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La vendemmia più scarsa da 60 anni Calo del 14% rispetto al 2010

I dati di ottobre, a uve in cantina, dicono -14% per 40,3 milioni di ettolitri di vino, ovvero la vendemmia più scarsa degli ultimi 60 anni, ma con quotazioni di uve, mosti e vini in quasi tutte le Regioni dal 5 al 35%, dopo la stasi del 2010 sul 2009 e il crollo del 30% del 2009 sul 2008

 
18 ottobre 2011 | 10:20

La vendemmia più scarsa da 60 anni Calo del 14% rispetto al 2010

I dati di ottobre, a uve in cantina, dicono -14% per 40,3 milioni di ettolitri di vino, ovvero la vendemmia più scarsa degli ultimi 60 anni, ma con quotazioni di uve, mosti e vini in quasi tutte le Regioni dal 5 al 35%, dopo la stasi del 2010 sul 2009 e il crollo del 30% del 2009 sul 2008

18 ottobre 2011 | 10:20
 

A luglio le elaborazioni di Assoenologi davano una produzione nazionale incrementata del 5% rispetto allo scorso anno. A fine agosto eravamo scesi a -5%. A metà settembre il decremento era salito a -10%. Oggi, a conferimenti praticamente conclusi, siamo a -14% rispetto alla passata campagna.

Nonostante le bizzarrie del tempo, la vite, fino a metà agosto, è riuscita a superare i momenti di criticità, anche perché le basse e le alte temperature, nonché le piogge, anche se fuori periodo, sono capitate quasi sempre nei momenti di necessità della pianta. Il tutto è però stato successivamente vanificato dal caldo torrido di un'estate che, dopo una partenza con il piede sbagliato, sembrava non voler finire più. Infatti, le ultime due settimane di agosto e il mese di settembre, che per temperature hanno polverizzato tutti i record, hanno lasciato il segno. Da qui il ridimensionamento quantitativo e, in diverse zone, anche qualitativo della produzione.

Temperature da record e precipitazioni scarse
Il trimestre giugno/agosto ha registrato un decorso alquanto anomalo, non riscontrabile negli ultimi decenni. La frescura di giugno e luglio è stata bilanciata dalla calura straordinaria che ha invaso tutto il Paese a fine agosto e, nonostante alcuni nubifragi, su scala nazionale è mancato il 20% delle precipitazioni. Il mese di settembre nel Nord Italia è stato il più caldo dal 1800 e a livello nazionale si classifica al secondo posto solo dopo il 1987: 30°C, più o meno, in tutta l'Italia Settentrionale, con alte temperature anche in montagna. A livello nazionale ha fatto registrare +2,5°C rispetto al periodo di riferimento 1971/2000. Il Nord Italia è stato il più caldo in assoluto con +3°C.

Per quanto riguarda le precipitazioni, il mese di settembre 2011 ha segnato un calo, su scala nazionale, del 10% rispetto al periodo 1971/2000, mentre il Nord Italia è sceso a -30%.

Epoca di vendemmia
A metà luglio si ipotizzava un anticipo di raccolta di 20 giorni che nel Centro/Nord, fino al 15 di agosto, si è ridotto a una settimana per poi tornare nuovamente a crescere. In quasi tutte le regioni del Sud la vendemmia è iniziata invece nella norma pluriennale. Sta di fatto comunque che i conferimenti delle varietà precoci, fatta eccezione per alcune zone di Lombardia, Puglia, Sicilia e Lazio, sono iniziati dopo Ferragosto.

Il pieno della raccolta in tutt'Italia è avvenuto nella prima quindicina di settembre. Le operazioni si sono praticamente chiuse intorno alla metà di ottobre, anche se gli ultimi grappoli di Aglianico in Campania, di Nerello Mascalese sulle pendici dell'Etna, di Nasco e Malvasia in Sardegna, saranno conferiti tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre.

Quantità: l'Italia divisa in due
Quantitativamente, a metà agosto, l'Italia si presentava divisa in due. Il Centro/Nord (fino alla Toscana) manifestava un'incidenza produttiva abbastanza omogenea che andava da 0 a -5% rispetto allo scorso anno. Oggi la forbice registra da 0 a -15%.

Il Centro/Sud (dalle Marche alla Sicilia) evidenziava invece una diminuzione compresa tra -5% e -20%. Oggi siamo tra -10% e -25%. Unica voce fuori dal coro è rappresentata dalla Sardegna che, dopo tre anni di decrementi, aumenta del 5%.

Complessivamente l'elaborazione dei dati fa ipotizzare che la produzione di uva possa oscillare tra i 55 e i 58 milioni di quintali che, applicando il coefficiente medio di trasformazione del 73%, danno 40,3 milioni di ettolitri, praticamente un quantitativo inferiore di poco al 14% rispetto al 2010, che fece registrare una produzione di 46,7 milioni di ettolitri (dato Istat) a fronte della media quinquennale (2006/2010) di 46.186.000 di ettolitri e di quella decennale (2001/2010) di 47.561.000 di ettolitri. Ci troviamo di fronte alla vendemmia più scarsa degli ultimi 60 anni. Per ritrovare un quantitativo simile bisogna risalire al 1948 quando si produssero 40,4 milioni di ettolitri.

