L'accusa è di frode in commercio per la presunta importazione, il 13 febbraio 2020, di grano registrato come pugliese (circa 4.575 tonnellate), ma in realtà acquistato da una società francese, la Cavac: così il pastificio De Cecco di Fara San Martino, il terzo produttore italiano di pasta, è finito nel mirino della procura di Chieti che indaga sui vertici dell'azienda.
Dal 2018 c'è l'obbligo di indicare in etichetta l'origine del grano
In particolare, come riporta
Abruzzo web, sono tre gli
avvisi di garanzia emanati nei confronti del presidente
Filippo Antonio De Cecco, di
Mario Aruffo, direttore acquisti, e
Vincenzo Villani, ex direttore controllo qualità, a seguito delle indagini dei carabinieri dei Nas che, passando al setaccio hard disk e posta elettronica aziendale, avrebbero, appunto, scoperto che a svariate tonnellate di grano importato dalla Francia sarebbe stata
cambiata origine, facendolo risultare come grano italiano, senza adeguata comunicazione al consumatore in etichetta.
Provenienza del grano in etichetta: obbligo dal 2018L’
obbligo di
indicare la reale
origine del grano impiegato nella pasta è, infatti, scattato in Italia il 13 febbraio 2018 per garantire trasparenza sulle scelte di acquisto dei consumatori e sostenere i produttori italiani.
Una decisione fortemente sostenuta anche dagli
italiani che nell’82% dei casi
dichiarano di
privilegiare l’acquisto di
prodotti Made in Italy al 100% per sostenere l’economia, l’occupazione e il territorio in questo delicato momento di emergenza Covid.
L'Antritrust: no a dicitura Made in Italy con grano stranieroLa stessa
Antritrust è recentemente intervenuto per garantire il
rispetto delle
informazioni ai consumatori nelle
confezioni sugli
scaffali dei supermercati per quanto riguarda l’origine del grano impiegato nella pasta, nel rispetto delle norme in vigore.
L’Autorità ha, infatti, imposto di
rinunciare alla dicitura
Made in
Italy nel caso di utilizzazione di
grano proveniente da
Paesi stranieri quando la mancanza di informazioni precise o altrimenti la loro collocazione in posizione marginale sull’imballaggio induca in errore il consumatore.
Il dietrofront di De Cecco: eliminiamo quelle scritteCosì, nel corso del procedimento,
De Cecco ha presentato una
proposta di
impegni, accettati dall’Autorità, promettendo di eliminare, dalla parte frontale, le diciture “Metodo De Cecco”, “ricetta da oltre 130 anni” e “Made in Italy”, nonché la bandierina italiana tricolore, mentre sarà inserita la dicitura: “I migliori
grani italiani,
californiani e
dell’Arizona”, in modo da “garantire al
consumatore una informazione completa, fin dal primo contatto, sull’origine, talvolta estera, del grano utilizzato nella produzione della pasta”.
Italia: 3,76 milioni di tonnellate di grano prodotte nel 2020Una
aspettativa che va
tutelata con adeguati
controlli per garantire il rispetto delle
norme in vigore. La
produzione di
grano duro
nazionale per la
pasta nel 2020 secondo l’Istat si colloca a 3,76 milioni di tonnellate con le
importazioni che rappresentano attorno al 25%, una percentuale in riduzione negli ultimi anni anche grazie all’obbligo di indicare l’origine del grano fortemente voluto dalla Coldiretti.
La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra però con anni di
disattenzione e
abbandono che nell’ultimo decennio hanno portato alla scomparsa di 1 campo su 5 dopo con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati con effetti dirompenti sull’economia, sull’occupazione e sull’ambiente. Una situazione aggravata dalla
concorrenza sleale delle importazioni dall’estero soprattutto da aree del Pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore nel nostro Paese.