I dati sono decisamente incoraggianti e in controtendenza rispetto alla crisi generale che ha investito tutti i settori: la produzione del vino Custoza Doc negli ultimi anni ha registrato infatti un aumento, attestandosi sui 12 milioni di bottiglie, di cui il 30% sui mercati stranieri (in particolare Germania, Austria e Inghilterra). Il 2011 è un anno importante per la Denominazione, che celebra i primi 40 anni di vita, e che vede la nomina di
Carlo Nerozzi (
nella foto) alla presidenza del Consorzio di tutela.
Per conoscere i suoi progetti e obiettivi per l'importante incarico, l'abbiamo incontrato a Lugano in occasione della manifestazione 'Gusto in scena”. «è un vino moderno - dichiara Nerozzi a proposito del ruolo del Cuostoza Doc nel panorama enologico italiano di oggi - per come è fatto e per come potrà essere presentato in futuro sul mercato. è un vino moderno perché fatto con tante uve, realizzato in un territorio suggestivo, quello delle colline Moreniche del Garda, quindi una zona dal punto di vista pedo-climatico interessante. Il fatto che questo vino è ottenuto da tante uve può essere percepito come un limite, ma in realtà è una ricchezza. Dipende sempre dalla prospettiva con cui si guarda».
Il vino Custoza Doc, aggiunge il neo presidente del Consorzio, «ha la caratteristica di essere leggermente aromatico, cosa che oggi un consumatore ricerca. è un vino fresco, è un vino 'femminile”: le donne oggi sono proprio le persone che principalmente lo scelgono, dal momento che per il 60% è presente nella grande distribuzione. Lo riteniamo dunque un prodotto adatto alle donne, ma non solo».
A proposito della competizione con altri grandi vini bianchi Doc prodotti nella stessa zona (Soave, Lugana, ecc.), Nerozzi afferma che il Custoza «ha le caratteristiche per poter competere in modo leale e ad 'armi pari”. Il Lugana è un ottimo vino, ma noi non siamo da meno!».
Il Consorzio di tutela del vino Custoza DocSono passati quarant'anni da quando, nel 1971, il Custoza ottenne il riconoscimento della Denominazione d'origine controllata, giusto riconoscimento ad una viticoltura fortemente radicata nel territorio. Di lì a poco, per volontà di produttori, vinificatori, soci di cantine cooperative, commercianti e industriali nacque il Consorzio di tutela del vino Custoza, per garantire al consumatore l'origine attraverso il controllo dell'intera filiera produttiva dal vigneto alla bottiglia.
Dal 2004 al 2009 il Consorzio ha ottenuto dal ministero delle Politiche agricole, con il decreto 14 gennaio 2004, l'incarico di svolgere le funzioni di controllo erga omnes previste dal Piano dei controlli per la Doc Custoza. Oggi, oltre agli incarichi istituzionali, il Consorzio svolge un'intensa attività di promozione del vino Custoza, in Italia, in Europa e nel mondo, e una costante assistenza tecnico-agronomica ai suoi produttori.
Il Consorzio del Custoza Doc conta più di 500 associati, che nelle quattro tipologlie previste dal Disciplinare (Custoza, Custoza Superiore, Custoza Spumante, Custoza Passito) producono complessivamente 12 milioni di bottiglie, delle quali il 30% viene collocato sui mercati stranieri, il 70% in Italia, facendone uno dei vini bianchi più conosciuti ed amati dai consumatori. Quando tradizione, conoscenze tecniche, storia e ambiente si fondono in un perfetto insieme nascono fatti unici, che esprimono l'armonia che si determina tra le diverse parti.
La vocazione del bianco di Custoza deriva dalla perfetta armonia tra sapienza enologica, tradizione della vite, particolari fattori climatici e pedologici propri dell'area compresa tra la sponda meridionale del Garda veronese, il Mincio e l'Adige. In questa isola felice, inserita nella grande tradizione enologica veneta, vengono coltivate le uve del bianco di Custoza con tecniche all'avanguardia che hanno trasformato l'amore per la vite in un arte raffinata. Il bianco di Custoza anticipa nei riflessi aurati del colore e nelle sfumature fruttate del profumo, il carattere fine ed originale e la fresca eleganza del sapore.
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