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Trend effervescente Stime positive per il 2012

Il mondo del Prosecco Spumante Docg e Doc tenderà a crescere nel 2012, con percentuali a due cifre nei mercati esteri. Sul versante nazionale la Franciacorta non crescerà come negli ultimi anni, così pure il Trentodoc. Riscoperto, invece, il Lambrusco Doc frizzante che registra un exploit

05 novembre 2011 | 14:33
Trend effervescente Stime positive per il 2012
Trend effervescente Stime positive per il 2012

Trend effervescente Stime positive per il 2012

Il mondo del Prosecco Spumante Docg e Doc tenderà a crescere nel 2012, con percentuali a due cifre nei mercati esteri. Sul versante nazionale la Franciacorta non crescerà come negli ultimi anni, così pure il Trentodoc. Riscoperto, invece, il Lambrusco Doc frizzante che registra un exploit

05 novembre 2011 | 14:33
 



I vini italiani, in particolare quelli effervescenti, stanno avendo un grande successo all'estero. Nel comparto agroalimentare è un settore in attivo ed ha ancora ottime prospettive di crescita. Per quanto riguarda le bollicine è automatico mettere a confronto l'Italia e i "cugini" francesi, anche se non esiste oggi un riferimento enoico del Belpaese che abbia assunto l'immagine, la quotazione e il simbolismo espressi dallo Champagne.

In Italia è il Prosecco ad avere un ruolo importante in termini di volumi e di presenza sui mercati esteri. Nel giro di tre anni avverrà il sorpasso produttivo sullo Champagne con circa 420 milioni di bottiglie prodotte contro i 400 milioni dei rivali francesi. Lo stima Ovse.org, il sito dell'Osservatorio economico vini spumanti effervescenti, che prevede nel 2014-2015 una produzione di Prosecco Doc di 350 milioni sui 18mila ettari di terreno tra Veneto e Friuli, cui si assommano i 70 milioni di bottiglie Docg (di cui 1,3 milioni dell'esclusivo Cartizze) che vengono dai 6.100 ettari della zona classica e storica di Conegliano Valdobbiadene (Tv), perla del territorio dell'Altamarca Trevigiana.

Giampietro Comolli«Per il Prosecco nella versione Doc e in quella Conegliano Valdobbiadene e Asolo Docg - sottolinea il direttore dell'Ovse, Giampietro Comolli (nella foto qui accanto) - il dato "produzione" è sempre molto vicino al dato consumo, ci può essere un 5% di differenza in più in termini di produzione considerate le scorte a tempi brevi (1-2 mesi). Altro discorso per lo Champagne, con una scorta in giacenza che attualmente è superiore a 1,8 miliardi di bottiglie! Perciò i francesi devono stare molto attenti a non produrre di più di quello che sono in grado di vendere, recuperando invece dalle giacenze».

«Prosecco è solo Prosecco - aggiunge Comolli - Prosecco è solo Italia e l'Altamarca Tevigiana, che quest'anno ha richiamato 300mila turisti con l'iniziativa "Primavera del Prosecco", è la patria del Prosecco Doc e Docg nella versione Conegliano, Valdobbiadene e Asolo, ovvero la nuova piramide di qualità che si fa strada nel mondo, avvantaggiata dal fatto che marchio e denominazione sono una cosa sola nell'immaginario collettivo».

Per il Prosecco Doc e Docg la Regione Veneto stima che nel 2015 saranno distribuite nel mondo oltre 400 milioni di bottiglie di spumanti made in Veneto-Friuli con 20mila ettari di terreno per la Doc e 7mila per la Docg nella pedemontana Trevigiana. Lo sviluppo produttivo avrà ripercussioni sui prezzi? «Per i più blasonati Docg - spiega Comolli - non hanno e non avranno problemi come per tutta la gamma Conegliano, Valdobbiadene e Asolo nelle tipologie brut, dry ed extradry. Sicuramente calmierare e tenere sotto controllo le produzioni di prima fascia Doc soprattutto di marchi non noti e governare con vigilanza e controlli i volumi destinati e separati per i macrocanali 'mercato interno e mercato estero” sono e saranno fondamentali per garantire una certa remunerazione, visti anche i prezzi delle uve e dei vini sfusi oggi. In questo momento il prezzo al consumo è un fattore determinante: non a caso all'estero denominazioni storiche, come lo Champagne, hanno ridotto drasticamente il prezzo: circa il 35% in due anni. Quelle made in Italy sono state invece apprezzate per la semplicità e freschezza di consumo, facilità di abbinamento e costo alla portata di tutti».

