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Tuscia, polmone verde di Roma tra arte, storia ed enogastronomia

La provincia di Viterbo vuole contare di più nella gestione dei flussi turistici e sorprende i tour operator con VisiTuscia. Centri storici, laghi, boschi, terme, tradizioni, un’Italia che è minore solo per chi non la conosce. Un viaggio emozionante e gastronomia contadina ricca di sapori antichi

 
14 ottobre 2010 | 10:48

Tuscia, polmone verde di Roma tra arte, storia ed enogastronomia

La provincia di Viterbo vuole contare di più nella gestione dei flussi turistici e sorprende i tour operator con VisiTuscia. Centri storici, laghi, boschi, terme, tradizioni, un’Italia che è minore solo per chi non la conosce. Un viaggio emozionante e gastronomia contadina ricca di sapori antichi

14 ottobre 2010 | 10:48
 

Nel cuore dell'Italia centrale, la Tuscia (il nome deriva dai Tusci, antica popolazione etrusca qui presente dal secolo X avanti Cristo) corrisponde oggi, nell'Alto Lazio, alla provincia di Viterbo. Comprende una sessantina di Comuni sparsi in un'area ricca di riserve naturali. 'Oro verde”, 'polmone verde a un'ora da Roma”, ambiente incontaminato, agricoltura ricca di prodotti tipici: sono questi i valori aggiunti messi in evidenza durante le giornate di 'VisiTuscia”, workshop che per la quarta volta - organizzato da Cat-Confesercenti provinciale di Viterbo - ha messo tour operator e agenti di viaggi a stretto contatto tra loro e con il territorio. Civita Castellana, Viterbo, Caprarola, Montefiascone, Bolsena, le località toccate quest'anno, un assaggio di quanto la Tuscia può offrire ad un turista attento ed esigente.



«In controtendenza con la situazione nazionale - ha detto Vincenzo Peparello, responsabile marketing di VisiTuscia - le presenze dei turisti in provincia di Viterbo stanno registrando un leggero ma costante incremento. Un po' di merito pensa vada anche a VisiTuscia, giunta alla quarta edizione con consensi sempre più larghi, anche perché stiamo con i piedi per terra e lanciamo progetti concreti, come quello dei Centri commerciali naturali, un modo per fare sistema tra le micro e mini imprese dei centri storici, grandi e piccoli. Fare sistema è l'unico modo per convincere i turisti e gli stessi residenti a fare spesa nelle attività commerciali e artigianali dei vecchi centri storici, che, oltre a prodotti selezionati, possono offrire anche una ambientazione ricca di spunti storico-artistici».

Il Lazio non è solo Roma. Questo il messaggio che si vuol far passare, convinti anche delle potenzialità che può dare il porto turistico di Civitavecchia, dove attraccano navi da crociera. Tra Umbria, Toscana e mar Tirreno, la Tuscia è una meta ideale non solo per il turismo culturale, ma per quello balneare e lacustre, vanta le acque termali amate dai Papi, accoglie gli appassionati della natura e i turisti attirati dalla sua ricca enogastronomia.

Il Comune più conosciuto della Tuscia è Viterbo, non soltanto perché è il capoluogo ma perché è una città ricchissima di storia e di cultura, basti pensare al quartiere medievale di San Pellegrino, al Palazzo dei Papi e a quello dei Priori, oggi sede comunale. Ci sono però tutta una serie di località altrettanto importanti ma poco conosciute con monumenti medievali e ville rinascimentali, ricche di attrattive paesaggistiche, come l'Alta Tuscia, i laghi di Bolsena, di Vico e di Monterosi, la città di Montefiascone, importante per la Fiera del vino e la bellissima Rocca, residenza estiva dei Papi, senza trascurare Tarquinia, una capitale degli Etruschi, a cui è dedicato un importante museo.

Da Civita Castellana a Bolsena
Il nostro itinerario ha toccato, oltre a Viterbo, Civita Castellana, dove meritano la visita il Duomo del 1210 (con originale portico ornato da mosaici) e la Rocca: disegnata da Giuliano da Sangallo nel 1494, ospita oggi il museo archeologico con reperti etruschi e romani.

A Caprarola si va per il Palazzo Farnese, pentagonale, capolavoro del tardo Rinascimento (1575), realizzato su una rocca difensiva. Il cortile circolare a portico e loggia, la scala regia, le sale ricche di stucchi e affreschi, il parco a terrazze: tutto lascia incantati e sorpresi.

A Montefiascone il Duomo ha la cupola più grande del Lazio dopo quella di San Pietro a Roma. Dalla Rocca papale il panorama è vastissimo. Ai piedi del borgo, da visitare è la chiesa di San Flaviano, singolare costruzione romanica composta di due chiese sovrapposte. Qui è la tomba del prelato tedesco Giovanni Fugger. Il vescovo, narra la leggenda, era molto ghiotto del buon vino e, durante il viaggio verso Roma (siamo nel secolo XII), incaricò un suo domestico di precederlo e di assaggiare il vino in tutte le osterie esistenti lungo il tragitto, segnando la parola 'Est” (c'è) sulla porta di quelle ove trovava vino di qualità. Giunto a Montefiascone e assaggiato lo squisito vino locale, trovatolo superiore a tutti quelli precedentemente gustati, scrisse sulla porta tre volte "Est". Il vescovo, arrivato alla taverna e notando la scritta, ripetuta per ben tre volte, vi entrò e ne bevve tanto che morì. Ancor oggi il vino Doc di Montefiascone è l'Est! Est! Est!

