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Mangio locale e penso universale Il km zero nelle scuole di Bergamo

In tavola menu preparato con prodotti del territorio. Si inizia con tre giornate dimostrative, una sorta di prova per il prossimo anno scolastico, quando il progetto andrà a regime, completato con una serie di visite che una ventina di classi compiranno gratuitamente in Fattorie didattiche

 
09 marzo 2011 | 10:03

Mangio locale e penso universale Il km zero nelle scuole di Bergamo

In tavola menu preparato con prodotti del territorio. Si inizia con tre giornate dimostrative, una sorta di prova per il prossimo anno scolastico, quando il progetto andrà a regime, completato con una serie di visite che una ventina di classi compiranno gratuitamente in Fattorie didattiche

09 marzo 2011 | 10:03
 

BERGAMO - Il menu a chilometro zero, preparato con prodotti del territorio, entra nella scuola bergamasca grazie a un patto di collaborazione tra Comune di Bergamo, Coldiretti, SerCar (che ha in appalto la refezione scolastica in 10 istituti comprensivi della città, per un totale di 5mila pasti giornalieri) e la società Bergamo Servizi Pubblici.



«Già adesso qualcosa di bergamasco, come la polenta o i casoncelli, è presente sulle mense scolastiche - affermano Marco Carrara della SerCar e la nutrizionista Chiara Gritti - ma il progetto, che è stato denominato 'Mangio locale e penso universale”, si propone di portare con maggiore frequenza i cibi del territorio sulle mense scolastiche per far acquisire ai ragazzi maggiore consapevolezza sull'alimentazione, l'agricoltura e il territorio, perché una sana educazione alimentare comincia in classe».

Si inizia con tre giornate dimostrative, una sorta di prova per il prossimo anno scolastico, quando il progetto andrà a regime, completato con una serie di visite che una ventina di classi compiranno gratuitamente in Fattorie didattiche, dove i bambini osserveranno direttamente il percorso del cibo dal campo alla tavola.

Nei giorni 10 marzo, 5 aprile e 9 maggio verranno proposti nelle scuole tre menu a 'chilometro zero”, con piatti elaborati secondo i principi di un'alimentazione equilibrata, ma anche considerando la varietà e la stagionalità dei cibi, utilizzando proposte di alimenti tipici dell'agricoltura locale. Il 10 marzo si mangerà polenta, brasato di manzo, insalata e mela; il 5 aprile (con l'intervento di sindaco e Giunta in una scuola non ancora precisata) zuppa di cereali, arrosto di manzo con patate e verdura, yogurt; il 9 maggio, ravioli bergamaschi, Formai de Mut dell'Alta Valle Brembana, verdura, piccoli frutti.

«Abbiamo voluto questo progetto - sottolinea Danilo Minuti, assessore all'Istruzione e Politiche giovanili - perché oggi, molto spesso, le giovani generazioni, vivendo lontane dalla campagna, corrono il rischio di perdere conoscenze preziose sui ritmi della natura, sulle tradizioni, i paesaggi rurali, l'origine dei cibi che consumano».

«L'obiettivo - afferma Giancarlo Colombi, presidente di Coldiretti - è di ridare centralità al ruolo del produttore agricolo, sottolineando l'importanza che riveste nella filiera del cibo. Alla politica non chiediamo soldi ma coraggio di scelte adeguate. Educare i giovani sul valore del patrimonio enogastronomici del territorio, significa far loro conoscere una parte importante della nostra cultura e metterli nella condizione di alimentarsi in modo sano e consapevole. A mio avviso recuperare un rapporto più stretto con la realtà che ci circonda è di fondamentale importanza anche per poter guardare con maggiore comprensione ciò che avviene nelle altre parti del pianeta. Iniziative come 'Mangio locale e penso universale” sono parti fondamentali del percorso che Coldiretti sta portando avanti per realizzare una filiera agricola tutta italiana e rinsaldare il rapporto tra produttore e consumatore».

Per coinvolgere maggiormente gli alunni ed estendere anche alle loro famiglie il significato del progetto sono state realizzate brochure informative e tovagliette di carta personalizzate con ulteriori informazioni che coloreranno le tavole delle scuole quando verranno serviti i menù a chilometri zero.

«Proporre piatti con i prodotti del territorio - dice Marco Carrara della SerCar, l'azienda di ristorazione collettiva che prepara i pasti per le mense delle scuole del Comune di Bergamo - ci permette di fare della pausa pranzo un importante momento di educazione alimentare. Se poi pensiamo che il cibo sarà protagonista di un evento straordinario come l'Expo 2015 diventa indispensabile dare vita nelle scuole a un sistema integrato di ristorazione scolastica ed educazione alimentare improntato alla sostenibilità ambientale, alla promozione della salute e alla valorizzazione dell'economia locale».

 «Durante le tre giornale - spiega Chiara Gritti, responsabile diete e nutrizione della SerCar – i bambini potranno gustare in mensa dei menù completamente a base di prodotto della filiera corta, nel rispetto dell'ambiente, della tradizione ma anche dei principi che stanno alla base di una sana e corretta alimentazioni, attraverso la scelta di prodotti e ingredienti in accordo con quelle che sono le indicazioni dell'Asl. Le ricette tradizionali dei piatti verranno rivisitate in chiave moderna e applicabili a quelle che sono le esigenze nutrizionali della ristorazione scolastica».

Dal progetto 'Mangio locale e penso universale” si svilupperanno nei prossimi mesi ulteriori iniziative che coinvolgeranno le scuole anche dal punto di vista didattico.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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