Il dominio di Prosecco e Franciacorta e il 'ritorno” del Lambrusco
Il mondo del Prosecco Spumante Docg e Doc ha registrato nel 2010, conferma nel 2011 e Ovse stima anche nel 2012, una crescita importante annualmente a due cifre sui mercati esteri, fra il 10% e il 15% annuo. Sul mercato nazionale sia il Docg Conegliano Valdobbiadene che il Doc Prosecco crescono, ma in due canali e mercati differenti: l'Horeca punta sul Docg e la distribuzione sul Doc. Le 'imitazioni all'estero” sono un danno, ma anche un segnale che il vino spumante italiano è trendy.

Nel 2010 sono state stappate in totale 205 milioni di bottiglie con origine 'Prosecco”. Nel 2011 si presume il traguardo di 225 milioni. Nel 2012 quello dei 250 milioni e nel 2013 dei 280 milioni con i primi nuovi impianti (quelli messi a dimora nel 2008-2010 per circa 16mila ettari) che entrano in produzione per superare, nel giro di due anni, i 300 milioni di bottiglie, di cui circa 80 milioni saranno di Docg.

Nel 2015 con tutti i vigneti in produzione (circa 26mila ettari fra Docg e Doc) saranno producibili oltre 400 milioni di bottiglie. Su queste previsioni si gioca il futuro di un territorio, la storia di 160 case spumantistiche della Docg e di altre 250 che punteranno sulla Doc Prosecco, la capacità di fare mercato, di rispondere ai concorrenti, di trovare nuovi Paesi, di saper differenziare fra Docg e Doc, di comunicare di fare marketing di consumo e non di produzione, di fare adv, non promozione.

Ma come il mercato mondiale sarà in grado di assorbire i nuovi volumi? Un dibattito aperto e urgente è quello del valore fra uva Docg e uva Doc, fra bottiglia Docg e bottiglia Doc che risulta essere oggi poco evidente e chiaro, non motivato presso il consumatore e rivenditore, non conosciuto. In questo la tutela è l'unica strada da percorrere, compreso vigilanza, registrazione dei nomi, sviluppo pubblicitario sui media più forti, tv nazionali ed estere. Gli eventi promozionali fatti in casa non servono: occorrono testimonial, ambascerie all'estero, biglietti da visita, personaggi che frequentano il mondo delle bollicine da decenni, capacità di creare procedure di controllo nei punti vendita, strumenti consortili più orientati e abituati al mercato commerciale e al marketing forte, di impatto, selettivo, eclatante.

Per il metodo Classico il mercato nazionale è stazionario. Nelle regioni tradizionali, il consumo di Franciacorta nel 2012 non crescerà più come negli ultimi anni (da 6 a 9,8 milioni in tre anni), mentre un aumento limitato è previsto nelle regioni italiane meno abituali avviando una nuova strategia di presentazione. Un ulteriore consolidamento si potrebbe avere su alcuni mercati estri come Polonia ed Est Europa.

In leggero freno è stimato anche il Trentodoc, soprattutto nel consumo domestico che dovrebbe stabilizzarsi intorno a 7,3 milioni di bottiglie, con un progressivo aumento sui mercati esteri (soprattutto Usa e Giappone).

L'Alta Langa, partendo da numeri piccoli, farà in ogni caso un salto in avanti in Italia e un balzo deciso sui mercati esteri con un +15% (soprattutto in Uk e BeNeLux).

Anche l'Asti Docg potrebbe segnare nel 2012 un ottimo andamento all'estero (+6%, con punte del 12%) con un blocco nazionale a favore dei meno blasonati spumanti dolci con nomi di fantasia.

