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Toscana, non solo vino Anche il cibo sale in cattedra

di Vincenzo D’Antonio
 
10 giugno 2019 | 11:34

Toscana, non solo vino Anche il cibo sale in cattedra

di Vincenzo D’Antonio
10 giugno 2019 | 11:34
 

Grande successo a Siena per l’edizione zero di BuyFood Toscana, vetrina internazionale dedicata ai prodotti Dop, Igp e Agriqualità della regione.

Non poteva esserci nell’ambito di tutta la Toscana un palcoscenico migliore, per quanto suadentemente evocativo, sul quale esibire quanto i toscani sanno fare nel settore dell’agroalimentare di qualità. La Siena del Campo, con la Torre del Mangia e la Piazza a conchiglia, e l’Allegoria del Buon Governo, il famoso affresco dipinto da Ambrogio Lorenzetti all’interno del Salone della Pace del Palazzo Pubblico.

Prodotti gastronomici toscani (Toscana, non solo vino Anche il cibo sale in cattedra)
Prodotti gastronomici toscani

E davvero di Buon Governo trattasi, inteso come elaborazione, assimilazione e condivisione di una visione strategica in simbiosi tra componente pubblica e componente privata, allorquando si progetta e si realizza un evento quale BuyFood Toscana la cui edizione zero (quanta saggia arguzia toscana nel denominarla “zero” e non “prima”) è stata organizzata dalla Regione Toscana in collaborazione con PromoFirenze, azienda speciale della Camera di Commercio di Firenze. Valente quanto pressoché indispensabile la collaborazione del Comune di Siena e il supporto della Fondazione Qualivita. L'evento si è anche avvalso della sinergia di Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana che promuove ristoranti e botteghe che utilizzano prodotti tipici del territorio toscano.

BuyFood Toscana ha innescato una commutazione paradigmatica nella comunicazione e nella percezione di quanto la Toscana sa produrre sul suo territorio e sa offrire al mercato globale. Si sdogana il food, che è sempre stato considerato il lato B dell’offering toscano al cospetto di un poderoso lato A costituito dal wine. Insomma, con questa manifestazione il food cessa di essere figlio di un dio minore e diviene, come doverosamente gli compete, l’altra faccia della proposta complessiva (vino & cibo) della Toscana.

Finocchiona (Toscana, non solo vino Anche il cibo sale in cattedra)
Finocchiona

Oltre 50 buyer, in prevalenza europei e con significative presenze dall’America e dall’Asia, hanno avuto modo di intessere incontri b2b nel fascinoso Complesso di Santa Maria della Scala, confrontandosi ed avviando trattative con 50 aziende toscane e 16 Consorzi e associazioni di tutela. Un percorso non facile, insidioso talvolta per quanto competitivo e maculato dal flagello dell’Italian sounding è quello che porta a confrontarsi oggi sul mercato divenuto globale e digitale. Un percorso tuttavia necessario volto, come sovente abbiamo sentito dire dai protagonisti, ad inserire appropriatamente la consonante “r” nella parola “contatto” affinché si addivenga al pragmatico quanto necessario obiettivo del “contratto”.

Lo scenario dell’istante induce ad un prudente ottimismo nella consapevolezza che non si sta partendo da zero. Difatti la Toscana è la nona regione d’Italia per valore prodotto nell’ambito dell’agroalimentare a indicazione geografica: siamo a circa 130 milioni di euro, (stime di Ismea per BuyFood). Trend positivo: aumento di circa l’8% sull'anno precedente per i 31 prodotti Dop, Igp e Agriqualità della Toscana. Complessivamente il settore agroalimentare toscano genera un valore aggiunto di 3,5 miliardi di euro, pari al 6% del totale nazionale, impiegando circa 74mila occupati, pari al 4% circa del totale degli occupati nella regione. Poco più di 13mila le persone dalle diverse competenze, che lavorano nella filiera dei prodotti certificati.

Una filiera che, lo sanno bene gli attori che in tale luminosa prospettiva si prodigano, sa ramificarsi nella ricca vastità dell’emergente fenomeno del turismo correlato alla scoperta non solo delle cantine (l’enoturismo in Toscana è fenomeno consolidato e funge da best practice per le altre regioni) ma anche dei luoghi di coltivazione e di manifattura dei prodotti agroalimentari.

La posizione geografica insieme al fiume carsico della storia, almeno nel percorso dei suoi ultimi quattromila anni, collocano la Toscana tra i punti focali dell’area mediterranea, di essa esaltando la sacra triade: grano, ulivo, vite. Tralasciando quest’ultima, regina già conclamata nel mondo con la sua derivazione “vino”, analizziamo la derivazione “olio” dell’ulivo: 18 milioni di euro, 11mila produttori, 68mila ettari coltivati, ed analizziamo, del grano, le derivazioni “pane” e “dolci” che costituiscono una fetta significativa sia in valore che in asset intangibile delle produzioni Dop ed Igp della Toscana: il Pane Toscano, i Cantuccini Toscani, i Ricciarelli di Siena, il Panforte di Siena. 85 i produttori coinvolti e 1.400 gli ettari di superficie agricola per la produzione delle materie prime.

Prosciutto toscano (Toscana, non solo vino Anche il cibo sale in cattedra)
Prosciutto toscano

E ancora, il patrimonio zootecnico con le carni fresche (12,4 milioni di euro, 722 allevamenti, 5.650 capi bovini, 11.700 capi ovini e poco meno di 8mila capi suini) e con la loro derivazione “salumi” (prosciutto e finocchiona) che valgono 50 milioni di euro, così collocando la Toscana al quinto posto in Italia. E come potremmo tacere della derivazione “latte”? Con 715 allevamenti dedicati, il comparto dei formaggi ovini Dop genera un valore di 30 milioni di euro, collocando la Toscana all’ottavo posto in Italia. Trattandosi di cibo, ci si potrebbe mai limitare al “vedere e non toccare”? Garbati show cooking hanno consentito di vedere comprovate le proposte di cucina per le Dop e le Igp toscane.

Proposte che, ne siamo persuasi, nelle edizioni a venire diverranno maggiormente articolate ed attrattive sia pensando ai consumi in casa che a quelli fuori casa con conseguenti coinvolgimenti sia del retail che della ristorazione. La forza dei prodotti Dop ed Igp della Toscana, conseguenza di sedimentazione bimillenaria dell’accresciuta cultura delle colture e dei pascoli, risiede anche nella loro naturale vocazione a sapere e volere cantare in coro; addirittura essi privilegiano la performance corale a quella solista. Difatti, giammai casualmente le ricette della tradizione, che alcuni consorzi hanno saputo brillantemente presentare in edizione innovata, contemplano quasi sempre ben più di un solo ingrediente Dop o Igp.

BuyFood Toscana in questa edizione “zero” ha saputo e voluto, con suadente garbo ed elegante portamento, raccontare al mondo che in questa regione dell’area mediterranea si sanno fare cose buone che piacciono al mondo e queste cose si fanno nell’armonia dei campi coltivati ed all’ombra dei campanili, nel vivere lieto del Buon Governo.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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