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Le Busette, “ricordini” golosi a Torino L’altra faccia del Gianduiotto

Dal sodalizio creativo del copywriter Filippo D'Arino, del grafico Sergio Reyneri e del cioccolatiere Francesco Ciocatto, della pasticceria Gerla, sono nate le Busette. Cioccolato fondente fuori e pasta di nocciole dentro, l’ironico cioccolatino evoca i “ricordini” delle mucche in montagna

 
25 ottobre 2010 | 11:18

Le Busette, “ricordini” golosi a Torino L’altra faccia del Gianduiotto

Dal sodalizio creativo del copywriter Filippo D'Arino, del grafico Sergio Reyneri e del cioccolatiere Francesco Ciocatto, della pasticceria Gerla, sono nate le Busette. Cioccolato fondente fuori e pasta di nocciole dentro, l’ironico cioccolatino evoca i “ricordini” delle mucche in montagna

25 ottobre 2010 | 11:18
 

Cioccolato fondente fuori e pasta di nocciole all'interno. Fin qui niente di starno per un cioccolatino. Ma se la forma è di quelle che in montagna chiamano 'torte” o 'girelle” la faccenda si fa 'grossa”. Per chi non avesse capito, senza giri di parole, si tratta di un cioccolatino che evoca i 'ricordini” delle mucche nei prati. Le 'buse” in piemontese.

Sì, perché l'idea è nata proprio a Torino, città nell'Olimpo della cioccolateria e dell'arte gelatiera e patria del Gianduiotto.



A 'farla grossa” si sono messi in tre: il copywriter pubblicitario Filippo D'Arino, il grafico Sergio Reyneri e il cioccolatiere Francesco Ciocatto, dal 1987 titolare di una delle pasticcerie più rinomate di Torino, Gerla.

«L'idea - spiega D'Arino - mi è venuta nel Natale scorso: volevo regalare dei cioccolatini simpatici, dalla forma strana. Ho provato a farli da me. Avevo un'idea. Le ho dato prima un nome e poi un'immagine: Le Busette sono nate così. L'idea è piaciuta subito. Il cioccolatino però era ancora tutto da inventare».

«Unire alla tradizione del cioccolato piemontese la forza dissacrante dell'ironia - dice Reyneri - è diventato poco per volta un progetto. Ma per dare vita a un vero prodotto, quello che serviva era l'incontro con una grande esperienza nell'arte del cioccolato».

Per passare dalla 'teoria” alla pratica servivano, dunque, le mani esperte di Ciocatto. Aggiunge D'Arino: «L'insolito omaggio è piaciuto a tutti e così mi sono deciso a proporre all'amico cioccolatiere Ciocatto, di Gerla, di produrli in serie. Con mio grande stupore, lui ha accettato in modo entusiastico».

«Ho sposato subito l'idea - spiega Ciocatto -. Era il pretesto ideale per 'destrutturare” il classico Gianduiotto e riproporlo da un punto di vista completamente nuovo. Cioccolata fondente fuori e pasta di nocciola dentro. Il tutto tenuto insieme con gusto e ironia». E aggiunge divertito: «Non avrei mai pensato di provare a far soldi anche vendendo delle... busette».



Ciocatto, che ha già dimostrato di saper fare bene il Gianduiotto (a mano, stampato, mini, maxi), con ironia ne ha ribaltato la composizione, la forma e, soprattutto, l'identità. Ed ecco le Busette: l'atra faccia del Gianduiotto. Un prodotto divertente che saprà "sciogliere" anche i più intransigenti palati del sabaudo mix di cacao e nocciole.

Del resto la gastronomia piemontese non è nuova a giochi di parole e ammiccamenti nel suo dialetto, ironico e tagliente. A "farne le spese" sopratutto i dolci. Le praline, ad esempio. Il primo cioccolatino autenticamente piemontese di cui abbiamo notizia si chiamava 'givu”, che in dialetto significa 'cicca”. E che dire dei 'berlin ‘d crava” (le cosiddette 'palline di capra”)?

Quel che è certo è che «non importa da dove escono le idee... l'importante è che siano buone», come ha detto un primo fan delle Busette. E poi, come resistere alla mucca che sorride?

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