Il metodo Classico italiano all'estero continua e continuerà ad avere difficoltà anche per la ripresa di Champagne (+5% in paesi Ue) e il forte trend del Cava (tracollo in Italia negli ultimi anni, ma crescita in Francia, Uk e Germania). L'area balcanica, dell'Est Ue e caspica si conferma fortemente attratta dalle bollicine italiane. Molti spazi aperti ci sono in Italia nelle regioni meridionali ancora da sfruttare con nuove strategie di marketing sul consumatore finale.

Sui mercati esteri il vino frizzante italiano funziona e il 2011 ha consacrato numeri di tutto rispetto: su 800 milioni di pezzi confezionati, oltre 300 milioni prendono la strada dell'export. Lambrusco, Malvasia, Moscato, Trebbiano, Pinot, Verdicchio e Soave sono sempre più richiesti. Per il Lambrusco Doc frizzante il 2010 ha rappresentato un vero exploit con un +90% di export. Il prezzo medio alla dogana di una bottiglia di frizzante varia dai 2,98 euro dei Dop ai 1,70 euro dei frizzanti generici, per un fatturato stimato in circa 800 milioni di euro. Spumanti e vini frizzanti stanno funzionando sul mercato e l'allarme lanciato dagli esperti è di non svilire l'immagine delle bollicine con proposte dealcolizzate tratte dalle stesse uve del Moscato, Prosecco e Lambrusco.



Export, roseo e ancora buono nel 2012
In Italia il consumo del vino risulta stazionario (tranquilli, frizzanti, spumanti e passiti insieme), mentre l'export potrebbe riservare una felice sorpresa a fine anno con un +14% di spedizioni rispetto allo stesso 2010. Meno bene l'incremento del valore globale delle bottiglie al consumo sul mercato (+7%), a sottolineare che c'è mediamente un riconoscimento al ribasso ancora del valore nazionale del vino esportato, forse per le differenzazioni e difformità di presentazione (vini e spumanti generici, senza identità, marchi sconosciuti e improvvisati, assoluta mancanza di marketing, assoluta assenza di strategia di comunicazione e spinta eccessiva solo sulle copie commissioni). è quanto risulta dal tradizionale giro di consultazioni mondiali di novembre che dal 1992 svolge l'Osservatorio vini spumanti effervescenti (Ovse) presso 40 'trendwatcher” sparsi per il mondo.

Il valore "sottotono" del vino italiano riguarda soprattutto il prodotto sfuso, ancora a prezzi all'origine rivolti ai mercati esteri decisamente bassi fra lo 1,30-1,50 euro/litro. E questo deprezza enormemente tutto il valore del comparto, anche se il volume dei vini sfusi esportati risulta (e a fine anno sarà) in calo spostando le vendite verso il confezionato. Verso i mercati esteri le spedizioni di bottiglie di vino tranquillo sono in calo, mentre il valore medio di una bottiglia italiana alla dogana è cresciuto del 9% rispetto al primo semestre del 2010. Un altro parametro che indica che i volumi all'estero si fanno con prodotti di minor valore, anche se ci sono canali 'di continuità” per i vini nazionali blasonati. Le vendite saranno migliori nei Paesi Terzi (+22%) rispetto ai mercati europei (+11%).

Ancora rosee le previsioni e le stime per il 2012 per i vini spumanti italiani all'estero, con le diversità solite per Paese tradizionalmente consumatore e Paesi neofiti: nei primi la situazione si presenta in leggera crescita, con qualche picco intorno al 10%, soprattutto per marchi e denominazioni note e riconosciute, mentre nei secondi mercati vince il nome e il marchio 'generico”, con prezzi decisamente più bassi, ma con incrementi di media intorno al (20-25%).

