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Salumi e grappa, insieme? A volte Ma la grappa ha un destino da "single"

Difficile, perché per matrimonio si intende una relazione fissa e continuativa fra i due prodotti. Fra salumi e grappa si deve parlare di “tentativi di convivenza; ovvero di esperimenti di abbinamento estemporanei, divertenti e atti a provocare nuove sensazioni ai raffinati palati dei cultori

 
09 novembre 2010 | 17:43

Salumi e grappa, insieme? A volte Ma la grappa ha un destino da "single"

Difficile, perché per matrimonio si intende una relazione fissa e continuativa fra i due prodotti. Fra salumi e grappa si deve parlare di “tentativi di convivenza; ovvero di esperimenti di abbinamento estemporanei, divertenti e atti a provocare nuove sensazioni ai raffinati palati dei cultori

09 novembre 2010 | 17:43
 

L'Anag è parte integrante del Gruppo italiano assaggiatori che, ancora in via di sviluppo, raccoglie assaggiatori di miele, di salumi, di vino, di aceto balsamico e di frutta e, anche, di grappa. La coordinatrice del gruppo di lavoro del Gia è Bianca Piovano dell'Onas (Organizzazione nazionale assaggiatori salumi) che ha riunito, lo scorso 5 novembre, nel bellissimo Castello di Acaja a Fossano (Cn) i rappresentanti delle varie Associazioni di categoria per un interessante convegno dal titolo: 'Matrimonio d'Autore ... i salumi si sposano con gli altri prodotti tipici: aceto balsamico tradizionale di Modena, miele, frutta, vino, grappa...”.

Per l'Anag. è intervenuto l'avvocato Lucio Piombi (nella foto) che ha esposto, dinnanzi a un foltissimo uditorio e ottenendo sinceri applausi, la sua relazione dal tema 'è possibile parlare di matrimonio fra salami e grappa?".

«Difficile, perchè per matrimonio si intende una relazione fissa e continuativa fra i due prodotti» ha detto Piombi. «Per essere più concreti, fra salumi e grappa si deve parlare di 'tentativi" di convivenza; ovvero di esperimenti di abbinamento estemporanei, divertenti o sconvolgenti atti a provocare sempre nuove sensazioni ai raffinati palati dei cultori dell'enogastronomia».

«Partiamo dunque dal concetto che la grappa in cucina può essere usata per arricchire ed esaltare alcuni sapori di preparazioni culinarie che di per sè hanno gusto anonimo o ripetitivo; oppure, con effetto opposto, talvolta mitiga le rugosità e le asprezze di alcuni cibi. Innumerevoli sono le ricette messe a punto anche da grandi chef coinvolti in manifestazioni gastronomiche, culturali, regionali e promozionali - ha spiegato Piombi -. In questa ottica si può sperimentare un connubio anche fra i piatti con base salumi, che hanno quasi sempre una notevole componente grassa, e la grappa».

«Salsicce, cotechini, lardo sono cibi sicuramente adatti a essere sperimentati in cotture aventi la grappa quale ingrediente. Ma poichè la grappa ha già molti altri importanti 'matrimoni” (grappa e pasticceria, grappa e frutta, grappa e cioccolato, caffè e grappa, latte-miele e grappa) forse è inutile forzare eccessivamente la fantasia in sperimentazioni, anche se, in una degustazione di qualche tempo fa, la "fettina di lardo spruzzato di grappa su crostino caldo...” è stato un antipasto che ha avuto la più viva approvazione».

Ha terminato, il relatore, esprimendo, tuttavia, la sua opinione che la grappa ha in prevalenza la tendenza ad essere 'single” poichè le grappe eccelse, e si pensi, ad esempio, a quelle lungamente invecchiate, vanno preferibilmente assaporate da sole, con concentrazione e intimità.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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