Lo sciroppo di mais sul banco degli imputati per la responsabilità presunta dello sviluppo dell'obesità: a sostenerlo è uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell'University of Bristol presentato nel corso dell'Endocrine Society che si conclude oggi 22 giugno a San Diego (California), da cui emerge che il dolcificante per bevande gassate e cibi raffinati - tra cui sciroppi e caramelle - può determinare un'accelerazione della moltiplicazione delle cellule del grasso nei bambini, e avrebbe un ruolo chiave per lo sviluppo dell'obesità durante l'età adulta.
Lo sciroppo di mais, spiegano i ricercatori, è composto per metà da fruttosio e per metà da glucosio. Gli studiosi hanno estratto da 32 bambini normopeso e in età prepubere i pre-adipociti - le cellule che con il tempo si trasformano in cellule del grasso - sia dal grasso sottocutaneo (quello appena sotto la pelle) che da quello viscerale (quello più in profondità nell'addome). Le cellule sono quindi state immerse in una soluzione di glucosio normale e una soluzione di glucosio ad alto contenuto di fruttosio - del tutto simile alla composizione dello sciroppo di mais: dallo studio, condotto su colture di cellule, è emerso che i pre-adipociti del grasso viscerale maturavano prima e si moltiplicavano più rapidamente se messi a contatto con la soluzione simile allo sciroppo di mais, mentre entrambi i tipi di pre-adipociti (viscerali e sottocutanei) esposti al glucosio aumentavano i livelli di insulino-resistenza, fattore di rischio per l'insorgenza del diabete.
Lo studio, spiegano però dall'American dietetic association, necessita di ulteriori conferme: l'esperimento è stato infatti finora condotto solo in laboratorio e gli esperti chiedono cautela nell'interpretazione dei risultati. «Non si possono trarre conclusioni sulla base di un singolo studio - spiega Keri Gans, portavoce dell'American Dietetic Association - così come dobbiamo tenere conto del fatto che questo studio è stato realizzato solo in vitro. Non sarebbe giusto prendere questi risultati e applicarli a tutto l'organismo umano».
Fonte: Asca