Al di là di casi eclatanti come Cina e India dove i numeri di partenza sono bassi, la scalata per volumi e valori potrebbero quindi registrare a fine 2011 un +21% dei volumi e un +22,5% dei valori (alcuni partendo da valori bassi). Buone performance di consumi si registrano con certezza per Asti Docg, Brachetto d'Acqui Docg, Prosecco Docg. A fine anno probabilmente il più gettonato in Italia e all'estero sarà il Prosecco Doc Treviso per il metodo Italiano. Il Franciacorta e l'Alta Langa saranno i più gettonati fra il metodo Classico italiano. Nel 2011 (e anche 2012) si registra un forte balzo in avanti di richieste di vini spumanti di Lambrusco (sia rosato che rosso e metodo Italiano) sui mercati dell'Est Europa.

Principali risultati positivi e mete dell'export dei vini spumanti italiani nel 2011 sono la Russia (fra spumante e frizzante cresce del 25% anche con le problematiche delle imposte alla importazione dei vini italiani penalizzati rispetto a francesi, spagnoli, tedeschi e giorgiani), la Germania (+12%), il Brasile (+9%). Rispetto all'annata commerciale del 2010, si stima che nel 2011 i prezzi all'origine subiscono incrementi in generale, se non per il Conegliano Valdobbiadene e l'Asti, mentre il prezzo al consumo ha andamenti e comportamenti molto differenziati rispetto ad una omogeneità degli anni passati, presentando nei canali tradizionali una leggera crescita, invece nella Gdo i prezzi al consumo sono in calo per la stessa etichetta.

Champagne e Cava

FRANCIA

La Francia non è più il primo produttore al mondo. Resta il primo Paese al mondo per fatturato, giro d'affari e valore aggiunto per le bollicine. Per il 92% produce metodo Classico con 9 Aoc. La Aoc Champagne è la principale, seppure con una forte riduzione di produzione: da 400 a 320 milioni di bottiglie all'anno. Con 290 milioni di bottiglie all'anno, la Francia è il secondo consumatore al mondo, di cui 181 milioni di solo Champagne. Importa circa 10 milioni di bottiglie (di cui 4,5 milioni dall'Italia, principalmente Asti, Brachetto d'Acqui e Prosecco). I francesi consumano 4,38 bottiglie a testa. La Francia esporta 112 milioni di bottiglie di Champagne e circa 100 milioni di altre Aoc e tipologie. Il giro d'affari totale dei vini effervescenti francesi è di 4,9 miliardi di euro, di cui circa 4 miliardi per il solo Champagne.

SPAGNA
La Spagna ha una sola Doqve nazionale, cioè il Cava. Le uve si producono in 33.654 ettari classificati e registrati. Nel 2011 si riscontra un calo di cantine imbottigliatrici e diverse concentrazioni di marchi. Sono 256 le cantine imbottigliatrici: 2 cantine rappresentano l'81% del totale venduto che nel 2010 è stato di 245 milioni di bottiglie per un valore al consumo di 1,3 miliardi di euro: 96 milioni di consumo interno (+8% sul 2009) e 140 milioni destinate all'export (+14%). Gli spagnoli consumano mediamente 100-108 milioni di bottiglie all'anno compresa l'importazione, cioè 2,42 bottiglie/procapite. Le vendite all'estero sono concentrate in Germania (41 milioni di bottiglie, +18% sul 2009), Gran Bretagna (30 milioni) e Stati Uniti (14 milioni). Nel 2008-2009 si è registrato un calo delle esportazioni, mentre il 2010 e il 2011 segnano un forte calo di consumo interno, con incremento all'estero per via di un prezzo molto concorrenziale, buona qualità, forte comunicazione nei mercati importanti e strategia di acquisizione di spazi lasciati liberi dai competitor. Come valore il Cava segna un calo del valore medio del 15%, con punte del 20% su alcuni mercati. Il divario di prezzo fra tipologie diverse è anche del 70%. In Spagna solo il 40% delle bottiglie è consumato negli ultimi tre mesi dell'anno. Le previsioni 2012 confermano un calo del prezzo e dei volumi sul mercato interno, una crescita volumi verso l'export, ma un calo ulteriore del prezzo sia alla dogana che al consumo. Grande exploit in Belgio con 21 milioni di bottiglie e un prezzo in ulteriore calo del 14% nel 2011 rispetto al 2009.

Fonte: Osservatorio economico vini effervescenti e Ovse.org


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