Trentamila forme di Grana Padano distrutte, per un valore di svariati milioni di euro. È un primo, sommario, conteggio dei danni dell’incendio divampato giovedì pomeriggio in un’azienda casearia di Leno, in provincia di Brescia.
L'incendio al caseificio (foto: Giornale di Brescia)
La quantità di forme che sarebbero andate in fumo equivalgono a circa metà della produzione dell’azienda, che ne produce ogni anno circa 70mila. Le stime parlano di un danno di circa 9 milioni di euro solo per quel che riguarda il formaggio distrutto.
Le fiamme sono divampate durante i lavori di ampliamento della ditta: «Ha preso fuoco del materiale plastico presente sul cantiere – ha spiegato il presidente del Consorzio del Grana Padano,
Nicola Baldrighi, raggiunto telefonicamente da Italia a Tavola – poi l’incendio è sfuggito di mano. Le fiamme hanno distrutto gran parte del caseificio, la zona di produzione del formaggio e un magazzino. Si è salvato solo quello che avevano costruito più recentemente, dove sono stoccate le forme più avanti di stagionatura»
Nel frattempo, già in serata Arpa Lombardia ha attivato il gruppo specialistico di contaminazione atmosferica che "installerà un campionatore ad alto volume per la rilevazione delle diossine e Ipa (Idrocarburi Policiclici Aromatici)". I primi rilievi effettuati dai tecnici escludono presenza di inquinanti nell'aria.