Piovono richieste d’aiuto dalla
ristorazione. La situazione drammatica che si sta protaendo ormai da un anno (già compiuto) sta falcidiando il settore tra attività già chiuse, altre che stanno per farlo, altre ancora che sicuramente lo faranno nel breve periodo; e quando si parla di attività non bisogna certo immaginarsi solo una saracinesca che si abbassa e un
ristoratore che deve piegarsi ai conti che non tornano perché quando si parla di un’attività che chiude bisogna sempre pensare ai
lavoratori che quella attività la mandano avanti e che grazie ad essa possono mantenere una
famiglia.
Preoccupa la mancanza di prospettiveQuel che più scoraggia è sempre la mancanza di una
prospettiva. Gli esperti hanno di fatto annunciato che siamo entrati nella fase della terza ondata, che arriva dopo un Natale senza aperture e una coda di inverno a
singhiozzo. Nel mezzo una serie di promesse su un ammorbidimento delle restrizioni per i ristoranti (come l’apertura serale in
zona gialla e a pranzo in quella arancione) e alcune misure di ristoro che erano solo degli assaggi, degli aperitivi di quello che, in realtà, tutto il mondo dell’Horeca ha bisogno per sopravvivere.
Claudio Sadler
L'appello di Claudio SadlerLa voglia di farsi sentire nonostante l’amarezza, la
rabbia, lo sconforto non manca. L’ultimo in ordine di tempo a “metterci la faccia” è stato
Claudio Sadler, uno dei decani della ristorazione italiana, con 34 anni di esperienza alle spalle. In un video che ha voluto lui stesso diffondere ha lanciato l’
appello alle istituzioni e, in particolare, al neo Premier,
Mario Draghi.
«È un anno di grande
sofferenza per tutti i ristoranti, i bar, le pasticcerie, i catering - ha detto - ognuno ha dovuto tenere chiuso e fermarsi o per un anno intero o in maniera alternata e lavorando sempre a orari ridotti: è un disastro. Siamo in una situazione economicamente drammatica, le attività sono sull’orlo del fallimento. Molti
dipendenti verranno licenziati se la situazione continuerà molto».
Sadler, che a
Milano gestisce due locali (
Sadler e Chic’n Quick) ed è anche presidente dell’associazione Le Soste, prosegue: «Abbiamo fatto la nostra parte tenendo chiusi i ristoranti, aiutando la società per sconfiggere questa pandemia, ma ora è arrivato il momento di avere il riconoscimento da parte della
collettività e quindi anche del Governo Draghi che si è insediato da poco tempo e che ci deve aiutare ad avere questo
sostentamento, questi ristori a fondo perduto affinché le attività possano riprendere il proprio lavoro, in sicurezza, fino al momento in cui i vaccini saranno somministrati a tutti. Il problema però è vivere questo momento, dobbiamo essere aiutati in questo momento. Parlo per me, ma anche per molti miei colleghi che non hanno la possibilità di esprimersi, dobbiamo aiutare tutti quanti».
La situazione ristoriSul tavolo restano in sospeso molte questioni, come, appunto, quella dei ristori o del Bonus ristorazione. Il prossimo decreto partirà dalle proposte della maggioranza, come la cancellazione dei codici
Ateco. Si pensa anche di fare «confronti e calcoli sulle annualità - ha detto il viceministro all’Economia,
Laura Castelli - non più
mensilità e si considererà il calo di fatturato, con tetti più alti». Infine, Castelli ha spiegato che per la montagna ci sarà un intervento ad hoc, come richiesto dalle Regioni, e che si terrà conto degli alti costi fissi del settore.
Già disponibili 32 miliardi di euro
Sul tavolo ci sono i 32 miliardi di scostamento di bilancio già deciso a dicembre dal Governo Conte con l’allora ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Ma a valere su questi, ci sono circa 10-12 miliardi di contributi a fondo perduto che attendono una più precisa collocazione. Il problema è che queste somme sembrano insufficienti per sostenere tutte le nuove spese: dalla proroga della cassa integrazione (8 settimane in più di Cig e 26 di cassa Covid così da disinnescare lo sblocco dei licenziamenti che va comunque verso un'estensione al 30 aprile) alle spese per la sanità (due miliardi per vaccini, antivirale, trasporto e somministrazione), passando per le varie esigenze dei ministeri e gli aiuti economici alle aziende colpite dalle nuove limitazioni. Necessità che rischiano di richiedere un nuovo scostamento di bilancio.
Da qui l’idea che, anziché essere il capitolo finale di una lunga serie, il decreto sostegno possa segnare l’inizio di una nuova epopea. D’altronde, nelle intenzioni dell’Esecutivo, all’interno del prossimo decreto dovrebbero finire anche interventi a favore delle famiglie (leggi: congedo parentale, per cui verranno stanziati circa 200 milioni di euro) e dei contribuenti (soprattutto per quanto riguarda le rate della rottamazione delle cartelle esattoriali).
Come confermato da Castelli, con il nuovo decreto, il Governo punta a superare il vecchio criterio dei codici Ateco e delle perdite di fatturato riferite al solo mesi di aprile 2020 per passare al rimborso dei costi fissi sostenuti dalle aziende costrette alla chiusura o alla ridotta attività. Rimborsi che saranno accessibili a quelle imprese e partite Iva che abbiano subito oltre il 33% di perdite in tutto il 2020 (ma la soglia potrebbe anche abbassarsi a una forbice fra il 28 e il 30% delle perdite).
Inoltre, sempre sul tema indennizzi, la bozza del decreto legge "Sostegno" prevede la creazione di una nuova piattaforma gestita da Sogei (Società generale d'informatica, controllata al 100% dal Mef) per l’erogazione dei ristori alle attività colpite dalle chiusure. L’obiettivo del governo è quello di erogare i primi indennizzi dopo 10 giorni e comunque entro il 30 aprile. Il nuovo schema per gli aiuti alle attività economiche colpite dalla crisi dovrebbe coinvolgere 2,7 milioni tra imprese e professionisti con fatturato fino a 5 milioni.
Per la montagna, intervento ad hocPer la montagna,
costretta a rinunciare alla stagione invernale che per molte aziende costituiva una fetta importante del proprio fatturato, si pensa a un intervento specifico; sebbene sia difficile tratteggiare i confini dell’indotto da ristorare per le mancate aperture degli impianti da sci (e che denuncia una perdita di settore di 10 miliardi di euro). La cifra da erogare dovrebbe attestarsi intorno ai 4,5 miliardi di euro e dovrebbe essere
concessa solo ai territori compresi nelle zone rosse. Ma i
criteri finali sono ancora allo studio del Tesoro. Un primo plafond di 600 milioni verrà messo a disposizione nel decreto "Sostegno", il resto degli indennizzi finirà in un provvedimento apposito.
Il tema fiscaleAndando più nello specifico per quanto riguarda il tema
fiscale, il ministero dell'Economia è al lavoro per
la proroga delle scadenze dei versamenti delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio dovuti al primo marzo (ma già prorogate al 30 aprile). Tra le misure fiscali allo studio, per esempio, c'è la cancellazione delle cartelle inesigibili pre-2015 per un valore di circa 400 miliardi di euro.
Per snellire la montagna di arretrati dovuti è anche allo studio l'ipotesi di un nuovo
saldo e stralcio per le cartelle inferiori a 5mila euro. In bilico invece la possibilità di un nuovo stop alla notifica delle cartelle esattoriali: congelato a più riprese l'invio di oltre 5 milioni di atti di riscossione potrebbe ripartire ma con una dilazione dei tempi nell'arco dei due anni bloccando i termini di prescrizione.