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Aglio di Voghiera Dop - SCHEDA

 
01 gennaio 2013 | 10:41

Aglio di Voghiera Dop - SCHEDA

01 gennaio 2013 | 10:41
 

Raffinato e mai pungente, l’aglio di Voghiera Dop rende speciale ogni piatto da gourmet. Rinomato per il suo gusto dolce, delicato e fresco, è la sintesi naturale di enzimi, vitamine, flavonoidi e sali minerali che insieme creano un’anima aromatica e genetica unica e inimitabile.



Nome scientifico
Allium sativum

Caratteristiche
Di colore bianco luminoso e uniforme, raramente striato di rosa, il bulbo dell’aglio di Voghiera Dop è di grossa pezzatura e ha una forma rotondeggiante, leggermente appiattita nel punto in cui s’inserisce l’apparato radicale. È formato da una corona di pochi, grandi, spicchi regolari (chiamati bulbilli), uniti e ben compatti tra loro, avvolti da sottili tuniche bianche o striate di rosa, con una tipica curvatura esterna. Il suo sapore gentile e mai troppo acre, si accompagna a un tipico aroma, caratterizzato dall’abbondante presenza di allicina potente battericida che si sviluppa al momento dello schiacciamento o del taglio degli spicchi.

Zona di produzione
L’aglio di Voghiera viene coltivato nei territori del comune di Voghiera, di Masi Torello, Portomaggiore, Argenta e Ferrara. Tutti i comuni citati sono in provincia di Ferrara.

Metodo di ottenimento
Rotazione colturale. L’aglio di Voghiera è una coltura di rinnovo: la sua rotazione deve essere almeno di quattro anni.
Preparazione del terreno. Il terreno deve essere arato di modo che, al termine, prima della semina, appaia livellato e ben frantumato, per consentire un adeguato scolo delle acque. Il ciclo di coltivazione è annuale con semina in autunno.

Produzione del “seme”. Il bulbillo scelto è caratterizzato da uniformità di pezzatura e di colore, si presenta sempre inoltre turgido e carnoso. Per l’ottenimento del materiale da seminare è necessario inizialmente selezionare manualmente i bulbi, detti “teste”, dai mazzi di aglio della partita destinata alla semina; a seguire vengono eliminati manualmente i bulbilli esterni al bulbo detti “denti”; quindi i bulbi vengono schiacciati, manualmente o meccanicamente; eliminate le tuniche esterne di contenimento; infine i bulbilli vengono selezionati, manualmente o con l’ausilio di una selezionatrice meccanica.

Semina. La semina avviene tra il 15 settembre e il 30 novembre manualmente o con l’aiuto di macchine agevolatrici.
Raccolta. L’estirpazione dell’aglio di Voghiera avviene dal 10 giugno al 31 luglio completamente a mano o con l’ausilio di macchine agevolatrici. La commercializzazione a seguito della raccolta varia a seconda della tipologia: l’aglio verde/fresco è immesso al consumo tra il primo e il quinto giorno dopo l’estirpazione, l’aglio semisecco tra il sesto e il decimo giorno dall’estirpazione, la tipologia secca dopo l’undicesimo giorno.

Essicazione. Dopo essere stato estirpato, il prodotto deve subire un’essicazione naturale. Tale procedura può avvenire in pieno campo, per un periodo di tempo variabile tra i 5 e i 10 giorni, in azienda tra i 10 e i 40 giorni o in camere isolate con atmosfera controllata per un periodo da 24 a 36 ore.

Legame con l’ambiente
L’aglio di Voghiera deve il suo prestigio e le sue particolari caratteristiche anche ad un terreno argilloso, ricco di sabbie di origine fluviale, le quali favoriscono il drenaggio sotterraneo delle acque, una delle principali cause dell’eccezionale serbevolezza dei bulbi di questa pregiata varietà. Tra gli altri fattori che rendono speciale questo aglio rientra certamente il clima tipico della Pianura Padana Ferrarese, temperato e asciutto.

Non meno importante è il fattore umano. Sono i produttori infatti che curano da sempre con particolare attenzione le tecniche di irrigazione durante il periodo di semina e di raccolta; che, con capacità affinata e tramandata di generazione in generazione, selezionano a mano i bulbi “teste” migliori da cui ricavare il materiale da seme; che preparano con cura e a mano mazzi, trecce, treccine e bulbi singoli.

Riferimenti storici
Voghiera ebbe un ruolo predominante nella zona padana, almeno fino all’VIII secolo d.C., fungendo da dogana per le merci che attraverso il Po erano destinate al nord-est dell’impero. Nella sua storia, fondamentale è l’esperienza estense, durante la quale i signori di Ferrara ne rilanciarono il territorio, incentivando tutte le coltivazioni possibili nella zona, prime tra tutte l’aglio.

Tipologie

  • Aglio fresco/verde. Presenta lo stelo verde e la tunica esterna del bulbo ancora allo stato fresco; il bulbo si presenta esternamente di colore bianco e bianco avorio e può presentare una striatura di colore rosato.
  • Aglio semisecco. Presenta lo stelo e la tunica esterna del bulbo non completamente secchi; il bulbo esternamente è di colore bianco e bianco avorio e può presentare una striatura rosata.
  • Aglio secco. Presenta lo stelo e la tunica esterna del bulbo nonché la tunica che avvolge ciascun bulbillo completamente secchi; il bulbo si presenta esternamente di colore bianco e sono evidenti i bulbilli.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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