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Rimborsi “gonfiati”, arrestato il direttore della Fiera di Bergamo

 
03 luglio 2019 | 15:49

Rimborsi “gonfiati”, arrestato il direttore della Fiera di Bergamo

03 luglio 2019 | 15:49
 

Sette indagati nell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza della città lombarda. L’accusa per Stefano Cristini, ora ai domiciliari, è di peculato. Sospeso il segretario generale Luigi Trigona, anche lui indagato.

L’accusa è ben circostanziata: i bilanci dell’Ente Fiera di Bergamo sarebbero stati gonfiati ad hoc per 140mila euro, simulando falsi rimborsi spese intestati ad ignari dipendenti, per intascarsi indebitamente il denaro. È questo il motivo che ha spinto la procura di Bergamo a chiede l’arresto per il direttore della Fiera, Stefano Cristini, fino questa mattina agli arresti domiciliari. Con lui nei guai sono finite altre sei persone, tutte denunciate a piede libero, tra cui il segretario generale Luigi Trigona e il presidente del collegio sindacale Mauro Bagini, entrambi sospesi dai rispettivi incarichi.

Terremoto all'interno della Fiera di Bergamo (Rimborsi gonfiati, arrestatoil direttore della Fiera di Bergamo)
Terremoto all'interno della Fiera di Bergamo

In meno di due mesi, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo e della Sezione di Polizia giudiziaria della Procura di Bergamo, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione, pedinamenti e acquisizione di testimonianze hanno raccolto una serie di elementi a carico del direttore Stefano Cristini, accusato di aver simulato falsi rimborsi spese intestati ad ignari dipendenti, per appropriarsi indebitamente, nel corso degli anni, di oltre 140 mila euro.

L’accusa è di peculato, in concorso con il cassiere e con altri personaggi chiave nella gestione della Promoberg. «Nel corso delle indagini - come specifica la Guardia di Finanza in un comunicato - sono emerse gravi responsabilità anche in capo al segretario generale Luigi Trigona, sospettato di aver avallato l’operato del direttore tecnico, nonché nei confronti del presidente del collegio sindacale dell’ente Mauro Bagini, il quale, per sminuire i fatti, avrebbe cercato di aggiustare la contabilità, accordandosi, con gli altri due indagati, sulla versione da fornire al Consiglio di Amministrazione, in sede di approvazione del bilancio del 2018».

La questione, all’interno dell’Ente Fiera, era nota al punto che molte tensioni si erano registrate nell’approvazione dei bilanci anche negli anni scorsi. Non a caso, anche l’Associazione dei commercianti, di cui il direttore della Fiera è espressione, aveva assunto già da tempo un atteggiamento più defilato nei suoi confronti. Ora, forse per la volontà di fare un po’ di pulizia nella gestione dei conti dell’Ente, il caso è scoppiato, fino all’apertura dell’inchiesta e all’arresto di questa mattina. Al provvedimento, firmato del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bergamo Federica Gaudino, su richiesta dei Sostituti Procuratori Emanuele Marchisio e Silvia Marchina, è stata data esecuzione alle prime luci dell’alba.

«I fatti che hanno portato ai provvedimenti assunti dall’Autorità Giudiziaria nei confronti dei vertici di Promoberg - ha detto il presidente della Provincia di Bergamo, Franco Gafforelli - colpiscono per la loro gravità. Spero che  tutti coloro che sono coinvolti in questa vicenda chiariscano la loro posizione. Promoberg deve poter operare al meglio e nel più breve tempo possibile, compito questo anche della Provincia che in qualità di socio di riferimento intende da subito intraprendere un confronto diretto, con tutte le associazioni ed il mondo economico che gravita attorno alla Fiera di Bergamo. Sarà mia cura come Presidente fissare una fitta serie di incontri, per capire come la Provincia di Bergamo, e il sottoscritto in qualità di Presidente, possa contribuire ad evitare pericolose situazioni di stallo o peggio ancora di conflitto che di certo non portano nessun vantaggio al territorio di Bergamo».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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