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Si chiude il corso di 1° livello dell'Anag A Bergamo si insegna a bere bene e poco

La sezione bergamasca dell’Anag ha concluso il corso di primo livello rivolto ad appassionati ed operatori della ristorazione, per ottenere la patente di assaggiatore. La sicurezza è che si abbia dato alle persone che hanno frequentato il corso tutti i più validi motivi per bere bene e bere poco

 
28 novembre 2009 | 12:21

Si chiude il corso di 1° livello dell'Anag A Bergamo si insegna a bere bene e poco

La sezione bergamasca dell’Anag ha concluso il corso di primo livello rivolto ad appassionati ed operatori della ristorazione, per ottenere la patente di assaggiatore. La sicurezza è che si abbia dato alle persone che hanno frequentato il corso tutti i più validi motivi per bere bene e bere poco

28 novembre 2009 | 12:21
 

La sezione bergamasca dell'Anag ha concluso il corso di primo livello rivolto ad appassionati ed operatori della ristorazione, per ottenere la patente di assaggiatore (dopo la partecipazione al corso di secondo livello).

La ricerca della tecnica di assaggio per i superalcolici è sicuramente meno diffusa di quella per il vino, ma, anche quelli che da molto tempo si occupano di Anag, sono sempre sorpresi dall'entusiasmo e dalla approvazione che riscontrano nei diligenti corsisti dopo che sono stati loro impartiti informazioni e 'segreti” per osservare, gustare, descrivere e giudicare, in modo particolare, grappe e acquaviti, superalcolici madre in Italy per eccellenza.

Ogni volta che si conclude un giro di 'lezioni” con relative degustazioni la sicurezza è che si abbia dato alle persone che hanno frequentato il corso tutti i più validi motivi per bere bene e bere poco.

Le intenzioni di Anag di creare dei consumatori consapevoli, sono sempre recepite ed approvate.

Il corso si è concluso con la visita guidata ad una distilleria Marzadro di Nogaredo (Tn) (nella foto sotto) dove è stato possibile seguire il processo di produzione della grappa, poiché si era ancora in autunno ed le aziende vinicole, in questo periodo stanno conferendo le vinacce alle distillerie che lavorando 24 ore su 24 sfruttano al massimo gli alambicchi per produrre il più possibile senza ricorrere all'insilamento (conservazione) delle vinacce.



Si è potuta constatare la preziosità di una cortissima filiera di produzione (in pochi chilometri quadrati, in Trentino, si trovano meravigliosi vigneti e curatissime distillerie) ed si è applaudita la competenza, la passione e il grande rispetto per un lavoro ancora artigianale, che si è certamente evoluto ma che ha ancora solide radici nella tradizione agricola italiana.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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