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La grappa italiana piace all’estero Esportato il 17% della produzione

Il primo Paese importatore dei distillati nazionali è la Germania con il 64% del totale delle esportazioni, seguita da Svizzera e Austria. La preferenza è per il prodotto in bottiglia, ma 1/3 degli importatori acquista anche il prodotto sfuso, generalmente da tagliare con acqueviti locali

 
24 settembre 2010 | 17:39

La grappa italiana piace all’estero Esportato il 17% della produzione

Il primo Paese importatore dei distillati nazionali è la Germania con il 64% del totale delle esportazioni, seguita da Svizzera e Austria. La preferenza è per il prodotto in bottiglia, ma 1/3 degli importatori acquista anche il prodotto sfuso, generalmente da tagliare con acqueviti locali

24 settembre 2010 | 17:39
 

Germania primo mercato di sbocco tra gli "stranieri" con il 64% del totale delle esportazioni, seguita da Svizzera e Austria. La preferenza è per il prodotto "in bottiglia", ma 1/3 degli importatori acquista anche il prodotto "sfuso", generalmente da "tagliare" con acqueviti locali

Per qualcuno si chiama Marc o Eau de Vie, per altri Grapa, Aguardente, Raki o brännvin. Per tutti è semplicemente grappa ovvero acquavite di vinacce, a forte gradazione alcolica.

Nel dizionario italiano, questa è la definizione del lemma anche se nell'immaginario comune, grappa non è solo un sostantivo, ma un vero e proprio "marchio registrato" che identifica univocamente un prodotto esclusivamente italiano e che come tale è spesso sottoposto a imitazioni o contraffazioni.

«Proprio per difendere l'immagine del nostro distillato sul mercato mondiale chiediamo tutela - ha commentato Cesare Mazzetti (nella foto, a sinistra), presidente di Istituto nazionale grappa - perché in alcuni paesi nei quali esportiamo abbiamo riscontrato una tendenza a "tagliare" il prodotto: la chiamano grappa ma sono distillati fatti da loro che spesso vengono mischiati andando a creare confusione nei consumatori. Il prodotto grappa si consuma poco all'estero perché è poco conosciuto e perciò dobbiamo investire nell'immagine, così che anche gli stranieri inizino a conoscerla adeguatamente. Il nostro obiettivo è quello di comunicare al meglio il nostro prodotto e possiamo farlo  con l'aiuto dei ristoratori e una adeguata strategia promozionale che veicoli il messaggio attraverso i canali giusti e guidi il consumatore ad un "Bere consapevole"».

La produzione del prodotto grappa nel 2009 si è assestata su 11.000.000 di litri anidri con una leggera flessione rispetto al 2008 (-8,3%) ma con un segno più davanti alla media di crescita degli ultimi dieci anni, ovvero +34,1% rispetto al 1999.

Cesare Mazzetti ed Antonio EmaldI dati diffusi con la relazione annuale di Assodistil evidenziano che nel solo 2009 sono stati esportati 1.913.300 litri anidri di grappa - il 17% della produzione totale di grappa - di cui 1.325.200 nel solo mercato tedesco, ovvero 2/3 del totale delle esportazioni. Di quanto esportato in Germania, il 64% è "imbottigliato", mentre il restante 36% viene importato "sfuso" ovvero con la possibilità di mischiarlo ad acquaviti locali  e dar vita a un prodotto che grappa italiana al 100% non è più. Stesso rischio anche in Svizzera, dove l'elevata presenza di distillati locali non solo fa abbassare la quota di importazioni dall'Italia, ma crea gli stessi problemi del mercato tedesco. I 229.000 litri anidri che l'Italia esporta in Svizzera sono equamente ripartiti tra prodotto in bottiglia e prodotto sfuso mentre il terzo paese importatore, l'Austria con 74.600 litri anidri, è positivamente orientata all'importazione di grappa in bottiglia così come anche il Belgio e i Paesi Bassi.

La sorpresa arriva poi analizzando i mercati "secondari" in base al tipo di prodotto importato. Se guardiamo i paesi importatori di grappa, notiamo che il mercato americano - Stati Uniti e Canada - è presente solo nelle importazioni di grappa "in bottiglia", così come la Spagna, la Francia e la Russia. I margini però per questi mercati sono piuttosto ridotti - 113.200 litri in totale - circa il 6% del totale esportazioni. Viceversa, alcuni mercati sono presenti solo tra i paesi importatori di prodotto sfuso, come Nuova Zelanda, Repubblica Ceca, Giappone, Lussemburgo e Norvegia ma anche in questo caso la loro incidenza sul totale delle esportazioni non supera lo 0,15%.

Questi dati sono stati presentati stamattina durante il convegno "Grappa! Spirito Nazionale verso il mercato mondiale" organizzato da Istituto nazionale grappa e Assodistil con il contributo del Mipaaf e il patrocinio della Regione Emilia Romagna presso la Stampa Estera a Roma. A renderli noti sono stati - introducendo in questo modo il tema dell'incontro che richiama nel titolo il suo obiettivo ovvero conquistare il mercato estero - i presidenti di Ing e di Assodistil durante i saluti delle istituzioni.

Il binomio esclusività e protezione della IG grappa è il fulcro attorno al quale ruota l'azione di Assodistil nell'ambito del  progetto patrocinato dal Mipaaf. 

«Il Progetto di cui siamo titolari insieme ad Ing- afferma il presidente Assodistil Antonio Emaldi (nella foto, a destra)- nasce allo scopo di affrontare e risolvere una serie di incertezze relative alla protezione del nostro distillato di bandiera nel mondo. Stiamo valutando quali siano i meccanismi più efficaci per garantire ai nostri produttori che la denominazione Grappa sia effettivamente percepita come un'esclusiva italiana, a chi denunciare i casi di contraffazione e quali siano i rimedi giuridici per difendersi contro eventuali indebite registrazioni della nostra IG nei Paesi terzi. Infatti, nonostante le rassicurazioni dell'Unione europea, permangono numerosi i casi di contraffazione segnalati alla nostra Associazione, in particolare presso quei Paesi a vocazione vinicola caratterizzati dalla forte presenza di immigrati italiani come il Brasile, l'Argentina, gli Stati Uniti, il Sudafrica,  per citare alcuni esempi. Ci auguriamo dunque - conclude Emaldi - che questa operazione, serva ad aprire nuovi mercati di esportazione: un'onda da cavalcare, con un occhio attento alle nuove dinamiche di mercato che sembrano riscoprire i prodotti di antica tradizione».

Il convegno è stata anche l'occasione per presentare l'evento clou dell'Istituto nazionale grappa, ovvero Grapperie Aperte, in programma per domenica 10 ottobre.

L'ultima parte dei lavori è stata riservata a una degustazione guidata di grappa a cura di Camilla Guiggi, accompagnata dal miele fornito per l'occasione dall'Accademia del Miele Mielizia mentre a conclusione della giornata, i soci di Ing e Assodistil insieme ai consorzi di Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Modena e Lambrusco, hanno offerto ai presenti un assaggio dei loro prodotti.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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