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Pizza, gelato e tramezzini al bar Aumenti record in 10 anni

In 10 anni gli aumenti medi sono stati del 53,7% e hanno ridotto il potere d'acquisto delle famiglie di quasi il 40% (39,7%). Tra gli esempi eclatanti: da 77 centesimi a due euro per un cono gelato (+159,7%), da 3,36 euro a 6,50 per una pizza Margherita (+93,5%) e +192,2% per il tramezzino al bar

12 settembre 2011 | 16:27
Pizza, gelato e tramezzini al bar Aumenti record in 10 anni
Pizza, gelato e tramezzini al bar Aumenti record in 10 anni

Pizza, gelato e tramezzini al bar Aumenti record in 10 anni

In 10 anni gli aumenti medi sono stati del 53,7% e hanno ridotto il potere d'acquisto delle famiglie di quasi il 40% (39,7%). Tra gli esempi eclatanti: da 77 centesimi a due euro per un cono gelato (+159,7%), da 3,36 euro a 6,50 per una pizza Margherita (+93,5%) e +192,2% per il tramezzino al bar

12 settembre 2011 | 16:27
 

Dall'aumento del 93,5% della pizza Margherita a quello del 192,2% del tramezzino al bar, dal +159,7% del cono gelato al 207,7% della penna a sfera. Come riporta L'Eco di Bergamo, aumenti da capogiro quelli dei prezzi di beni e servizi di largo consumo negli ultimi dieci anni, cioè da poco prima che si passasse dalla lira all'euro a oggi.



Un decennio in cui gli aumenti medi sono stati del 53,7% e che hanno ridotto il potere d'acquisto delle famiglie di quasi il 40% (39,7%). La denuncia è del Comitato contro le speculazioni e per il risparmio (Casper), in cui sono riunite le associazioni Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori, che ha deciso di organizzare per i prossimi giorni una protesta scendendo in piazza il prossimo 15 settembre assieme ad altre associazioni per far sentire la voce delle 'famiglie massacrate, impoverite dal carovita”.

Peraltro, «l'ondata non è finita – afferma il Casper – perché il recente scatto dell'aliquota Iva dal 20 al 21% deciso dal governo produrrà un ulteriore incremento dei listini al dettaglio».

Il Comitato ha compiuto un'analisi su come sono aumentati i prezzi sulla base di un paniere di cento voci relative a beni e servizi. Un dossier che arriva alla vigilia del decimo anniversario dell'euro nel nostro Paese (la moneta unica entrò in vigore il primo gennaio 2002).

L'esame dei prezzi copre un arco temporale che va dal settembre 2001 (quando i listini già cominciavano a essere espressi in doppia valuta) a oggi e riguarda un paniere altamente rappresentativo dei consumi quotidiani dei cittadini.

Il risultato, affermano le quattro sigle, «è sbalorditivo». I rincari, infatti, «sono sempre a due cifre e raggiungono una media del 53,7%, tenuta alta da prodotti i cui prezzi sono letteralmente schizzati (come il cono gelato, la penna a sfera, il tramezzino al bar, i biscotti, la lavanderia, il caffè o il supplì)», spiega il Casper.

Vi è poi tutta una serie di beni e servizi che hanno registrato un raddoppio (o quasi) dei prezzi: dalla pizza Margherita ai jeans, dalla giocata minima del Lotto ai pomodori pelati, al biglietto dell'autobus a Milano.

Alcuni esempi
Da 77 centesimi a due euro per un cono gelato (+159,7%), da 3,36 euro a 6,50 per una pizza Margherita (+93,5%), da 26 a 80 centesimi per una penna a sfera (+207,7%).

Sono solo alcuni esempi degli aumenti vertiginosi dei prezzi di beni largo consumo negli ultimi dieci anni calcolati dal Casper, il Comitato contro le speculazione e per il risparmio, su un paniere di cento voci. Guardiamo anche altri prezzi: il tramezzino al bar passa da 0,77 a 2,25 euro (+192,2%); i pomodori pelati da 0,98 a 1,93 euro (+96,9%); un jeans uomo di marca da 64,56 a 126 euro (+95,2%); il biglietto del bus a Milano oggi costa un euro e mezzo, dieci anni fa costava 0,77 euro (il rincaro è del 94,8%); un chilo di riso arborio costava 1,52 euro oggi invece 2,80 (84,2%); la sogliola costava 13.94 euro al chilo, oggi invece 25,55 euro al chilo (+83,3%).

Poi ci sono le fette biscottate passate da 0,90 a 1,50 euro (+66,7%); la candeggina da un litro da 0,70 a 1,15 euro (+64,3%); la messa in piega dal parrucchiere da 9,81 a 16 euro (+63,%); il tonno in scatola da 7,09 euro al chilo 11,83 (+66,9%). Cappuccino e brioche al bar costavano 1,19 euro, oggi ci vogliono due euro (68,1%).

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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14/09/2011 17:56:00
2) Le associazioni dei consumatori prendono un granchio per superficialità
Condivido il giudizio di Matteo. è pur vero che tutto è aumentato e anche di molto ma in genere i locali pubblici sono l'ultima ruota di una filiera che se ne è approfittata mica male del "sistema Euro", Stato italiano in primis. Aggiungo che le associazioni dei consumatori in genere prendono un granchio per superficialità: anni fa ho postato su un forum di una di queste a proposito della loro levata di scudi contro il prezzo della tazzina di caffè con tanto di fatture d'acquisto che mostravano i prezzi al chilo in Lire e in Euro. Il risultato è stato di nessuna risposta da parte loro, il post è rimasto lì per qualche mese ed è stato visionato da migliaia di persone...


14/09/2011 09:42:00
1) In Italia c'è troppa demagogia
è incredibile come la demagogia imperi nel nostro Paese, soprattutto non si ha memoria. Chi si ricorda come erano gli stipendi prima dell'euro? Faccio una breve cronistoria, almeno nel nostro settore. Prima dell'euro un cuoco o un cameriere bravo portavano a casa uno stipendio medio da 1 milione e 300mila lire a circa 2 milioni, cifre fantastiche, naturalmente nette. Oggi vorrebbe dire, a parità degli stessi numeri, 650-1.000 euro. Allora sfido chiunque a verificare se oggi i nostri collaboratori hanno stipendi di questo livello. Minimo oggi sono 1.300 euro, 1.500 euro, tutto il doppio. Ma faccio un'altro esempio, un kilo di filetto di manzo costava 25-30mila lire, oggi costa 25-30 euro, cioè il doppio, ed oggi si lamentano che tutto sia aumentato, ma non scherziamo, i nostri dipendenti a conti fatti raggiungono circa 16 mensilità con un mese di ferie. Ma in quale Paese del mondo è così? Scusatemi lo sfogo, ma è proprio così.




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