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Novità per il "turismo sociale" Agevolazioni per statali a basso reddito

Firmato a Palazzo Chigi con Paolo Crescimbeni, presidente dell'Istituto nazionale previdenza dipendenti amministrazione pubblica, un accordo per incentivare i buoni vacanza permettendo soggiorni a costi contenuti per i dipendenti pubblici con basso reddito, favorendo il cosiddetto turismo sociale

di Mariella Morosi
 
22 luglio 2011 | 15:21

Novità per il "turismo sociale" Agevolazioni per statali a basso reddito

Firmato a Palazzo Chigi con Paolo Crescimbeni, presidente dell'Istituto nazionale previdenza dipendenti amministrazione pubblica, un accordo per incentivare i buoni vacanza permettendo soggiorni a costi contenuti per i dipendenti pubblici con basso reddito, favorendo il cosiddetto turismo sociale

di Mariella Morosi
22 luglio 2011 | 15:21
 

ROMA - La vacanza è arricchimento culturale, conoscenza, benessere, socializzazione e quindi è un diritto di tutti, in particolare delle famiglie a basso reddito, dei giovani, degli anziani e dei disabili. L'attenzione del governo verso queste categorie di cittadini attraverso le politiche di sostegno al turismo sociale si è estesa anche ai dipendenti della pubblica amministrazione.

Michela Vittoria Brambilla

Il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla (nella foto in alto)ha sottoscritto a Palazzo Chigi con Paolo Crescimbeni, presidente dell'Inpdap - Istituto nazionale previdenza dipendenti amministrazione pubblica - un accordo che consentirà agli iscritti dell'Istituto di effettuare soggiorni in località turistiche grazie al sistema dei buoni vacanza. L'iniziativa, finanziata nel 2010 dal dicastero con 10 milioni di euro, prevede un contributo statale che arriva fino al 45% del costo del viaggio ma con questo accordo oltre che del contributo statale, gli iscritti all'Inpdap usufruiranno anche di una quota aggiuntiva di pari entità messa a disposizione dall'Istituro di previdenza che ha già stanziato per l'anno in corso 2 milioni di euro.

Ulteriori risorse saranno garantite per il biennio successivo. «L'intesa, la prima del genere tra il Ministero del turismo ed un istituto di previdenza - ha detto Brambilla - costituisce un modello per lo sviluppo del turismo sociale in Italia e sarà un modello per future intese con altre realtà. Con la Riforma del Turismo appena entrata in vigore, inoltre, viene reso stabile l'istituto dei buoni vacanza che verrà finanziato con la quota dell'8 per mille destinato allo Stato».

Gli iscritti, appartenenti alle categorie dei pensionati, delle famiglie a basso reddito e dei portatori di disabilità di ogni livello, potranno prenotare una vacanza nelle strutture convenzionate in ogni periodo dell'anno. «Diamo così attuazione ai principi sanciti dal nostro manifesto per la promozione del turismo accessibile - ha sottolineato il ministro - sostenendo il diritto alla vacanza senza barriere, nè fisiche nè di reddito.La persona è da sempre al centro della nostra azione di governo, perchè il viaggio rappresenta un'esperienza essenziale per il benessere psicofisico e un momento di arricchimento culturale e sociale.

Tutti devono avere questa opportunità». Nell'occasione è stato presentato un bilancio dell'iniziativa dei Buoni Vacanza. A chiederli, e in massima parte ad ottenerli, sono stati 8.371 cittadini nel 2010 e, nel 2011, 8.444. La maggioranza dei richiedenti apparteneva alla categoria delle famiglie con figli (69%) e con un reddito complessivo inferiore ai 20-25 mila euro (62%). Il 75% sono state famiglie e il 15% single.



Il maggior numero di domande è venuto da Lombardia, Campania, Puglia e Lazio. Prima tra le destinazioni scelte l'Emilia Romagna, seguita da Campania,Puglia, Veneto,Calabria e Sicilia.Nell'ultimo anno si è anche allargata la platea dei beneficiari: possono usufruire del contributo anche i cittadini dell'Unione Europea residenti in Italia e gli extracomunitari con regolare permesso di soggiorno e residenza. Cambiano anche le modalità di calcolo: il nuovo criterio di valutazione della situazione economica e familiare che accerta il diritto di ottenere i Buoni non è più il reddito lordo ma il parametro reddituale della famiglia, favorendo in tal modo maggiormente quelle più numerose.


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