etnica contro la minoranza dei Rohingya. Sotto accusa sono peraltro le intese commerciali con le quali l’Unione Europea favorisce l’importazione agevolata in Italia di prodotti agroalimentari che sono ottenuti dallo sfruttamento del lavoro minorile, dal riso del Vietnam e dalla Cambogia accusata di violazione dei diritti umani dalla stessa Unione europea.
 
A pesare è anche l’accordo di libero scambio che l’Unione europea ha siglato con i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela) su alcuni dei quali gravano pesanti accuse del Dipartimento del lavoro Usa per sfruttamento del lavoro minorile per prodotti che arrivano anche in Italia. Se per l’Argentina sono segnalati preoccupanti casi dalla produzione dell’uva a quella di aglio, per il Brasile le ombre riguardano l’allevamento, mentre per il Paraguay problemi ci sono per lo zucchero di canna. Ma accuse di lavoro minorile riguardano anche altri prodotti importati in Italia: i gamberetti dalla Thailandia, i meloni dell’Honduras, il pesce dal Kenya e i fiori dall’Ecuador.
 
«È necessario che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro» ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. «Non è accettabile - ha concluso - che alle importazioni sia consentito di aggirare le norme previste in Italia dalla legge nazionale sul caporalato».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali



Pavoni
Cattel

Giordana Talamona
Molino Dallagiovanna