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I salumi italiani spopolano in Polonia Il Made in Italy punta ai nuovi mercati

L’agroalimentare italiano punta sempre di più sulla valorizzazione e sullo sfruttamento del proprio potenziale, soprattutto per quanto riguarda l’export, ampliando i propri orizzonti. È il caso ad esempio dei salumi che conquistano nuovi mercati, come quello polacco, dove la crescita è sostanziale.

03 ottobre 2018 | 11:57
I salumi italiani spopolano in Polonia 
Il Made in Italy punta ai nuovi mercati
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Il Made in Italy punta ai nuovi mercati

I salumi italiani spopolano in Polonia Il Made in Italy punta ai nuovi mercati

L’agroalimentare italiano punta sempre di più sulla valorizzazione e sullo sfruttamento del proprio potenziale, soprattutto per quanto riguarda l’export, ampliando i propri orizzonti. È il caso ad esempio dei salumi che conquistano nuovi mercati, come quello polacco, dove la crescita è sostanziale.

03 ottobre 2018 | 11:57
 

L’agroalimentare italiano punta sempre di più sulla valorizzazione e sullo sfruttamento del proprio potenziale, soprattutto per quanto riguarda l’export, ampliando i propri orizzonti. È il caso ad esempio dei salumi che conquistano nuovi mercati, come quello polacco, dove la crescita è sostanziale.

I numeri sulle esportazioni italiane relativamente al primo semestre 2018 sono positivi e lo sono ancor di più proprio perché a rimpolpare le cifre a segno “+” non sono solo i “grandi classici” - Germania, Francia, Usa, Regno Unito e Svizzera - che continuano a rappresentare oltre il 50% del nostro export. Nei primi 6 mesi le imprese italiane sono state infatti capaci di rafforzare la presenza anche in mercati “minori” con performance che lasciano ben sperare per i prossimi anni. Proprio su uno di questi, la Polonia e in particolare sul settore dei derivati della carne, si è concentrato il nuovo “Focus Salumi” presentato nel corso del 3° Forum Agrifood Monitor organizzato da Nomisma e Crif.

(I salumi italiani spopolano in Polonia Il Made in Italy punta ai nuovi mercati)

«Le imprese italiane che producono carni e salumi - dichiara Stefano Baldi, project manager dell’Area Agroalimentare di Nomisma - già da qualche anno stanno affrontando importanti sfide sia sul mercato domestico sia su quello estero. Per questo motivo, abbiamo scelto di supportarle mettendo a frutto la nostra expertise e aprendo una linea di attività di consulenza dedicata. L’obiettivo è quello di fornire dati e informazioni per rispondere alla crescente esigenza di conoscere meglio i mercati e di realizzare strategie di marketing più mirate e quindi efficaci».

Come sottolineato da Niccolò Zuffetti, marketing manager di Cribis, «la rischiosità commerciale del settore delle carni in Polonia è mediamente in linea con quella dei nostri maggiori partner europei e sempre più bassa di quella italiana, soprattutto nel commercio all'ingrosso e nella Gdo. Questa bassa rischiosità commerciale, unita alla presenza di un buon numero di player, rappresenta una chance importante per le nostre imprese esportatrici di carne, pur stando molto attenti a indentificare Importatori e distributori affidabili e in grado di offrire opportunità di sviluppo a lungo termine».

Parte del merito per questi numeri confortanti è da accreditare anche alla Polonia stessa, capace di portare avanti un percorso di crescita dinamico e solido, pur essendo ancora oggi considerato un paese emergente; i tassi di crescita degli ultimi anni e le buone prospettive di sviluppo economico rappresentano segnali confortanti sulle possibilità di business delle imprese agroalimentari italiane in questo Paese. La Polonia rappresenta per altro un Paese dal forte potenziale quantitativo visti i 40 milioni di abitanti, ma anche qualitativo, visto il bassissimo tasso di disoccupazione (3,5%).

Nomisma ha effettuato un’analisi della domanda di salumi in Polonia attraverso attività di market intelligence e di consumer insight, quest’ultima finalizzata a valutare il posizionamento, la reputation e perception dei salumi italiani. I numeri sulle vendite di salumi svelano come in Polonia si consumino già ora quantità consistenti di prodotti made in Poland (circa 8 kg pro capite contro i 17 in Italia) in virtù di una tradizione locale che vede salsicce fresche e prosciutti cotti e affumicati come i prodotti più diffusi.

(I salumi italiani spopolano in Polonia Il Made in Italy punta ai nuovi mercati)
 
L’indagine realizzata da Nomisma su 800 responsabili di acquisto mette in luce inoltre come il consumo di salumi sia già ampiamente diffuso tra la popolazione (circa l’80% dei responsabili di acquisto acquista salumi almeno 2-3 volte alla settimana) anche se, anche in conseguenza dell’ancora limitata capacità di acquisto delle famiglie, il prezzo risulta una delle principali discriminanti nella scelta dei prodotti, tant’è che il principale canale di acquisto è rappresentato dai discount (31% di chi acquista salumi lo fa in questa tipologia di punti vendita). Il secondo criterio che guida la scelta di acquisto è l’origine polacca del prodotto, ma allo stesso tempo oltre il 70% di chi acquista derivati della carne dichiara di aver comprato salumi stranieri almeno una volta negli ultimi 12 mesi.

L’Italia si attesta come uno dei primi Paesi di origine dei prodotti di importazione sia per numero di responsabili di acquisto (il 36% ha infatti dichiarato di aver consumato un salume italiano negli ultimi 12 mesi) sia per qualità percepita.

Poi c’è il grado di soddisfazione con il 59% dei consumatori polacchi di salumi che ammette di essere disposto a spendere almeno il 5% in più per acquistare un prodotto di origine italiana. Sono soprattutto uomini, tra i 40 e i 60 anni con un reddito medio-alto, istruiti, con un’attenzione per i prodotti biologici e per le informazioni riportate in etichetta e, last but not least, che hanno visitato l’Italia nell’ultimo anno.

C’è di più. Agroalimentare e turismo viaggiano ancora a braccetto e anche questa ricerca lo testimonia: la Polonia, infatti, è nella Top10 dei Paesi di origine dei turisti arrivati in Italia (circa 2% degli arrivi totali dall’estero); inoltre, negli ultimi 5 anni, se gli arrivi di turisti in Italia da Paesi esteri sono incrementati del 24%, quelli dalla Polonia hanno subito un aumento quasi doppio (+47%).

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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