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Asti, per Ricagno è tempo di riposizionare il prodotto

A pochi giorni dal suo insediamento come presidente del Consorzio di tutela dell'Asti, Paolo Ricagno, spiega quali strategie adotterà il nuovo consiglio di amministrazione per rilanciare le note bollicine piemontesi. Per Ricagno la bottiglia di Asti deve avere una immagine completamente diversa

di Piera Genta
24 maggio 2009 | 14:00
Asti, per Ricagno è tempo 
di riposizionare il prodotto
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Asti, per Ricagno è tempo di riposizionare il prodotto

A pochi giorni dal suo insediamento come presidente del Consorzio di tutela dell'Asti, Paolo Ricagno, spiega quali strategie adotterà il nuovo consiglio di amministrazione per rilanciare le note bollicine piemontesi. Per Ricagno la bottiglia di Asti deve avere una immagine completamente diversa

di Piera Genta
24 maggio 2009 | 14:00
 

Paolo RicagnoPaolo Ricagno (nella foto) è il ventesimo presidente del Consorzio di tutela dell'Asti, 62 anni, attivo dal 1966 ed affermato imprenditore. Gestisce dal 1971 l'azienda vitivinicola di famiglia nell'alessandrino. Ha svolto numerosi incarichi nella cooperazione ed in diversi organismi economico-professionali del settore.

Dal 1972 è presidente della vecchia cantina sociale di Alice Bel Colle e Sessame d'Asti, fondata nel 1956 dallo zio. Come consigliere di amministrazione dell'ente di sviluppo agricolo del Piemonte ha coordinato la società di conduzione della 'Tenuta Cannona” di Carpeneto (Al) che ha portato alla creazione dell'azienda sperimentale vitivinicola regionale.

è stato presidente del consorzio di tutela del Barbera d'Asti e Monferrato. Dal 1972 fa parte del consiglio di amministrazione del consorzio di tutela dell'Asti, come rappresentante della parte agricola, presidente nel triennio 2003-2005 e vicepresidente fino alla sua nuova elezione. Dal 1990 è presidente del consorzio di tutela del Brachetto d'Acqui. Nell'aprile 2004 è stato insignito della Gran medaglia di Cangrande, il prestigioso riconoscimento che l'Ente fiere di Verona su segnalazione delle regioni italiane, assegna ai benemeriti della vitivinicoltura. Nel 2005 gli viene assegnato il premio 'Oscar del successo” dedicato a personaggi che hanno dato lustro con la loro attività alla provincia di Alessandria in campo nazionale ed internazionale.

Durante il suo precedente triennio di presidenza ha fatto crescere l'immagine dell'Asti Docg essendo stato l'ideatore del piano di rilancio dello spumante Piemonte sui mercati di tutto il mondo, quale sarà nuovo programma della sua presidenza?
Sicuramente quello di riprendere al più presto possibile le azioni programmate dal piano di riposizionamento. Abbiamo avuto un blocco di circa un anno, adesso è importante partire, valutare su quali iniziare, ma farlo velocemente. Credo di avere l'ok entro giugno dal consiglio e ritorniamo a parlare di Asti.

Perché il blocco?
Un blocco essenzialmente per ragioni economiche. Le priorità di oggi rimangono le stesse: arrivare a 100 milioni di bottiglie e lavorare affinchè l'Asti non abbia più alti e bassi. L'Asti deve essere costante nel tempo sia nella commercializzazione che nella qualità. Obiettivo che abbiamo raggiunto. Adesso dobbiamo puntare alla soddisfazione economica. La bottiglia di Asti deve avere una immagine completamente diversa.

Le polemiche che ci sono state al Vinitaly erano per un problema di prezzo o perché lo sport più praticato è quello di farci la guerra tra di noi?
Fontanafredda era nostro associato ed è uscito dal consorzio tanto tempo fa. è essenziale riprendere il discorso con loro. Sicuramente possono esserci alcune ragioni in tutto quello che è stato scritto e detto. è arrivato il momento di metterci attorno ad un tavolo e capire dove vogliamo arrivare ed arrivarci tutti insieme.

Nella sua prima dichiarazione ha espresso la volontà di contattare il ministro del turismo, Michela Brambilla, per farle conoscere l'Asti, ma in che modo?
Il nuovo governo ha messo a punto un progetto turistico che apre interessanti e concrete opportunità con alcuni paesi emergenti. Avrei piacere che l'Asti Docg diventasse uno dei prodotti nazionali da far conoscere.

Quindi avere l'Asti come testimonial dell'Itala?
Esattamente.

Cosa ne pensa dell'Ocm vitinicola?
Ocm vino è interessante. Noi lo stiamo accettando come una imposizione, a scatola chiusa, dicendo che non si può fare niente. Invece credo che ci si possa lavorare andando ad esaminare con attenzione quello che prevede la legislazione e valutare tutto quello che è opportuno intrapprendere.

Con la sua elezione, ritorna un rappresentante della parte agricola, quella cui spettava per statuto la scelta del successore di Emilio Barbero, che cosa significa?
Sicuramente è una presidenza più completa, perché si unisce la sensibilità di chi conduce e quindi conosce il vigneto con la conoscenza delle esigenze che hanno le industrie.

Lei è anche il presidente del consorzio del Brachetto, quindi un ruolo di guida di due istituti che tutelano due vini aromatici. Può essere un problema?
Intanto il mio mandato scade a fine di questo anno. Poi questo è già avvenuto con il mio precedente trienno alla guida del consorzio dell'Asti. Devo dire che sono due prodotti aromatici prestigiosi che non sono in concorrenza. Uno è bianco, l'altro è rosso. Uno con 93 milioni di bottiglie, l'altro 6 milioni. Proprio due strade diverse. 

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