Tre normi sculture, una di gelato, una di ghiaccio e l'altra di cioccolata, alte un metro e mezzo ciascuna hanno presentato il gran buffet finale della 5ª edizione della Coppa del Mondo di gelateria che si conclude oggi, 24 gennaio, alla Fiera di Rimini. La manifestazione è stata organizzata grazie al contributo fondamentale di Cogel, il comitato dei gelatieri di Fipe-Confcommercio.
Sessantacinque concorrenti in rappresentanza di 13 nazioni di tutti e cinque i continenti hanno accettato di darsi battaglia a suon di dolcezze. Le loro opere fredde e caloriche (il gelato è consigliato dai dietologi anche come alimento sostitutivo di un pasto) hanno richiesto 2500 ore di lavorazione.
Il prodotto gelato, la cui invenzione è assai discussa e controversa (con riferimenti addirittura biblici e in altri casi nella Cina dell'VIII secolo a.C.), ma che in Italia ha trovato senz'altro la zona della sua fama negli anni del Rinascimento, adesso è conosciuto, apprezzato e prodotto in tutto il mondo.
è però in Italia, sua terra di origine nella forma più simile a quella con cui lo conosciamo, che il gelato viene maggiormente apprezzato dai consumatori di ogni dove.
«Il segreto del gelato italiano - ha commentato Alfredo Zini, vicepresidente Fipe - consiste nella qualità delle materie prime prodotte in Italia, dal latte alla frutta, secca o fresca che sia, ma il vero valore aggiunto lo fornisce la formazione del personale. Le scuole di gelatieri in Italia sono sempre più diffuse su tutto il territorio e tutte di eccellenza. Imparare a produrre il gelato è un'arte. Solo nella scuola italiana viene tramandato il segreto».
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