Il Veneto (7.930.000 ettolitri) si conferma, per il quinto anno consecutivo, la regione italiana più produttiva. Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme producono circa 23,5 milioni di ettolitri, ossia quasi il 60% di tutto il vino italiano.

Decremento strutturale
Sicuramente il decremento produttivo nelle regioni meridionali è dovuto anche al ricorso alle estirpazioni con premio e abbandono definitivo dei vigneti. Va infatti ricordato che nella precedente annata sono stati regolarmente estirpati quasi 9.300 ettari che vanno sommati agli oltre 22.000 del 2008 e del 2009. Sicilia, Puglia ed Emilia Romagna sono le regioni che hanno maggiormente fatto ricorso a tale misura.

Altro aspetto che ha diminuito la produzione è da imputare alla cosiddetta "vendemmia verde" che consiste nel rendere improduttivo il vigneto per un anno. Basti pensare che detta pratica, solo in Sicilia, ha interessato circa 13.000 ettari.

Qualità: eterogenea ma interessante
Poteva essere un'annata memorabile. Purtroppo il mese di settembre non ha "fatto la differenza". Quindi la qualità delle uve e dei vini è stata piuttosto eterogenea nel senso che, anche in una stessa regione, il buono si scontra con l'eccellente e il mediocre con l'ottimo. Grazie alla sanità delle uve la qualità ha tenuto. I riscontri di cantina confermano ottimi livelli per i vini prodotti dalle uve vendemmiate precocemente e di quelle raccolte tardivamente. Una certa eterogeneità si riscontra in quelli prodotti a cavallo delle bizzarrie del tempo.

In tutti si manifesta una forza alcolica di forte considerazione, non sempre però supportata da un altrettanto contenuto in acidi.

La situazione è quindi a macchia di leopardo. Complessivamente il 2011 per i vini bianchi è alquanto interessante con punte di ottimo e di eccellente. I vini rossi evidenziano una carica polifenolica di tutta considerazione con indubbie possibilità di evoluzione.

Le previsioni di mercato
Le vendite all'estero nel 2010, rispetto al 2009, hanno fatto registrare un incremento dell'11,9% in valore e dell'11% in volume. I dati del primo semestre 2011 indicano un ulteriore incremento: +14,1% in valore e +15,4% in volume, sempre rispetto allo stesso periodo del 2010. La ripresa del settore c'è e si vede. Performance importanti visto che nel 2010 è stato esportato quasi il 50% della produzione nazionale, il che significa che i vini italiani, sia pure con cauto ottimismo, stanno tornando a volare. Dati che sono confermati anche dall'aumento delle quotazioni all'ingrosso di uve, mosti e vini, in quasi tutte le regioni italiane con incrementi medi che vanno dal 5% al 35% per le tipologie più richieste. Va ricordato che i prezzi all'ingrosso dei vini nel 2010 erano stati uguali a quelli del 2009 che a loro volta erano scivolati di oltre il 30% rispetto al 2008.

I consumi interni continuano a calare
Secondo Assoenologi i consumi interni di vino nel 2010 si sono attestati sui 43 litri pro-capite, contro i 47 del 2007. La tendenza è verso un ulteriore decremento, tanto che nel 2015 l'Assoenologi li stima sotto la soglia dei 40 litri con un calo di circa il 70% rispetto agli anni Settanta, quando in Italia si consumavano poco meno di 120 litri a persona per anno. In pratica dai due bicchieri pro-capite bevuti negli anni Settanta, siamo passati a solo mezzo bicchiere di oggi.

L'Italia e il mondo
La produzione mondiale di vino è di 300 milioni di ettolitri (40 miliardi di bottiglie), il 60% dei quali prodotti nell'Unione europea. Il 17% della produzione mondiale ed il 30% di quella europea 'parlano italiano”. Nel 2010 l'Italia ha prodotto 46,7 milioni di ettolitri (media decennale (47,6 milioni). La superficie di uva da vino in Italia nel 1980 era di 1.230.000 ettari, nel 1990 era scesa a 970.000 ettari ed oggi è di 684.000. In vent'anni il nostro Paese ha perso 286.000 ettari, quanti ne hanno oggi la Lombardia, la Puglia e la Sicilia insieme. Per alcuni questo è un dramma per altri un bene visto che oggi è inutile produrre quello che il mercato non vuole.

PIEMONTE
Quantità: -10% rispetto vendemmia 2010
L'andamento climatico di tutto il periodo vendemmiale è stato caratterizzato da giornate calde e luminose, spesso anche ventose con poche e sporadiche piogge, che in parte hanno aiutato a completare un‘equilibrata maturazione delle uve rosse. Le temperature diurne e notturne si sono mantenute al di sopra della media stagionale contribuendo al fenomeno di asciugatura dei grappoli, con casi limiti di appassimento, diminuendo la quantità di uva raccolta e la resa uva/vino.

