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Furto di gas, a processo 54 gestori di ristoranti, hotel e palestre

Accade a Roma. A essere coinvolti sono anche locali noti, come lo storico “I tre scalini” di piazza Navona. L'accusa è quella di aver forzato i sigilli e manomesso i contatori

 
27 settembre 2022 | 19:18

Furto di gas, a processo 54 gestori di ristoranti, hotel e palestre

Accade a Roma. A essere coinvolti sono anche locali noti, come lo storico “I tre scalini” di piazza Navona. L'accusa è quella di aver forzato i sigilli e manomesso i contatori

27 settembre 2022 | 19:18
 

Vanno a processo in 54: sono titolari di vari locali, ristoranti, palestre e hotel. L'accusa è quella di aver forzato i sigilli e manomesso i contatori per rubare il gas. Accade a Roma e, secondo quanto riporta il Corriere, a essere coinvolti nell'indagine sono anche nomi importanti della ristorazione capitolina

Un contatore del gas Furto di gas, a processo 54 gestori di bar, ristoranti, hotel e palestre

Un contatore del gas

Contatori manomessi per rubare il gas 

Il furto sarebbe stato realizzato in maniera "classica", manomettendo i contatori, e risalirebbe al 2016. Non è stato possibile quantificare il gas rubato. Al processo, che dovrebbe iniziare a marzo del prossimo anno, Italgas si è costituita parte civile. Alla sbarra nomi illustri. 

Ci saranno infatti il titolare de "I tre scalini" in piazza Navona, locale storico aperto addirittura nel 1815, e quello di un altro ristorante storico, "I 4 Fiumi", che sorge poco distante. E poi ancora "Vacanze Romane", sempre in piazza Navona, "La Cuccagna" in via Flaminia, l'Hotel Champagne di via Principe Amedeo e la "Locanda del pellegrino", in zona Campo de' Fiori, che ha però chiuso i battenti. 

Nel mirino anche le palestre 

Oltre alla ristorazione, nel mirino degli inquirenti anche numerose palestre e centri sportivi. Su tutti, il Salaria Sport Village, il più grande centro sportivo d'Italia, ma anche la Royal Fitness, palestra di via Barberini. 

Persino un fornaio 

Tra i coinvolti anche un fornaio di Tor Tre Teste. «Nel nostro caso il contatore era rotto, e non certo manomesso. Una volta cambiato, il mio assistito ha pagato meno», dice al Corriere l’avvocato Daniele Peppe, che lo difende. 

 

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