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Chianti Rufina, anteprima a Firenze e confronto con i vini di Borgogna

La più piccola Docg delle sette specificazioni del Chianti, ma che rappresenta uno dei territori più vocati della produzione vinicola toscana, ha presentato la sua quarta anteprima a Firenze. L'evento si è aperto con una degustazione comparata dei Chianti Rufina con alcune etichette di Borgogna

 
15 novembre 2010 | 10:57

Chianti Rufina, anteprima a Firenze e confronto con i vini di Borgogna

La più piccola Docg delle sette specificazioni del Chianti, ma che rappresenta uno dei territori più vocati della produzione vinicola toscana, ha presentato la sua quarta anteprima a Firenze. L'evento si è aperto con una degustazione comparata dei Chianti Rufina con alcune etichette di Borgogna

15 novembre 2010 | 10:57
 

FIRENZE - Quarta anteprima a Firenze del Chianti Rufina, la più piccola Docg delle sette specificazione del Chianti ma che rappresenta uno dei territori più vocati della produzione vinicola toscana. L'area totale è di 12.500 ettari nei comuni di Dicomano, Londa, Pelago, Pontassieve e Rufina ma la superficie vitata è soltanto di 800 ettari.

Il Consorzio di tutela Chianti Rufina rappresenta l'intera compagine vinicola, dalle medie e grandi aziende come Frescobaldi alla cantina sociale a cui fanno capo 115 piccoli produttori, fino ad alcuni imbottigliatori puri.



è una zona produttiva di grande tradizione storica, ben definita già nel 1716 dal bando granducale di Cosimo III Medici che la identificava come una delle quattro migliori della Toscana. è il 'più alto dei Chianti”, secondo la felice definizione adottata dal Consorzio, proprio per sottolineare le altitudini non comuni dei vigneti, dai 200 ai 500 metri. Il microclima fresco, la variabilità delle precipitazioni insieme alla conformazione dei terreni variabile tra zona e zona ne fanno un Chianti del tutto diverso dagli altri, specialmente nelle aree lungo il fiume Sieve, nella zona sud orientale lungo il torrente Pelago e in quella occidentale di Pontassieve.

Specificità pedoclimatiche e produttive che danno un grande vino: rosso rubino intenso, profumo di viola che si manifesta già dopo una prima maturazione, buona acidità e mineralità, tannini equilibrati e grande vocazione all'invecchiamento.

L'anteprima, nel Salone ottocentesco dell'Hotel Westin Excelsior, in piazza Ognissanti, si è aperta con una degustazione comparata - vendemmia 2007- dei Chianti Rufina con alcune nobili etichette di Borgogna, a cura del Consorzio in collaborazione con l'Ais di Firenze.

Un confronto impegnativo, tra due vitigni tanto diversi come Sangiovese e Pinot Nero, giocato piuttosto sul territorio e sullo stile di fare vino, come ha sottolineato Ian d'Agata della Wine Academy che con alcuni produttori francesi ha guidato la degustazione.

«ll Rufina, più di qualsiasi altro territorio viticolo Italiano - ha detto D'Agata - rappresenta bene il mix di cru clima-suolo perché in poche altre zone si passa da terreni a caratterizzante sabbiosa in riva a un fiume per salire fino ai galestri che affiorano fin su ai 500 metri».

Anche in Borgogna, terra d'elezione del Pinot Nero e in particolare nella Cote d'Or da cui provengono i migliori vini di vigne spesso datate - alcune impiantate negli anni Venti - sono l'altitudine e il clima fresco a consentire una maturazione lenta che aumenta la concentrazioni di tannini e lo sviluppo degli aromi tanto che i grandi cru sono sempre a mezza costa e i premier cru più in alto.

Vini completamente diversi, dunque, ma comune ai due vitigni è la tendenza a interagire con i fattori pedoclimatici in modo spesso imprevedibile. Per D'Agata, in definitiva, il Chianti Rufina potrebbe rispecchiare il pinot nero di qualche sottozona e viceversa. I Chianti Rufina degustati sono stati la Riserva della Tenuta Bossi Marchesi Gondi, la Riserva Frascola, la riserva I Veroni, Il Cedro Riserva Lavacchio, il Montesodi Marchesi de' Frescobaldi e il Bucerchiale Riserva Selvapiana. I Borgogna sono stati il Givry Domaine de la Ferté Caron Thenard/Domaines Devillard, il Chambolle-Musigny 1er Cru Les Fuées Domaine Ghislaine Barthod, Il Volnay 1er Cru La Carelle sous la Chapelle Jean-Marc Boillot, il Pommard 1er Cru Les Jarollières Jean -Marc Boillot, il Gevrey-Chambertin 1er Cru Les Cherbaudes Domaine Louis Boillotr & Fils e infine il Nuits-Sain-Georges 1er Cru aux Perdix Domaine des Perdix.

Un confronto difficile, quello tra le etichette 2007 Chianti Rufina e quelle borgognotte, che ha stimolato il dibattito tra produttori e i rappresentanti della stampa italiana e internazionale.

A fare gli onori di casa Giovanni Busi, presidente del Consorzio e patron della Fattoria Travignoli. «La nostra filosofia - ha detto Busi - è quella di confrontarci con altri prodotti non solo dal punta di vista qualitativo ma soprattutto territoriale. Pinot nero e Sangiovese sono e devono essere completamente diversi ed è proprio questo che va comunicato al consumatore per facilitarlo nelle scelte. Per fare conoscere meglio il nostro prodotto nell'ambito della enorme denominazione che è il Chianti - che rappresenta da solo quasi il 50 per cento della produzione vinicola toscana - da due anni partecipiamo ad eventi e fiere come Prowein ma ora cercheremo di essere presenti anche agli appuntamenti americani e in Oriente. Viviamo una crisi strutturale, e ci vorranno ancora anni per tornare alle vendite facili. Servono ristrutturazioni aziendali, ottimizzando le risorse e riducendo i costi ma mantenendo un alto profilo qualitativo».

Come sempre i banchi d'assaggio dell'anteprima erano alla medicea Villa Poggioreale di Rufina chiamata così per aver ospitato nel 1829 Leopoldo II d'Asburgo-Lorena. L'antico edificio, all'interno di un parco secolare, è sede del Consorzio e dell' Enoteca e ospita un interessante Museo della vite e del vino.

In degustazione 40 etichette tra Chianti Rufina e Riserva 2007 di tutte le 23 aziende associate.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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