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Castagna del monte Amiata Igp Ue approva le modifiche al disciplinare

Riguardano la zona geografica: sono da considerarsi idonee le fustaie di castagne nella zona del “Castanetum”, ubicate nella fascia compresa tra i 350 e i 1.000 m, coltivate in terreni derivanti in massima parte da rocce vulcaniche e arenacee e comunque a prevalente o abbondante componente silicea

 
01 dicembre 2010 | 17:12

Castagna del monte Amiata Igp Ue approva le modifiche al disciplinare

Riguardano la zona geografica: sono da considerarsi idonee le fustaie di castagne nella zona del “Castanetum”, ubicate nella fascia compresa tra i 350 e i 1.000 m, coltivate in terreni derivanti in massima parte da rocce vulcaniche e arenacee e comunque a prevalente o abbondante componente silicea

01 dicembre 2010 | 17:12
 

La Commissione europea ha approvato le modifiche al disciplinare di produzione della Igp Castagna del Monte Amiata, pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea di oggi.
 
Le modifiche riguardano la zona geografica (sono da considerarsi idonee le fustaie di castagne da frutto site nella zona fitoclimatica del 'Castanetum” del Monte Amiata, ubicate nella fascia compresa tra i 350 e i 1.000 m s.l.m., coltivate in terreni derivanti in massima parte da rocce vulcaniche e arenacee e comunque a prevalente o abbondante componente silicea). Tale modifica è stata necessaria al fine di evitare che gran parte dei terreni della zona di produzione interessata fossero esclusi dalla coltivazione.

La Castagna del Monte Amiata Igp designa le castagne riferibili alle varietà correntemente conosciute come: Marrone, Bastarda Rossa, Cecio.
Il  sapore è delicato e dolce.

La zona di produzione della Castagna del Monte Amiata comprende i comuni di Arcidosso, Casteldelpiano, Santa Fiora, Seggiano, Cinigiano e Roccalbegna in provincia di Grosseto e i comuni di Castiglione d'Orcia, Abbadia S. Salvatore e Piancastagnaio in provincia di Siena. Sono pertanto da considerarsi idonee le fustaie di castagne da frutto site nella zona fitoclimatica del "Castanetum" del Monte Amiata, ubicate nella fascia compresa tra i 350 e i 1.000 m s.l.m., coltivate in terreni derivanti in massima parte da rocce vulcaniche e arenacee e comunque a prevalente o abbondante componente silicea.

Fin dal XIV secolo all'interno degli Statuti delle Comunità dell'Amiata si registrano precise norme per la salvaguardia e lo sfruttamento della risorsa 'castagno”, in merito sia alla raccolta dei frutti sia alla raccolta del legname da opera o a scopo energetico.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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