L'anticipo di maturazione, verificatosi nelle uve precoci, è proseguito anche per le altre varietà. La raccolta di Chardonnay e Pinot base spumante Alta Langa è iniziata il 18 agosto, dal 23 dello stesso mese è stata la volta del Moscato e del Brachetto le cui operazioni sono state accelerate a causa dell'aumento delle temperature delle ultime due settimane di agosto. Hanno fatto seguito, quindi, le uve di Dolcetto e Barbera ed infine quelle di Nebbiolo per Barolo e Barbaresco, i cui conferimenti hanno avuto termine nella prima settimana di ottobre concludendo così le operazioni vendemmiali.

Lo stato sanitario dell'uva è risultato ottimale, caratterizzato da bucce integre, spesse e resistenti con dimensioni contenute degli acini che, in parte, giustifica anche la minor quantità prodotta. Quantitativamente in tutta la regione si stima infatti un decremento medio del 10% rispetto al 2010.
Elevato il contenuto zuccherino delle uve e di conseguenza la forza alcolica dei vini, che resta comunque in equilibrio con il quadro acido.
Il Moscato presenta una buona concentrazione di aromi ed una sufficiente acidità. I vini rossi sono invece caratterizzati da un'elevata intensità colorante, particolarmente evidente nelle Barbere, mentre i Nebbioli da Barbaresco e Barolo fanno registrare grandi profumi e tannini morbidi dovuti all'ottimale maturità fenolica.

Il mercato mette in luce una diffusa tendenza al rialzo delle quotazioni dei mosti e dei vini rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

LOMBARDIA
Quantità: uguale rispetto vendemmia 2010
La produzione, inizialmente leggermente abbondante, è stata ridimensionata da cascola degli acini (soprattutto sulla Croatina in Oltrepò) e da alcune violente perturbazioni, come quella che si è abbattuta a metà giugno su 700 ettari della zona più vocata del Pinot nero sempre nell'Oltrepò Pavese, azzerandone quasi la produzione. La prima decade di agosto è stata caratterizzata da temperature sotto la media stagionale, mentre nella rimanente parte del mese il caldo molto intenso e il clima secco hanno causato un leggera perdita di turgidità degli acini delle uve rosse con conseguente diminuzione della quantità a vantaggio della concentrazione zuccherina.

In Franciacorta i primi grappoli di uve precoci base spumante sono stati raccolti già a partire dall'8 agosto. In Oltrepò la raccolta è iniziata subito dopo Ferragosto con i Pinot per continuare nella terza settimana con le uve bianche e quelle aromatiche. Immediatamente dopo, complice il grande calore, si sono staccate le uve rosse, che nei vigneti più esposti cominciavano a soffrire. Il pieno della vendemmia di Barbera e Croatina è avvenuto dalla terza settimana di settembre fino ai primi giorni di ottobre.

La qualità dei vini bianchi è ottima, con giusta gradazione zuccherina e un buon accumulo di acido malico. Lo stesso dicasi per le uve rosse che hanno inoltre avuto un buon accumulo polifenolico.

In Valtellina l'anticipo vegetativo è risultato di circa 10 giorni. Le poche uve bianche sono state raccolte dalla metà di settembre, mentre la vendemmia dei Chiavennasca è iniziata nella prima settimana di ottobre per terminare entro la metà dello stesso mese.

In Oltrepò Pavese il mercato all'ingrosso dei vini fa registrare incrementi del 10-15% per le masse base spumante, mentre per i Moscati si spuntano quotazioni superiori anche del 35% rispetto allo stesso periodo del 2010.

TRENTINO ALTO ADIGE
Quantità: -5% rispetto vendemmia 2010
Nella provincia di Trento la raccolta si è conclusa nella prima settimana di ottobre con gli ultimi grappoli di Cabernet sauvignon, di Groppello in Val di Non e di Enantio in Vallagarina. Ma la raccolta, nei suoi volumi sostanziali, era già praticamente terminata alla fine di settembre confermando, rispetto allo scorso anno, un anticipo medio di circa una decina di giorni.

Una vendemmia veloce, all'insegna del bel tempo che ha consentito conferimenti di qualità di alto livello con elevate gradazioni zuccherine e ottima sanità. In tutta la provincia la produzione si conferma in calo rispetto allo scorso anno di quasi il 10%. Riduzione legata ad una fioritura non sempre ottimale, alla grandine di metà luglio e infine al caldo e alla siccità di fine agosto e inizio settembre, che ha ridotto il peso medio dei grappoli e causato una minor resa uva/vino rispetto alla media.

