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L'estate terribile del riso: a Novara la siccità ne ha distrutto il 10%

A dirlo è l'Ente Nazionale Risi, che ha completato la valutazione dei danni sul territorio piemontese. Sono andati persi 3mila ettari a risaia, pari al 10% della superficie totale

di Stefano Calvi
 
27 settembre 2022 | 17:02

L'estate terribile del riso: a Novara la siccità ne ha distrutto il 10%

A dirlo è l'Ente Nazionale Risi, che ha completato la valutazione dei danni sul territorio piemontese. Sono andati persi 3mila ettari a risaia, pari al 10% della superficie totale

di Stefano Calvi
27 settembre 2022 | 17:02
 

La siccità dell’estate scorsa ha minato la risicoltura italiana. A confermarlo sono i dati che dimostrano cali produttivi mai visti prima. Se a Pavia la situazione è drammatica, altrettanto lo è anche in provincia di Novara in Piemonte. A delineare questo quadro è l’Ente Nazionale Risi che dopo aver effettuato la valutazione dei danni causati dalla siccità sul territorio risicolo lombardo, ha completato anche la valutazione sul territorio piemontese.

Risaie alle porte di Novara  L'estate terribile del riso: a Novara la siccità ne ha distrutto il 10%

Risaie alle porte di Novara

La siccità ha distrutto il 10% del riso novarese 

L’utilizzo di immagini satellitari, elaborate con tecniche avanzate di intelligenza artificiale, ha permesso di stabilire che nella provincia di Novara, stando ad un comunicato diramato dall’Ente Risi, sono andati persi circa 3.000 ettari a risaia che rappresentano il 10% della superficie totale a riso del novarese. A queste perdite, che si sono concentrate soprattutto nei comuni di Cerano, Vespolate, Tornaco, Borgolavezzaro, Trecate, Bellinzago Novarese, Romentino e Barengo, si dovranno aggiungere danni parziali a coltivazioni che comunque verranno trebbiate. Per quanto riguarda la suddivisione dei danni nelle quattro tipologie merceologiche, si stima una perdita del 15% per il Medio, del 12% per il Tondo, del 10% per il Lungo A e del 7% per il Lungo B.

Risicoltori in difficoltà: 15 milioni dallo Stato 

Questa è la situazione difficile che vivono, in generale, i risicoltori che lanciano un grido di allarme in quanto non solo il raccolto è stato parzialmente distrutto dalla siccità, ma anche la situazione economica non è certo delle migliori perché condizionata dalla situazione internazionale e, gioco forza, dall’aumento del costo delle materie prime.  Lo sfogo del mondo agricolo è stato raccolto dal sottosegretario all’Agricoltura, Gian Marco Centinaio: via libera, una decina di giorni fa, in Conferenza Stato Regioni al decreto del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali che stanzia 15 milioni di euro per i risicoltori italiani. Si tratta di un aiuto di Stato temporaneo alle imprese, a parziale ristoro dei maggiori costi sostenuti a seguito della crisi causata dalla guerra in Ucraina, del livello record raggiunto dai prezzi delle materie prime energetiche e anche in considerazione della siccità che ha duramente colpito quest’anno l'Italia e che ha compromesso alcune produzioni, come appunto, quella del riso. 

 

 

«Con questo decreto aiutiamo un settore che negli ultimi mesi è stato particolarmente penalizzato. Oltre alle difficoltà legate ai rincari e alla crisi generata dal conflitto in Ucraina si è aggiunta una drammatica siccità che ha bruciato migliaia di ettari e reso improduttivi tanti terreni, mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza di una filiera molto importante per il Paese - spiega Centinaio - È un provvedimento che dà un'iniezione di fiducia a un comparto strategico dell’agroalimentare made in Italy». 

Gian Marco Centinaio  L'estate terribile del riso: a Novara la siccità ne ha distrutto il 10%

Gian Marco Centinaio

Attenuare l'aumento dei costi 

Sul tema interviene anche il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà che afferma in queste ore: «Il Decreto è la conferma dell’attenzione nei confronti del settore e permetterà alle aziende risicole italiane di attenuare l’aumento dei costi dei fattori produttivi verificatesi a causa dell’evento bellico ucraino e delle gravi perdite subite dalla siccità». 

 

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