A ricordare e documentare la storia gloriosa del vino Marsala e a dibatterne le problematiche ancora attuali ci pensa egregiamente, in un libro, l'avvocato Diego Maggio, personaggio marsalese ben conosciuto.
Consigliere delegato della Federvini Sicilia e dei Consorzi di tutela della Doc Marsala e Pantelleria, presidente della associazione 'Paladini dei vini di Sicilia”, reggente dell'Antica Accademia del Marsala, Diego Maggio sviluppa in questo volume - 'Ragioni e sentimenti nella Sicilia del vino”, 260 pagine, nutrita documentazione fotografica, Gedit Edizioni di Bologna, 55 euro - un lungo canto d'amore per la sua terra, un canto passionale, testimonianza di un'anima che viene da origini di famiglia rurale che Maggio non ha mai rinnegato, anzi - scrive lui - «cerco sempre di meritarle».
Un libro che è insieme un 'Amarcord” felliniano, un 'Baarìa” di Tornatore trasferito a Marsala, una vetrina dell'enologia di Marsala e di Pantelleria ma anche una inchiesta su quanto si poteva fare, non è stato fatto e si può ancora fare per dare al Marsala e ai vini siciliani in generale il riconoscimento che meritano sulle tavole del mondo.
Cuore e cervello, sentimenti e ragioni - come dice il titolo del libro - per pagine che si leggono molto volentieri come affresco della Sicilia più vera ma anche come ulteriore tentativo per smuovere qualcosa…
Ecco allora i vari capitoli di proposte concrete: unire le tradizioni al nuovo, aprirsi al mondo, riconquistare chi è partito, promuoversi qualitativamente, chi deve fare che cosa, le occasioni perdute, i punti di forza. «Un solo regista - scrive Maggio - solo un soggetto unico, professionale e non politico, alla stregua della francese Sopexa, può garantire una logica di sistema che faccia la buona causa di tutto il vero made in Sicily. Solo così potremo (e comunque dovremo) presentarci uniti nei mercati esteri».