Anche la provincia di Bolzano, dopo la metà di agosto, è stata caratterizzata da giornate molto calde e con pochissime precipitazioni, fatta eccezione verso la metà di settembre quando le temperature sono crollate e la neve è caduta sino a 1.000 metri di quota. Ottima è risultata la qualità sia delle uve bianche, sia delle uve rosse, con una gradazione zuccherina più elevata rispetto al 2010. In Alto Adige, che ha fatto registrare un aumento quantitativo di circa il 5% rispetto allo scorso anno, le operazioni vendemmiali si chiuderanno verso il 25 di ottobre con la raccolta degli ultimi grappoli di Gewurztraminer e di Cabernet.

In tutta la regione si prevede un'ottima qualità per i vini bianchi, mentre per i vini rossi, in particolare Lagrein e Cabernet in Alto Adige, ci sono i presupposti per siglare un grande millesimo. Molto interessante in Trentino la qualità del Pinot grigio con intensi e delicati profumi fruttati. Il Teroldego e il Marzemino, come raramente si può segnalare, hanno dato luogo a vini di ottimo colore, con tannini maturi e non aggressivi. In tutto il Trentino Alto Adige si stima un decremento quantitativo del 5% rispetto al 2010.

VENETO
Quantità: -5% rispetto vendemmia 2010
Nelle province di Verona, Vicenza e Padova l'anticipo di raccolta è stato mediamente di 7 giorni. Il caldo delle ultime due settimane di agosto, in alcune varietà, ha determinato un abbassamento della resa uva/vino a causa della concentrazione, ovvero della perdita di acqua dei grappoli, in particolar modo per Merlot, Cabernet e Pinot grigio.

Le operazioni di raccolta sono iniziate il 17 agosto per le uve precoci. Per Bardolino, Valpolicella, Soave i conferimenti hanno avuto inizio nella prima settimana di settembre. Estremamente positiva la situazione per i vini Amarone e Recioto, che hanno potuto beneficiare di uve destinate all'appassimento perfettamente sane e asciutte. Per Bardolino e Valpolicella si registra un calo quantitativo del 5-10%, mentre per il Soave si è riscontrato una produzione stabile in collina e un incremento del 5% in pianura.

Nelle province di Treviso, Venezia e Rovigo la raccolta è iniziata verso il 20 di agosto con le varietà precoci, quindi con una settimana di anticipo rispetto allo scorso anno. Grazie a un'eccellente stabilità meteorologica e all'ottima sanità delle uve, le operazioni vendemmiali si sono svolte molto regolarmente, tanto che la raccolta ha avuto una durata più lunga del solito di circa una decina di giorni. Intorno al 10 di settembre si è iniziato con i grappoli di Prosecco, a cui hanno fatto seguito quelli di Cabernet. I conferimenti si sono chiusi a metà ottobre con le ultime uve di Raboso.
Per quanto riguarda la quantità di vino si stima una riduzione tra il 10 e il 15% per il Pinot grigio. Per le uve a bacca rossa si evidenzia una riduzione di circa il 10%, mentre per il Prosecco la produzione è stimata normale. Considerando però il forte incremento di nuovi impianti di questi ultimi tre anni, la produzione totale può considerarsi uguale a quella del 2010; in tutta la regione si stima però un decremento complessivo del 5%.
Attualmente le contrattazioni evidenziano dei rialzi anche del 10-15% per quanto riguarda il Prosecco Doc e del 15-20% per le altre tipologie di vino, con picchi anche superiori.

FRIULI VENEZIA GIULIA
Quantità: -5% rispetto vendemmia 2010
In Friuli Venezia Giulia l'inizio di agosto è stato caratterizzato da un abbassamento repentino delle temperature, che ha contribuito a notevoli escursioni termiche che hanno favorito le varietà a bacca bianca. La seconda decade di agosto è decorsa all'insegna del caldo secco e ventilato, che ha rallentato il processo di maturazione dell'uva e nel contempo bloccato eventuali attacchi di botrite.

La vendemmia per le uve base spumante è iniziata, timidamente e in maniera sporadica, già dopo Ferragosto mentre, per le varietà da vino bianco, si è dovuto attendere la fine mese.

Per le uve a bacca rossa la raccolta è cominciata verso la metà di settembre, con i conferimenti di Merlot e Cabernet. Le operazioni vendemmiali in Friuli Venezia Giulia si sono concluse nella terza decade di settembre con le uve di Verduzzo, Refosco, Picolit e Ramandolo.

Una campagna caratterizzata da condizioni climatiche favorevoli, dove il caldo secco e l'apprezzabile ventilazione hanno contribuito a elevare la qualità. Il mosto ottenuto dall'uva raccolta, a mano o con le moderne vendemmiatrici meccaniche, ha fatto riscontrare un'ottima gradazione zuccherina e una buona acidità.

