Il mondo del vino ha perso martedì scorso a Roma uno dei suoi personaggi storici, il dottor Marco Trimani (nella foto), 77 anni. Mi sia consentito un ricordo personale dacché ho avuto la fortuna di conoscerlo e di intrattenere con lui schietti rapporti amicali. è al dottor Trimani che devo i primi passi nel settore dell'enogastronomia: erano i primi anni '90. Gliene serbo riconoscenza.
Ero inquilino del dottor Trimani, dacché abitavo in un appartamento del palazzo di famiglia in Via Goito. Là, dove tutto il piano strada è occupato dall'Enoteca Trimani, che all'epoca celebrava i primi 150 anni di vita. Entro in casa la prima sera, apro il frigo e trovo una bottiglia di spumante italiano. Un gesto di squisita cortesia che non ho mai dimenticato.
E poi i primi corsi sul vino. E di ogni vino la storiella particolare, l'aneddoto che correlava quel vino a quel vignaiolo che, ovviamente, il dottor Trimani ben conosceva di persona. Sempre pronto al sorriso ed alla battuta bonaria, il caro dottor Trimani.
L'ultima volta l'ho incontrato due anni fa ad Anagni, allorquando il Cesanese del Piglio acquisiva la Docg. Invecchiato, sì. Ma prontissimo a riconoscermi, a notare l'addio dal mio cranio degli ultimi capelli ed a ricordare vividamente alcuni episodi trascorsi. Competente di vino come pochi, del vino a Roma ha fatto la storia. Ci ha lasciati un galantuomo.