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Ristoranti e cibo etnico? Per gli italiani è una moda

Interrogati sul motivo per cui scelgono di mangiare etnico, gli italiani rispondono di farlo per moda (67%), come pretesto per passare una serata diversa (43%) e non manca chi va al ristorante giapponese o indiano solo per assecondare il/la partner (52%) o spendere meno (47%)

 
31 ottobre 2009 | 17:56

Ristoranti e cibo etnico? Per gli italiani è una moda

Interrogati sul motivo per cui scelgono di mangiare etnico, gli italiani rispondono di farlo per moda (67%), come pretesto per passare una serata diversa (43%) e non manca chi va al ristorante giapponese o indiano solo per assecondare il/la partner (52%) o spendere meno (47%)

31 ottobre 2009 | 17:56
 

 Il sushi? Un piatto tipico sudamericano. La paella? Un antipasto di carne. Se da un lato il consumo degli italiani di cibo etnico cresce sempre più (acquisti aumentati del 71% in 6 anni), dall'altro questa nuova tendenza somiglia più ad una moda che a una vera "passione alimentare". Interrogati sul motivo per cui scelgono di mangiare etnico, gli italiani rispondono di farlo "per moda" (67%), "come pretesto per passare una serata diversa" (43%) e non manca chi va al ristorante giapponese o indiano solo "per assecondare il/la partner" (52%) o spendere meno (47%).

Dietro la scelta di mangiare cibo etnico non c'è la voglia di scoprire nuovi sapori e che gli italiani non siano dei veri gastrocuriosi lo conferma il modo in cui scelgono le pietanze al ristorante etnico: il 46% si affida ai consigli di amici più esperti, il 43% lo fa in modo del tutto casuale e il 28% si lascia influenzare dal nome delle portate. E allora ecco che, interrogati sulla conoscenza dei piatti e dei cibi etnici, solo il 16% degli intervistati dimostra di sapere che il sushi è una pietanza composta da riso e pesce crudo e se magari definire la moussaka un formaggio morbido (31%) può essere anche giustificabile, diventa più grave pensare che nel vero kebab turco ci sia anche della carne di maiale (28%). A restare incolumi dall'etno-ignoranza alimentare sono solo gli involtini primavera, conosciuti dal 36%, e la paella (33%).

Questo è ciò che emerge da un'indagine pubblicata sulla rivista di enogastronomia e turismo Vie del Gusto e condotta su un campione di 1300 uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni, cui è stato chiesto il loro rapporto e il loro livello di conoscenza della cucina etnica.

«Con questa indagine volevamo approfondire le ragioni del favore crescente che gli italiani accordano alla cucina etnica - dichiara il direttore di Vie del Gusto, Domenico Marasco - il nostro studio mira proprio a capire se questa nuova tendenza è una moda del momento oppure se alla base c'è un vero interesse per la cultura alimentare di altre Nazioni».

Il ristorante lo si sceglie su giornali e riviste, ma di fronte al menu si scelgono sempre le stesse cose, si "copia l'ordinazione" del commensale oppure ci si affida al caso. Un italiano su due (52%) sceglie un ristorante etnico quando decide di mangiare fuori. Il 32% ammette di frequentarli spesso se non addirittura quasi sempre (20%). Solo l'11% ammette di non esserci mai stato. Ma per quale motivo si decide di andare al ristorante etnico? Li frequentano per moda 7 italiani su 10, mentre solo il 16% vuole gustare e conoscere nuovi piatti e ricette. Il 54% degli intervistati frequenta sempre lo stesso ristorante etnico e solo il 28% cambia ogni volta.

 Non basta, se il 46% sceglie il locale sulla base dei consigli di giornali e riviste, dimostrando comunque di informarsi, è pur vero che una volta entrati nel ristorante si resta smarriti di fronte alle pietanze e allora si ordina "quello che ha preso lui" (46%) o ci si affida al cameriere (37%). Il 24% dichiara di ordinare sempre le stesse cose mentre il 18% si dimostra disponibile a provare sempre nuovi piatti.

Ma quanto conoscono le pietanze e i cibi che mangiano nei ristoranti etnici? Sottoposti all'indagine di Vie del Gusto, gli italiani non si dimostrano preparatissimi sull'argomento e cosi' il "cous cous" da piatto nordafricano a base di semola, diventa una salsa greca a base di aglio (34%) o un piatto indiano con curry (25%). Non va meglio alla cucina brasiliana, poichè solo il 12% identifica correttamente il churrasco con una portata di carne, contro il 31% che lo confonde con una macedonia di frutta tropicale. Dal Brasile agli Stati Uniti le cose non migliorano e solo il 24% conosce i muffins come dolci, mentre c'è un 26% che li ordinerebbe al ristorante convinto di ritrovarsi in tavola un contorno di patatine fritte. In questo tour gastronomico non si salva nemmeno la cucina giapponese, e così la tempura, (verdure e pesce fritti in pastella) diventa un digestivo (29%) o una spezia indiana (27%).


Fonte: Agi


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