Le fermentazioni hanno avuto un decorso regolare e i primi riscontri analitici dei nuovi vini rilevano interessanti valori. Il tutto confermato anche dalle prime analisi sensoriali, che evidenziano una complessità aromatica e gustativa che lascia ben sperare in vini ricchi di struttura, profumi e colore.
La produzione ha però avuto una flessione del 5% rispetto al 2010, in parte causata dalla traspirazione dell'acino per effetto delle alte temperature diurne, tanto che si stima un quantitativo di 1.270.000 ettolitri di vino.

Le contrattazioni sono state brillanti con rialzi del 15-20% per le uve di Pinot grigio, Sauvignon, Ribolla Gialla e Prosecco, mentre le varietà a bacca rossa segnano un leggero ristagno nelle quotazioni.

EMILIA ROMAGNA
Quantità: -15 rispetto vendemmia 2010
In Emilia Romagna la seconda quindicina di agosto è stata caratterizzata da temperature medie molto elevate, sempre sopra ai 30°C fino al termine della seconda decade di settembre quando alcune piogge (15/20 mm), le prime da fine luglio, hanno consentito un abbassamento della temperatura di circa 10 gradi, poi di nuovo cresciuta a fine settembre e nei primi giorni di ottobre.

Le condizioni meteorologiche hanno favorito i vigneti posti in terreni più freschi di pianura o di certe vallate, ma nel contempo hanno penalizzato, sotto l'aspetto quantitativo, i territori collinari.

La vendemmia è iniziata il 16 agosto, con circa una settimana di anticipo rispetto alla norma, per piccole partite di Chardonnay destinate a base spumante, ed è proseguita il 22 con il Pinot bianco, a cui hanno fatto seguito, nei primi giorni di settembre, l'Albana, le prime uve di Trebbiano, di Pignoletto, di Spergola e di Malvasia per la produzione di basi spumante e frizzante, di Ciliegiolo, di Lambrusco Salamino per poi proseguire con quelle di Sangiovese e di Lambrusco di Sorbara raccolti già a partire dalla prima decade di settembre e per ultimo con i grappoli di Cabernet sauvignon e di Uva Longanesi. Le operazioni di raccolta sono terminate il 15 ottobre. Ottimo lo stato sanitario dei grappoli, incrementato di oltre il 10% il tenore zuccherino, diminuita invece la forza acida.

Dalle svinature dei vini rossi si nota una ricchezza di colore molto interessante. Qualitativamente sono attese molte punte di ottimo sia per i vini ottenuti da vitigni bianchi, sia per il Sangiovese che per i Lambruschi.

Relativamente alla quantità, in tutta la regione, si registra una diminuzione del 15% rispetto alla vendemmia 2010. Il mercato delle uve ha fatto registrare degli incrementi superiori al 40% rispetto alla vendemmia precedente, sotto la spinta delle previsioni di un raccolto scarso e di un contenuto zuccherino più elevato, nonché di una situazione delle giacenze di cantina notevolmente alleggerita. Le quotazioni dei vini sono partite invece con incrementi del 25%-30% rispetto al corrispondente periodo della vendemmia precedente e si registra tuttora una tendenza al rialzo.

TOSCANA
Quantità: -15% rispetto vendemmia 2010
Da metà agosto sino agli inizi di ottobre, le alte temperature e l'assenza di precipitazioni hanno accelerato le operazioni di raccolta in tutte le zone vitivinicole della Toscana.

La vendemmia è iniziata il 20 agosto in Maremma e il 25 nelle altre zone con le varietà precoci. Il periodo di raccolta è stato concentrato a causa delle condizioni climatiche.

In alcune zone e soprattutto per il Merlot, i cui conferimenti sono iniziati nei primi giorni di settembre, si è riscontrato un repentino appassimento dell'uva, a causa dell'assenza di precipitazioni e delle elevate temperature. Le uve a bacca rossa nelle zone di Bolgheri e del Morellino di Scansano e quelle a bacca bianca a San Gimignano per la produzione della Vernaccia sono state staccate nella prima decade di settembre. La vendemmia è quindi proseguita con le uve base Chianti, Chianti Classico e con quelle per la produzione del Carmignano, del Vino Nobile di Montepulciano e del Brunello di Montalcino. Le operazioni sono terminate a metà ottobre con gli ultimi grappoli di Cabernet, Petit Verdot e Sangiovese.

L'uva è stata conferita alle cantine sanissima, ma con resa uva/vino più bassa della norma. La qualità dei vini è interessante in tutte le zone e per tutte le tipologie. L'andamento climatico e meteorico, registrato in particolar modo nell'ultimo periodo estivo, ha determinato un decremento della quantità valutato in -15% rispetto allo scorso anno.

Per quanto concerne il mercato all'ingrosso delle uve si è registrato un aumento del 10% rispetto alle quotazione del 2010, ad eccezione delle uve base Chianti che hanno invece subito una sensibile diminuzione. Per i vini si prevede un analogo incremento.

