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Parma, dal Forum Unesco un appello alla sostenibilità

 
17 settembre 2019 | 12:21

Parma, dal Forum Unesco un appello alla sostenibilità

17 settembre 2019 | 12:21
 

Archiviata nella città emiliana la due giorni su “Cultura e cibo”, il messaggio che parte dalla “Dichiarazione di Parma” è centrato sullo sviluppo sostenibile e sul riciclo per evitare gli sprechi .

In tanti hanno risposto all’appello lanciato da Parma, la Città Creativa per la Gastronomia Unesco, per parlare di sviluppo sostenibile nel corso del 4° Forum mondiale su “Cultura e cibo”. In due giorni il Forum ha affrontato proprio la relazione che esiste tra cibo, cultura e società e il loro ruolo chiave per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

La sede del Forum Unesco tenutosi a Parma (Parma, dal Forum Unescoun appello alla sostenibilità)
La sede del Forum Unesco tenutosi a Parma

L’obiettivo è chiaro e ambizioso: contribuire a ridefinire le linee guida dei prossimi anni: «Bisogna partire da un allarme generale - ha esordito Ernesto Ottone, vice direttore generale Unesco per il settore Cultura - Al mondo 2 miliardi di persone non hanno accesso regolare a quantità di cibo sufficienti e un terzo del cibo prodotto va sprecato. Sono tendenze che minacciano la biodiversità. In questo senso le esperienze locali possono portare verso modelli alimentari più sostenibili. Da parte dell’Unesco c’è il sostegno massimo alla questione. Il food è parte integrante dell’Agenda 2030 per l’inclusione sociale, il dialogo e lo sviluppo sostenibile».

Punto nevralgico della due giorni di lavoro, la “Dichiarazione di Parma”, un documento sottoscritto da tutti i partecipanti al Forum che detta le linee di comportamento per il futuro dell’alimentazione: sostenibilità, riciclo ed educazione. Obiettivi raggiungibili attraverso l’applicazione di buone pratiche, tra le quali integrare al meglio cultura e politiche di sviluppo sostenibile; promuovere una cooperazione trasversale nei settori della cultura, dell’istruzione e della scienza; rafforzare il nesso tra cultura, cibo ed educazione e i modelli in evoluzione della sicurezza alimentare; sostenere metodi culturalmente appropriati di produzione e consumo alimentare che rispettino le comunità, il loro patrimonio culturale e l'ambiente; individuare nuovi modelli di business e forme di creatività che rafforzino i processi di apprendimento, innovazione e sviluppo locali nel settore nutrizionale; adattare gli strumenti di sviluppo urbano ai contesti locali.

«Sostenibilità e buon cibo sono il nostro motto - ha detto il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova, intervenuta in videomessaggio - In questo senso cultura ed educazione sono fondamentali. La sostenibilità va praticata, non solo predicata. L’obiettivo mondiale nell’Agenda 2030 dell’Unesco è fame zero. Bisogna investire nelle politiche di qualità dell’alimentazione e nella valorizzazione nazionale e internazionale delle indicazioni geografiche che oggi rappresentano le eccellenze della cultura mediterranea del cibo».  

In un periodo in cui proprio il cibo è più che mai sotto i riflettori - grazie a blog, festival culinari e chef televisivi - è il momento di analizzare ambienti di vita, tradizioni, culture e abitudini nutrizionali che si influenzano a vicenda, per dare vita a nuove pratiche sociali intorno all’alimentazione. Su questa linea si è inserito l’intervento di Massimo Bottura, che ha descritto il progetto “Food for Soul” che prevede di aprire in tutto il mondo, come già avvenuto a Expo2015, dei Refettori, mense ricavate da spazi dimenticati in cui i migliori chef del mondo cucinano prodotti invenduti, non utilizzati o prossimi alla scadenza per chi è in condizioni di vulnerabilità. «Il cibo è un atto d’amore, è eredità culturale, è un’emozione – ha dichiarato il cuoco emiliano - Contro lo spreco bisogna rispettare il cibo a ogni suo stadio e muoversi globalmente, ognuno nel proprio piccolo. Si comincia dal vicino di casa».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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