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Vino, Toscana regione sostenibile Il 30% dei vigneti presto “bio”

La Regione ha stanziato 15 milioni di euro per convertire la superficie agricola. E dal 31 dicembre 2021 sarà bandito il glifosato su tutto il territorio. Un comparto da 23mila imprese (con 11 Docg, 41 Doc e 6 Igt).

 
12 dicembre 2019 | 15:45

Vino, Toscana regione sostenibile Il 30% dei vigneti presto “bio”

La Regione ha stanziato 15 milioni di euro per convertire la superficie agricola. E dal 31 dicembre 2021 sarà bandito il glifosato su tutto il territorio. Un comparto da 23mila imprese (con 11 Docg, 41 Doc e 6 Igt).

12 dicembre 2019 | 15:45
 

È una regione sempre più orientata alla crescita sostenibile (e che di recente ha emanato una legge ad hoc sull'enoturismo) quella descritta nel corso della tavola rotonda “Toscana: il futuro è sostenibile”, organizzata da Valoritalia a Firenze, alla presenza di Marco Remaschi, assessore regionale all’Agricoltura, Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, Stefano Zanette, presidente di Equalitas, Francesco Liantonio e Giuseppe Liberatore, rispettivamente presidente e direttore generale di Valoritalia.

La tavola rotonda organizzata da Valoritalia (Vino, Toscana regione sostenibile Il 30% dei vigneti presto bio)

La tavola rotonda organizzata da Valoritalia

Dal nuovo intervento da circa 15 milioni di euro nell’ambito del Psr 2014-2020 per arrivare al 30% di superficie agricola convertita al biologico allo stop al glifosate dal 31 dicembre 2021 per l’intero territorio regionale, in anticipo rispetto alle linee dell’Unione europea; dalla messa a punto di protocolli di autovalutazione della sostenibilità aziendale ai meccanismi di salvaguardia ambientale introdotti nell’ambito dei fondi Ocm Vino. Quello che è emerso dall’incontro è infatti il ritratto di un modello vitivinicolo virtuoso, riconosciuto come esempio di “buone prassi” improntate alla sostenibilità e all’innovazione in campo agricolo che, non a caso, è il protagonista del nuovo numero del magazine trimestrale Valorimag, pubblicato dall’ente certificatore leader in Italia nelle attività di controllo sui vini Docg, Doc e Igt e presentato oggi a margine della tavola rotonda. Una monografia - scaricabile anche dal sito www.valoritalia.it - che raccoglie in 90 pagine punti di vista, riflessioni e approfondimenti su una delle regioni portabandiera del made in Italy enoico.

A dimostrare inoltre lo spirito avanguardista verso questi temi, le testimonianze di Sandro Sartor, CEO di Ruffino (tra le prime grandi aziende italiane che hanno creduto nel Bio), Michele Manelli dell’azienda Salcheto (una delle cantine pioniere certificate Equalitas) e Giovanni D’Orsi di Casaloste (prima azienda biologica certificata di Panzano in Chianti nel 1994).

«Il solco tracciato dagli stessi produttori - spiega l’assessore alle Politiche agricole della Regione Toscana, Marco Remaschi - è stato avvalorato negli anni da politiche agricole regionali lungimiranti, messe in campo attraverso i fondi europei. Basti citare, ad esempio, i 26 progetti finanziati per oltre 6,5 milioni di euro, a dimostrazione che la Regione, interpretando al meglio il generale cambio di passo a vantaggio della salute del consumatore, della salvaguardia della biodiversità e dei paesaggi viticoli, ha fatto proprie le istanze del settore, che si è sempre distinto per attitudine all’innovazione».

Un comparto, quello del vino toscano, che attualmente supera le 23mila imprese, dislocate per oltre due terzi in aree destinate alle produzioni di vini Dop, che coprono più del 92% della superficie vitata regionale (60mila ettari). A fare da valore aggiunto, 11 Docg, 41 Doc e 6 Igt. Si aggira intorno a un miliardo di euro, pari all’11% del totale nazionale indicato da Ismea, il fatturato generato dalla filiera dei vini Dop e Igp imbottigliati, di cui circa 550 milioni fanno capo all’export (57% nei Paesi extra Ue; 43% nei Paesi Ue). Risultati frutto di ingenti investimenti realizzati grazie ai fondi Ocm Vino, che dal 2000 ad oggi superano i 307 milioni di euro, e al Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, che al quinto anno di programmazione ha destinato risorse per un valore di 867 milioni di euro con 61 bandi pubblicati (in pratica il 91,3% della dotazione finanziaria totale prevista dal programma).

Non solo: grazie alla Misura Ocm Vino “Ristrutturazione e riconversione dei vigneti” negli ultimi dieci anni oltre il 45% dei vigneti è stato rinnovato. Un dinamismo che si riscontra anche sul fronte bio, dove oltre 5mila operatori (il 6,6% del totale nazionale) lavorano per il continuo miglioramento delle coltivazioni rispettose dell’ambiente che aumentano di anno in anno. Nel 2018, con un incremento di oltre il 6% sul 2017, la superficie coltivata in Toscana ad agricoltura biologica ha infatti superato i 138mila ettari, coprendo il 7,1% del totale nazionale. Guardando solo al settore vitivinicolo, con oltre 15mila ettari, la quota toscana supera il 14% delle superfici biologiche in Italia (fonte: elaborazioni Sinab).

«Dall’arte al vino - ha dichiarato il presidente di Valoritalia, Francesco Liantonio - la Toscana rappresenta la qualità in ogni sua declinazione e da decenni vanta un ruolo da protagonista sul piano produttivo e nella percezione dei consumatori. Tra i fattori che sono alla base di questo successo sicuramente le scelte lungimiranti e il lavoro condiviso tra consorzi, aziende, enti di certificazione e istituzioni che hanno consentito a questa regione di diventare un modello di riferimento anche quando si parla di sostenibilità e innovazione. La Toscana è di fatto un laboratorio dove si sperimenta continuamente e dove spesso si gettano le basi per i futuri trend.

Basti ricordare che per prima ha valorizzato il turismo del vino, facendo da incubatore a quel fenomeno che oggi esprime un valore tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro e varando addirittura in anticipo sulle altre regioni italiane una legge che disciplina le attività enoturistiche delle proprie cantine, e che ancora prima che diventasse una pratica diffusa ha promosso la produzione biologica in chiave partecipata attraverso il biodistretto di Greve poi allargato in biodistretto del Chianti».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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