MARCHE
Quantità: -20% rispetto vendemmia 2010
Ai 30°C dei primi giorni di aprile e ai 38 della metà di luglio hanno fatto seguito alcuni periodi piovosi che hanno sensibilmente abbassato le temperature. Il germogliamento, la fioritura e l'allegagione si sono svolte in condizioni ottimali e con una settimana di anticipo rispetto alla media pluriennale. Nelle Marche la vendemmia 2011 si è svolta all'insegna del bel tempo. La raccolta è iniziata con le uve precoci (Chardonnay) dopo Ferragosto, seguite da quelle di Merlot e Pecorino. Il pieno dei conferimenti è avvenuto nella prima decade di settembre, quando si sono accavallati quelli di Verdicchio, di Sangiovese, di Maceratino, di Biancame e di Cabernet. Per le uve di Montepulciano, base della produzione delle docg Conero e Offida e della doc Rosso Piceno e per quelle di Verdicchio "passito" i conferimenti sono terminati nella prima settimana di ottobre, mentre le uve a raccolta tardiva hanno chiuso le operazioni vendemmiali a metà mese.

Il forte caldo che si è prolungato oltre il periodo stagionale ha diminuito di qualche punto la resa uva/vino. Dal punto di vista quantitativo si registra una riduzione della produzione, rispetto all'anno scorso, del 20%, il che lascia prevedere una produzione di vino di circa 740.000 ettolitri contro i 927.000 ettolitri prodotti nel 2010. Tale diminuzione, imputabile soprattutto agli estirpi e alla "vendemmia verde" sulla base di quanto sancito dalla Ocm vino, è stata anche determinata dal numero minore di grappoli differenziati al momento del germogliamento e dall'eccessivo caldo che si è verificato nei mesi di agosto e settembre.

I primi riscontri analitici sui nuovi vini evidenziano una buona qualità per tutte le tipologie, con diverse punte di ottimo.
Il mercato delle uve ha spuntato quotazioni superiori del 10-15% rispetto al 2010. Per tutte le tipologie dei nuovi vini l'incremento medio si aggira intorno al 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

LAZIO
Quantità: -10% rispetto vendemmia 2010
La stagione si è avviata precocemente e in modo vigoroso con un anticipo del ciclo vegetativo compreso tra i 10 e i 15 giorni. A maggio, durante la fioritura, le viti hanno subito le conseguenze di una perturbazione durata due settimane che ha provocato, specialmente su varietà precoci, difficoltà di allegagione, con un conseguente calo della produzione. Pertanto si riscontrano difformità di quantità e qualità da zona a zona, e sicuramente una generale riduzione, rispetto alle vendemmie 2009 e 2010 di circa il 10% dovuta anche alla 'vendemmia verde”. L'iniziale anticipo è stato in seguito parzialmente compensato (ridotto a una settimana) dalle piogge di fine luglio.

La raccolta delle varietà precoci è iniziata a cavallo di Ferragosto. La terza decade del mese di agosto è stata caratterizzata da escursioni termiche molto elevate, anche di 15°C tra il giorno e la notte, determinando un innalzamento di qualità dovuto essenzialmente al mantenimento della dotazione acida delle uve, a una maggiore sintesi dei polifenoli in quelle rosse e di aromi in quelle bianche.

La vendemmia delle varietà a bacca rossa nei Castelli Romani (Sangiovese e Montepulciano) è iniziata intorno al 20 settembre e si è protratta fino alla prima decade di ottobre. Le operazioni di raccolta si sono concluse verso la metà di ottobre nel Frusinate con la varietà tradizionalmente più tardiva e cioè il Cesanese di Affile.

I primi dati analitici evidenziano vini bianchi dotati di una buona, talvolta eccessiva, alcolicità ma nel contempo, essendo la struttura acida di notevole impatto, ne risulta un buon equilibrio gustativo. I vini rossi sono invece ricchi di colore e di profumi, inoltre le straordinarie temperature elevate della prima decade di ottobre hanno favorito l'innesco delle fermentazioni malolattiche, laddove si intendevano effettuare.

La scarsa produzione ha fatto lievitare i prezzi all'ingrosso prima delle uve e poi dei vini, in particolare per l'igt Lazio e per qualche denominazione (Castelli Romani) che fino a qualche tempo fa sembrava non dare segni di vita.

ABRUZZO
Quantità: -20% rispetto vendemmia 2010
Fino a fine maggio, in tutto l'Abruzzo, si sono verificare basse temperature e piogge. Anche nel mese di giugno il termometro ha fatto registrare valori al di sotto della media stagionale. Tutto ciò ha fatto ritardare le fasi fenologiche della vite. Lo sviluppo della vegetazione è stato comunque rigoglioso e abbondante.

In alcune zone interne, sia a metà luglio sia a inizio agosto, si sono verificate delle grandinate, anche massicce, che hanno influito sul quadro produttivo generale. Dai primi di agosto non ha più piovuto, situazione che si è protratta sino alla prima settimana di ottobre. Sessanta giorni di caldo ininterrotto che hanno provocato un leggero anticipo della vendemmia sia per le uve bianche sia per quelle rosse.

