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Tassa di soggiorno in tutti i comuni Il no degli albergatori

La novità, che potrebbe essere inserita nel testo del dl sulle semplificazioni, prevede che a decidere siano i sindaci e punta a trasformare gli albergatori in sostituti d'imposta per questo tributo: in pratica dovrebbero incassare e riversare l'imposta al Fisco. Contrarie Federalberghi e Fipe

 
17 febbraio 2012 | 16:56

Tassa di soggiorno in tutti i comuni Il no degli albergatori

La novità, che potrebbe essere inserita nel testo del dl sulle semplificazioni, prevede che a decidere siano i sindaci e punta a trasformare gli albergatori in sostituti d'imposta per questo tributo: in pratica dovrebbero incassare e riversare l'imposta al Fisco. Contrarie Federalberghi e Fipe

17 febbraio 2012 | 16:56
 

è un 'no” netto quello che arriva dal presidente di Federalberghi-Confcommercio, Bernabò Bocca, che si dice sbalordito di fronte alle voci secondo le quali il decreto legge sulle semplificazioni attribuirà a tutti i Comuni la possibilità di istituire l'imposta di soggiorno e trasformerà gli albergatori in sostituti d'imposta di questo tributo: in pratica dovrebbero incassare e riversare la nuova imposta. La novità potrebbe essere inserita nel testo del decreto che approderebbe venerdì 24 febbraio al Consiglio dei Ministri.

«Da un lato - osserva Bocca - si parla di raddoppiare il Pil del turismo dal 10 al 18%, contestualmente si dà la possibilità a tutti i Comuni di applicare la tassa di soggiorno senza un regolamento nazionale che possa vincolare nella quantità e nella finalità del gettito ricavato della tassa e soprattutto dicendo che gli alberghi sono sostituti d'imposta, dunque responsabili nei confronti dell'erario. Non credo che questo sia un gesto propedeutico allo sviluppo del settore e all'ambizione di voler raddoppiare il Pil: certo non lo si raddoppia mettendo ulteriori tasse».

Tutto questo avviene poi a fronte dell'entrata in vigore dell'Imu che per gli alberghi significa un incremento intorno al 50% delle tassazioni sugli immobili alberghieri. «Non è vero, poi - aggiunge Bocca - che la tassa di soggiorno la paga il turista: un conto è introdurre una tassa da 1 euro, ma poiché i primi esempi di tassa introdotta in alcune città sono di 8 euro, gli alberghi, per non uscire dal mercato, sono costretti a includere la tassa nel prezzo di vendita e quindi ad assumersi questo onere».

Federturismo-Confindustria: Meglio la city tax
Per il presidente di Federturismo-Confindustria, Renzo Iorio, membro del consiglio direttivo di Aica, l'Associazione italiana catene alberghiere, questa tassa di soggiorno, così come concepita, è iniqua perché colpisce solo gli alberghi e l'attrattività di una destinazione. «Abbiamo proposto - aggiunge - una sorta di city tax spalmata su tutte le imprese del turismo e abbiamo calcolato che lo stesso gettito si otterrebbe con l'1,1% di aliquota. Oggi, a Roma, la tassa di soggiorno incide sul 6-8% del prezzo di una camera d'albergo. Roma è l'unica città che nel 2011 ha segnato una stabilità se non leggero decremento di presenze in alberghi; nelle altre città incrementi ci sono stati, più o meno forti. Dunque la capitale, che ha introdotto la tassa soggiorno dal 1 gennaio 2011, è stata penalizzata».

Per Federturismo la tassa di soggiorno «è una tassa iniqua, ribadiamo la nostra contrarietà. Abbiamo chiesto incontro urgente a ministro Gnudi - prosegue Iorio - per affrontare il tema, è importante che tutto il mondo dell'impresa sia cosciente dei rischi e prenda posizione. Se questi soldi servono, bisogna avere il coraggio di dire che devono pagarla tutte le imprese del turismo: dai ristoranti, ai musei, agli ostelli, ai bar; se si vuole lasciare la tassa di soggiorno serve una normativa chiara sul fatto che il gettito vada a salvaguardia territori e non a coprire buchi bilancio».

Confcommercio: Effetto negativo sul turismo
«Siamo di fronte a un nuovo, macroscopico segnale di disattenzione che il settore del turismo riceve in una fase già pesantemente critica» afferma Confcommercio, che rileva, inoltre, l'effetto negativo sul turismo dell'applicazione anche ai turisti stranieri del limite di mille euro per pagamenti in contanti, "decisione che non ha uguali in tutta Europa", e critica la soppressione della fonte più importante per il finanziamento del sistema dei 'buoni Vacanza” per le famiglie in difficoltà.

Fipe: Tassa sbagliata
«Come si fa a definire il turismo 'il petrolio dell'Italia”, a considerarlo il volano dell'economia, a sperare che il suo peso sul Pil passi dal 13 al 20% e poi pensare di estendere la tassa di soggiorno a tutti i Comuni?».

è quanto si chiede retoricamente Lino Stoppani, presidente Fipe, la federazione che rappresenta 290mila pubblici esercizi: imprese di fondamentale importanza nel comparto turistico.

«La tassa di soggiorno - spiega Stoppani - è sbagliata nel principio, oltre che nei fatti, perché alimenta inflazione e allontana i turisti. Il problema non si risolve neanche suggerendo di spalmare il contributo su tutti gli operatori del settore, ma cercando di recuperare le risorse negli sprechi. è l'approccio verso le potenzialità del turismo che deve cambiare. Se ci fossero politiche adeguate nel turismo, non ci sarebbe bisogno di altre vessazioni contributive per dare forza a tutto il comparto».

Asshotel-Confesercenti: Un danno per la competitività del sistema turistico
«Non abbiamo più voce per ribadire il nostro no deciso alla tassa di soggiorno». Lo afferma Filippo Donati, presidente di Asshotel-Confesercenti sottolineando che «con questa tassa non si danneggiano soltanto le imprese, ma la competitività dell'intero sistema turistico. La scelta che molti Comuni hanno già fatto nel 2011 e che, a maggior ragione, dal loro punto di vista, stanno facendo in questo primo scorcio del 2012, cade nel momento peggiore per il turismo italiano, come confermano i recenti dati Istat e Isanrt-Unioncamere. Un momento in cui la capacità di spesa dei turisti, italiani in particolar modo, risulta ridotta a causa della forte crisi economica in corso».

«La tassa di soggiorno - aggiunge Donati - rischia di essere il colpo di grazia al settore alberghiero e quindi all'intero sistema turistico italiano. Con grande senso di responsabilità gli albergatori di Asshotel hanno scelto di non percorrere la strada del muro contro muro, in una fase in cui massima deve essere la coesione della società nazionale, ma ribadiscono con forza che la tassa di soggiorno è dannosa per l'Italia».

«Il Governo ha finora parlato di buoni propositi e al Governo ora chiediamo buone azioni, prendendo almeno in considerazione l'ipotesi di eliminazione di questa odiosa gabella. Il mondo del turismo - conclude il presidente di Asshotel - chiede all'esecutivo di passare ai 'fatti”, tenendo conto che la realtà delle imprese sta diventando drammatica e che anche un solo euro può fare la differenza».


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