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Da Trieste un decalogo per salvare l'olio italiano

A Olio Capitale, un manifesto in dieci punti per il Risorgimento dell’olio italiano. Serve un programma per unire il comparto in nome di un nuovo extravergine “succo d’oliva” alternmativo all'olio doedorato. Piani realistici o velleità attorno a un settore da 2 miliardi di euro di valore annuo

19 marzo 2011 | 14:13
Da Trieste un decalogo 
per salvare l'olio italiano
Da Trieste un decalogo 
per salvare l'olio italiano

Da Trieste un decalogo per salvare l'olio italiano

A Olio Capitale, un manifesto in dieci punti per il Risorgimento dell’olio italiano. Serve un programma per unire il comparto in nome di un nuovo extravergine “succo d’oliva” alternmativo all'olio doedorato. Piani realistici o velleità attorno a un settore da 2 miliardi di euro di valore annuo

19 marzo 2011 | 14:13
 


Parte da  Trieste in occasione della quinta edizione di Olio Capitale, organizzato dall'azienda speciale Aries della Camera di commercio di Trieste, un nuovo corso per il comparto oleario italiano. Teatro Naturale, voce dell'informazione del settore oli e grassi in Italia, media partner di Olio Capitale, ha elaborato un manifesto in dieci punti per rilanciare l'olio extra vergine di oliva e un comparto produttivo che negli ultimi anni è un po' in affanno, anche se sullo sfondo resta intatto il problem dell'olio deodorato.....

Si intitola 'Manifesto per il Risorgimento dell'olio italiano – Tra scienza e coscienza. I principi universali a difesa dell'olivo e dell'olio”, e tra le novità proposte dal decalogo c'è il lancio di un nuovo extra vergine, di qualità superiore, da denominare 'succo di oliva”, forse un utile  compromesso per restituire valore a un prodotto come l'olio extra vergine di oliva che nel tempo è stato svilito sul piano commerciale con prezzi di vendita sotto i 2 euro la bottiglia da litro e continue promozioni sottocosto. Per non parlare delle norme europee che nel tempo hanno trasfrmonato in alimentari olii un tempo lampanti, abbassando i limiti dei difetti e permettendone la rettifica...

Con tale manifesto si intende dare spazio e vitalità al mondo contadino, affinché ottenga una equa remunerazione per il proprio lavoro, ma senza creare smarrimenti o conflittualità tra i vari attori della filiera produttiva. «Non devono più esistere speculazioni sulla pelle di chi lavora con onestà nel mondo dell'olio - ha dichiarato il direttore di Teatro Naturale, Luigi Caricato - L'attenzione va posta solo alla qualità degli extra vergini». L'obiettivo dichiarato nel Manifesto è di puntare a un comparto oleario unito e coeso, con nuove figure professionali, quale quella dell'oleologo, impegnate al fine di ottenere grandi eccellenze olearie, proprio come è già avvenuto con alcuni grandi e celebrati vini come il Sassicaia. «Ci deve essere una qualità garantita per tutte le fasce di consumatori - ha precisato Luigi Caricato - con extra vergini a prezzi abbordabili, per chi ha ridotta capacità di spesa, ma con una qualità media accettabile; e veri succhi di oliva, dal prezzo elevato ma dalla qualità irreprensibile».

Olio Capitale unico vero salone nazionale dedicato agli oli extravergine d'oliva segna ormai il passo per il settore, quale punto di incontro e sviluppo degli affari e della cultura agroalimentare - ha commentato il presidente della Camera di Commercio di Trieste, Antonio Paoletti - che ha assicurato come anche nella sua veste di vicepresidente dell'Unioncamere italiana interverrà presso le 105 Camera di Commercio della Penisola per sollecitare un ulteriore importante impegno concreto affinché Olio Capitale cresca sempre di più nei prossimi anni, con una visione nazionale e ancor più internazionale. Si punta a superare i 15 Paesi di provenienza di produttori e buyer coinvolti in questa edizione 2011>.

 

 

L'olio nell'economia nazionale

1,16 milioni di ettari olivetati
6200 frantoi
Un giro d'affari da 2 miliardi di euro all'anno
Sono gli oli d'oliva, naturalmente a rappresentare il traino del settore, per un volume d'affari complessivo di 1,77 miliardi di euro all'anno. In queste cifre sta la consistenza dell'olivicoltura italiana. Olivicoltura da olio certamente, rappresenta il 98% del totale, ma anche olive da tavola.
Nel Mezzogiorno si concentra il 78,8% della produzione, con il Centro attestato al 18,8% e il Nord al 2,4%.
L'Italia è grande Paese importatore ed esportatore di prodotti olivicoli. Importiamo oli d'oliva per un valore di 1,3 miliardi di euro e ne esportiamo per 1,2 miliardi di euro. Analogamente, per le olive da tavola, il saldo commerciale è negativo per 13 milioni di euro.
L'Italia vanta però il primato europeo dei marchi riconosciuti di olio extra vergine d'oliva: 39 le Dop e 1 Igp Toscano.
Sono 18000 le aziende che certificano oli a denominazione d'origine. Risultano più distanti i prodotti di altri Paesi vocati come la Grecia e la Spagna.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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07/04/2011 14:46:00
1) Difendiamo la qualità dell'olio italiano
Condivido pienamente lo spirito e la lettera del Manifesto. L'olio extravergine d'oliva italiano merita di essere meglio difeso e valorizzato, superando le tante norme trabocchetto dell'Ue che consentono di fegiarsi del titolo di "extravergine" anche a prodotti che tali non sono per la tradizione italiana, dopo 50 anni dall'introduzione della normativa sull'olio d'oliva.

L'extravergine è davvero "succo d'oliva" naturale e auspico per tale denominazione un disciplinare serio e restrittivo, con censoguenti adeguati controlli.




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