Si è riscontrato una differente maturazione a seconda delle zone e del sistema di allevamento. La pergola abruzzese ha mostrato, in questo contesto, una maggiore resistenza alla siccità rispetto al filare, soprattutto dove sono state effettuate cimature e defogliazioni eccessive.
Quantitativamente si stima una produzione inferiore di oltre il 20% rispetto al 2010. Sul decremento produttivo, oltre alla siccità, hanno inciso gli estirpi e le ristrutturazioni con premio comunitario.

Le uve bianche precoci (Chardonnay e Pinot grigio) sono state raccolte a partire dal 20/25 agosto. Per le altre varietà bianche: Trebbiano, Malvasia, Passerina e Pecorino, l'inizio della raccolta si è verificato tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre ed è proseguito per tutto il mese. Contestualmente a questo periodo, nell'ultima settimana di settembre si è svolta anche la vendemmia delle uve rosse a partire dal Sangiovese, per proseguire con il Merlot e Cabernet. Le uve di Montepulciano si sono raccolte fino al 20 di ottobre.

Per quanto riguarda il mercato del vino si registrano delle buone contrattazioni e movimentazioni del prodotto con prezzi superiori del 25-30% rispetto allo scorso anno.

CAMPANIA
Quantità: -15% rispetto vendemmia 2010
Sia pure tra alti e bassi le condizioni meteorologiche hanno riportato in linea le fasi vegetative, secondo le medie stagionali, azzerando un barlume di anticipo del ciclo vegetativo inizialmente ipotizzato in tutta la regione.

L'inizio di agosto è stato contraddistinto da temperature più elevate ed escursioni termiche notevoli di circa 15/18ºC. I cambiamenti di clima non hanno influito sullo stato sanitario delle uve che si sono mantenute sane, sia pure con una diminuzione della produzione stimata intorno al 15% rispetto all'annata precedente. Il decremento è dovuto in gran parte alle gelate di inizio germogliamento e soprattutto alle rese uva/vino in calo con punte anche del 15-20% rispetto al 2010 a causa principalmente del gran caldo che ha caratterizzato tutto il periodo della maturazione (da fine agosto sino ai primi giorni di ottobre).

La vendemmia è iniziata a metà settembre con la raccolta nell'Agroaversano delle uve di Asprinio e del Fiano nel Cilento. Successivamente si sono raccolti nel Beneventano i grappoli di Falanghina, per continuare nell'Avellinese, nella prima decade di ottobre, con quelli di Fiano e di Greco di Tufo.
Nei Campi Flegrei la raccolta del Piedirosso è iniziata nella terza decade di ottobre. Come da prassi, l'ultima varietà ad essere vendemmiata sarà quella di Aglianico per la produzione della docg Taurasi, nell'Avellinese, nella prima settimana di novembre.

Le analisi di cantina confermano una grande potenzialità per l'ottenimento di vini ricchi di caratteristiche e di personalità. Tutto ciò fa prevedere un'annata di interessante qualità, complessivamente buona con diverse punte di ottimo.

La vendemmia è ancora in corso e pertanto si può parlare solo di mercato all'ingrosso delle uve le cui quotazioni risultano in crescita del 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

PUGLIA
Quantità: -20% rispetto vendemmia 2010
Dopo le prime stime quantitative di fine agosto, che davano un ribasso del 10% rispetto al 2010, oggi, a conferimenti avvenuti, in Puglia si registra un calo di oltre il 20%. Tutto ciò a causa di problemi riconducibili alla fioritura dei vigneti, al caldo torrido che ha caratterizzato il periodo luglio/settembre, alle estirpazioni, alla "vendemmia verde" e anche a un resa uva/vino inferiore rispetto alla media.

L'epoca di raccolta è risultata anticipata di una settimana rispetto al 2010. Le prime operazioni vendemmiali hanno avuto inizio l'11 agosto col taglio delle uve bianche Chardonnay, tradizionalmente le prime a giungere a maturazione, seguite da quelle di Sauvignon e Pinot.

La vendemmia è proseguita con le uve autoctone Primitivo (area Manduria-Sava e Gioia del Colle) nell'ultima settimana di agosto e i primi giorni di settembre, mentre per Negroamaro (alto e basso Salento) tra la seconda e la terza settimana dello stesso mese. Per quelle autoctone della zona di Castel del Monte (Centro/Nord Puglia): Bombino bianco, Bombino nero, Pampanuto, Montepulciano, Aglianico e Nero di Troia, i conferimenti hanno avuto inizio dopo la prima decade di settembre per protrarsi sino alla metà di ottobre. Anche per i vitigni autoctoni della Valle d'Itria (Verdeca, Bianco d'Alessano) i grappoli sono stati staccati a partire dalla terza settimana di settembre, mentre per le uve del Tavoliere a partire dalla seconda decade di settembre.