Eccoci ora al lago di Bolsena, il più grande lago vulcanico italiano, uno dei più profondi (arriva a 146 metri) e con acque pulitissime. La cittadina che dà il nome al lago è dominata dal castello (secolo XIV) che ospita un museo del territorio. Meta di molti pellegrinaggi è il complesso di Santa Cristina, un insieme di tre chiese di epoche diverse, con annesso un percorso di antiche catacombe. A parte l'affetto e la devozione che molti conservano per la figura di San Cristina, una bambina di 11 anni martirizzata al tempo dell'imperatore Diocleziano, i pellegrini arrivano qui per pregare sul luogo del miracolo del Corpus Domini. Era l'anno 1263 e un prete boemo, che nutriva dubbi sul mistero della eucarestia, mentre celebrava Messa vide sgorgare sangue dall'ostia consacrata. I marmi macchiati di sangue sono conservati nell'altare. Il corporale insanguinato è nel Duomo di Orvieto, dove fu subito portato in visione al Vescovo e al Papa.

Gastronomia contadina ricca di sapori antichi
Il panorama della Tuscia è in molta parte ancora incontaminato, un saliscendi di colli e pianure coltivate a vigna, olivi e noccioleti. Se i vini Doc della provincia di Viterbo (Aleatico di Gradoli, Est! Est! Est!!! di Montefiascone, Orvieto, Colli Etruschi Viterbesi, Vignanello e Tarquinia) sono in continuo miglioramento qualitativo, gli oli d'oliva extravergine sono già molto apprezzati e anche tutelati dai marchi Dop Tuscia e Dop Canino (in quest'ultima zona è una delle più antiche e pregevoli produzioni).

Di qualità sono anche le nocciole qui prodotte, scelte da Perugina e Ferrero per le loro preparazioni più pregiate. Senza dimenticare la ricchezza delle castagne e dei funghi, che in Tuscia sono protagonisti di numerose feste.

Sulle tavole delle famiglie e dei ristoranti arriva tutta una serie di prodotti che percorrono pochi chilometri, coltivati e raccolti nelle campagne e negli orti della Tuscia. Ecco dunque le celebri zuppe a base di verdure di stagione: cicoria, rape, cardi, carciofi, patate, pomodoretti. Oppure con legumi, fagioli e ceci. Sul lago di Bolsena la zuppa tradizionale è di pesce, la cosiddetta 'sbroscia”, insaporita da mentuccia, cipolla, prezzemolo o basilico. La zuppa con l'agnello è un ottimo piatto unico.

Salumi e formaggi di pecora arricchiscono gli antipasti, insieme a crostini, panzanella e bruschette di vario genere. I primi piatti sono rappresentati dalle varie paste fatte in casa con semplice acqua e farina, come i 'lombrichelli”, corti spaghettoni lavorati a mano, oppure gli 'strozzapreti”, a forma di piccoli gnocchi. Fettuccine e pappardelle all'uovo sono condite con sughi di lepre, coniglio, funghi.

Sui laghi è richiesto il pesce d'acqua dolce, soprattutto filetti di persico o i lattarini fritti, mangiati interi prendendoli per la coda. Il coregone è noto per la bontà delle sue carni. Anche le anguille del lago di Bolsena sono note e apprezzate, tanto da far nascere la leggenda che Papa Martino IV - siamo nel 1285 - morì per averne mangiate troppe. Per il suo peccato di gola, Papa Martino IV è posto da Dante nel Purgatorio.

Tra le carni, qui van forte la porchetta e l'agnello preparato in vari modi. Saporitissime le lenticchie di Onano, i fagioli e le fave fresche. E per finire il pasto, i dolci: castagnole, frappe, ciambelle con l'anice, zuppa inglese fatta in casa, crostate con ricotta o marmellata e i 'tozzetti”, pasticceria secca con le nocciole dei Monti Cimini, da inzuppare nell'Aleatico di Gradoli per la degna chiusura di un pasto.

INDIRIZZI CONSIGLIATI


Azienda Provinciale del Turismo

Palazzo Doria Pamphili, Palazzo dell'Oratorio 2
01030 San Martino al Cimino (Vt)
Tel 0761 375315-291000

Iat di Viterbo
via Romiti, tel  0761 304795
segreteria@apt.viterbo.it

CAT-Centro Sviluppo Imprese Viterbo

Via G. Rossini, 01100 Viterbo
Tel 0761. 344600 www.visittuscia.it info@visittuscia.it

Osteria del Conte
Via Rosa 8-14 01033, Civita Castellana (Vt)
Tel 0761 598411 
Menu tipici, buona accoglienza.

Ristorante Tre Re
Via Macel Gattesco 3, Viterbo
Tel 0761 304619
Piccolo ma antico e caratteristico, in pieno centro città. Piatti del territorio.

Azienda agricola Ione Zobbi
Via del tufo, Località Gioacchina
01011 Canino (Vt) 
Tel 0761 437601 www.iandp.it
Produzione di elevata qualità di oli extravergine d'oliva Canino Dop, anche in cru pregiati.

Azienda agricola Fratelli Stefanoni
Strada Cassia Nord 60, 01100 Viterbo
Tel 0761 250425Lavorazione carni (soprattutto di suino) di elevata qualità a prezzi contenuti.

Formaggi Chiodetti
Via dei Sassacci 1, 01033 Civita Castellana (Vt),
Tel 0761 540005.
Caseificio con produzione tipica del territorio.


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