Le principali varietà che hanno accusato i più alti decrementi produttivi sono state: Primitivo e Negroamaro e in parte le uve del Castel del Monte.
Complessivamente la qualità dei futuri vini si preannuncia su ottimi livelli.

I riscontri di cantina mettono in evidenza un'interessante caratterizzazione aromatica per i bianchi, mentre i rossi manifestano un'ottima intensità colorante, notevole struttura ed armonia. è importante poi rimarcare che la destinazione della produzione vitivinicola pugliese 2011 sarà incrementata del 6% a favore dei vini doc e igt.

Il mercato evidenzia incisivi incrementi delle quotazioni a seconda delle zone e delle varietà, con punte anche di +35%.

SICILIA
Quantità: -25% rispetto vendemmia 2010
La vendemmia, per le varietà bianche precoci (Pinot grigio, Sauvignon blanc e, in alcuni areali, Chardonnay) è iniziata nella settimana di Ferragosto con qualche giorno di ritardo rispetto alla precedente campagna. Nella terza settimana dello stesso mese si sono raccolte le uve Chardonnay, Viognier, Muller Thurgau e, in provincia di Siracusa, quelle di Moscato bianco. Dopo la raccolta del Merlot sono iniziate, a fine agosto, quelle di: Syrah, Nero d'Avola, Frappato e Cabernet sauvignon. Per quanto riguarda le varietà autoctone a bacca bianca, come il Catarratto, l'Insolia e il Grillo, le uve sono state conferite a partire dall'ultima settimana di agosto, per proseguire fino ai primi giorni di ottobre.

Le operazioni vendemmiali si sono concluse in tutta la Sicilia intorno al 5 di ottobre ad eccezione della zona dell'Etna, dove i conferimenti del Nerello Mascalese sono proseguiti sino alla metà del mese.

I processi fermentativi si sono svolti in modo regolare senza particolari problemi. I primi riscontri di cantina mettono in luce una più che buona qualità dei vini con diverse punte di ottimo.

I dati raccolti e monitorati evidenziano in tutta la regione un decremento della produzione pari al 25% rispetto alla precedente campagna vitivinicola. Tale diminuzione scaturisce sia da un calo fisiologico, sia dall'abbandono, attraverso i contributi comunitari, di oltre 2.000 ettari di superficie vitata, sia dagli abbandoni volontari causati dalla preoccupante situazione di mercato e, non ultima, dalla "vendemmia verde" che ha interessato circa 13.000 ettari. Tutto questo si tradurrà in un ammanco di vini e mosti pari a circa 1.400.000 ettolitri.

Per quanto riguarda le contrattazioni, per i mosti si sono concretizzati incrementi di prezzi intorno al 30%, per il vino le prime quotazioni evidenziano analoghi aumenti.

SARDEGNA
Quantità: +5% rispetto vendemmia 2010
Anche in Sardegna dal 15 agosto in poi si è verificato un forte innalzamento delle temperature a causa dei venti provenienti dal Nord Africa, con punte di oltre 45°C in molte zone dell'Isola e con escursioni termiche pressoché nulle. Questa situazione ha portato a una grande eterogeneità nei vigneti. Infatti in quelli collinari non irrigui, che prima della canicola presentavano tutti gli indicatori per un potenziale qualitativo e quantitativo interessante, purtroppo, con la persistenza di queste temperature estreme, hanno subito un forte stress idrico con arresti di crescita e di maturazione.

Questo ha portato a perdite di prodotto in molti areali, soprattutto nel Nord della Sardegna. Fortunatamente ad attenuare questi danni sono giunte delle provvidenziali piogge associate a una netta diminuzione delle temperature (in particolare quelle notturne): tutto ciò è bastato, purtroppo solo in parte, a ristabilire l'equilibrio fisiologico nei vigneti.

Le operazioni vendemmiali hanno preso il via a metà agosto con le varietà precoci, con dieci giorni di anticipo rispetto alla norma. A causa del forte caldo tale anticipo si è ulteriormente accresciuto di circa una settimana. Nella seconda decade di settembre sono state conferite le uve autoctone dell'Isola a partire dal Vermentino, seguito dal Nuragus. La raccolta delle varietà a bacca rossa (Cannonau e Carignano) è iniziata negli ultimi giorni di settembre.

I primi riscontri di cantina evidenziano una resa uva/vino in molti casi inferiore alla media, una gradazione zuccherina dei mosti superiore alla norma, ma con acidità più basse, in particolare quella malica.

Nonostante il 'clima pazzo”, in Sardegna la produzione risulta in aumento del 5% grazie soprattutto al recupero quantitativo di alcune zone (anche del 40-50% rispetto alla passata campagna), come il Campidano e il Sulcis Inglesiente, che nel 2010 avevano accusato grosse perdite a causa degli attacchi di peronospora. In molti areali del Nord dell'Isola, soprattutto nei vigneti privi di impianto irriguo, si è avuta invece una leggera flessione valutabile nell'ordine del 5%.


Fonte: Assoenologi

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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