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Trionfo del sud Italia al 6° Concorso di Olio Capitale

Al 6° Concorso Olio Capitale a Trieste trionfa la Sicilia con la vittoria in 2 categorie su 3: per il Fruttato leggero vince l’azienda Marino Maurizio di Ferla (Sr), per il Fruttato medio l’azienda biologica Titone di Trapani, per il Fruttato intenso l’Oleificio Lo Conte di Ariano Irpino (Av)

05 marzo 2012 | 14:55
Trionfo del sud Italia al 6° Concorso di Olio Capitale
Trionfo del sud Italia al 6° Concorso di Olio Capitale

Trionfo del sud Italia al 6° Concorso di Olio Capitale

Al 6° Concorso Olio Capitale a Trieste trionfa la Sicilia con la vittoria in 2 categorie su 3: per il Fruttato leggero vince l’azienda Marino Maurizio di Ferla (Sr), per il Fruttato medio l’azienda biologica Titone di Trapani, per il Fruttato intenso l’Oleificio Lo Conte di Ariano Irpino (Av)

05 marzo 2012 | 14:55
 

TRIESTE - Olio Capitale sempre più capitale internazionale del mondo olivicolo d'eccellenza. Ma è il sud Italia quest'anno a primeggiare al Concorso di Olio Capitale: per la Categoria Fruttato leggero vince l'Azienda agricola Marino Maurizio di Ferla (Sr); nella Categoria Fruttato medio l'azienda agricola biologica Titone di Trapani e per la Categoria Fruttato intenso l'Oleificio Lo Conte di Ariano Irpino (Av).



Un bilancio tutto in positivo quello della sesta edizione: record di produttori presenti, con superficie espositiva ampliata a un quarto padiglione, e di visitatori, con un più 15% rispetto alla scorsa edizione, raggiungendo quasi le 7mila presenze. Record storico di giurati popolari nel Concorso Olio Capitale, ben 124, a riprova che la partecipazione del grande pubblico è in crescita e si fa sentire. Grande afflusso e banchi sempre pieni per le lezioni della scuola di cucina di Olio Capitale.

«Un'edizione importantissima, sono stati tantissimi i visitatori paganti, abbiamo superato il record delle passate edizioni, abbiamo portato un incredibile numero di buyer selezionatissimi» commenta Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio di Trieste, che attraverso l'Azienda speciale Aries organizza Olio Capitale.

Soddisfazione anche da parte degli espositori: «Abbiamo avuto conferma di un interesse in crescita per il Tergeste Dop, anche grazie alle numerose degustazioni guidate degli oli della provincia di Trieste» nota Paolo Starec, presidente del Consorzio Tergeste Dop. «Riscontri positivi - conclude Starec - da parte del pubblico generico, dai triestini e soprattutto da austriaci e sloveni, ma anche dai visitatori professionali, in particolare dai buyer cinesi e australiani».

La sesta edizione sarà ricordata come l'edizione del forte incremento di presenze dall'Estremo Oriente tra il pubblico specializzato. Operatori preparati ed estremamente competenti, giunti appositamente a Trieste per Olio Capitale, divenuto ormai, a livello internazionale, l'appuntamento per chi vuole una visuale completa degli extravergini di qualità italiani. Non solo Corea, Taiwan, Giappone, Cina: gli incontri d'affari, 950 realizzati, hanno visto la partecipazione anche di buyer provenienti da tutta Europa e da Australia, Usa, Canada, Israele.

Antonio Paoletti, Nicola Titone e Igor Dolenc
Il vincitore della categoria fruttato medio, Nicola Titone dell'Azienda agricola biologica Titone tra il presidente della Camera di comemrcio di Trieste, Antonio Paoletti, e il vice presidente della provincia di Trieste Igor Dolenc

«Olio Capitale è probabilmente diventata la più importante manifestazione per il nostro settore. In nessun altra fiera abbiamo la possibilità di incontrare così tanti buyer internazionali di livello. In altri contesti, se va bene, come compratore, ci si trova di fronte solo il consumatore finale» afferma Nicola Titone (nella foto sopra, al centro), farmacista e produttore, vincitore per il secondo anno consecutivo del Concorso Olio Capitale per la categoria fruttato medio.

E tra i tanti spunti e proposte lanciati nei giorni scorsi a Olio Capitale alcuni iniziano già ad attecchire. L'appello 'Non lasciamo morire la ricerca olieicola italiana” è giunto fino a Bruxelles: «Il sistema agricolo europeo - evidenzia Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo - è al centro di una fase di crisi e d'incertezza senza precedenti nella storia recente. I mercati sono affetti da una volatilità destinata a divenire nel futuro un fenomeno sistematico, il nostro sistema di offerta alimentare verrà messo duramente alla prova nei prossimi anni. In tale contesto, il settore olivicolo e oleicolo, non rappresenta, purtroppo, un'eccezione. Ciò che occorre è, innanzitutto, un impegno istituzionale per promuovere la conoscenza e l'innovazione come motori dello sviluppo. Una sfida, rispetto alla quale, gli investimenti nella ricerca, nella diffusione della conoscenza, nella condivisione delle innovazioni organizzative e di processo, devono portare un contributo importante. Obiettivi da perseguire con grande determinazione, poiché si tratta di ambiti realizzabili solo in presenza di una adeguata forza strutturale e organizzativa».


Alberto Grimelli, Antonio Paoletti e Luigi Caricato davanti alle bottiglie degli oli vincitori

La giornata conclusiva ha offerto anche l'opportunità di conoscere meglio la figura dell'oleologo, nata venti anni fa proprio per iniziativa di Luigi Caricato (nella foto sopra a destra), oleologo e scrittore: «L'oleologo non è semplicemente un esperto d'olio: è il corrispettivo dell'enologo, quindi una figura che affianca il produttore, ne segue la progettualità e fa sì che un olio non sia un semplice olio, ma un prodotto di qualità se non addirittura un'opera d'arte. è un processo spontaneo e culturale quello che ha portato alla creazione di questa figura. A livello formale il termine è ormai riconosciuto dall'enciclopedia Treccani e dall'Istituto linguistico europeo e stiamo lavorando, visto che non ha senso istituire un nuovo ordine, affinché l'oleologo possa divenire una specializzazione di altre professioni come l'agronomo, il perito agrario, il tecnologo alimentare».


La premiazione della categoria fruttato leggero Azienda agricola Marino Maurizio di Ferla (Sr)

In chiusura, la proclamazione dei vincitori del concorso: «In quest'edizione - spiega Alberto Grimelli (nella foto sopra a sinistra), coordinatore del Concorso - abbiamo avuto 250 oli, di cui 45 dall'estero, tutti sono stati resi anonimi, sono stati preselezionati da un panel professionale. Durante Olio Capitale i 5 finalisti per categoria sono stati degustati da tre giurie e si è giunti così al verdetto finale su cui ha pesato per il 30% il giudizio dei ristoratori, per il 30% quello dei consumatori e per il 40% degli assaggiatori».

I vincitori della 6ª edizione del Concorso Olio Capitale

Categoria Fruttato leggero
Azienda agricola Marino Maurizio
Principe - Ferla (Sr)

Categoria Fruttato medio
Azienda agricola biologica Titone
Dop Valli Trapanasi - Trapani

Categoria Fruttato intenso
Oleificio Lo Conte
Convivio - Monocultivar Ravece - Ariano Irpino (Av)


Menzioni d'onore

Giuria Popolare
Azienda agricola Librandi Pasquale
Monocultivar Nocellara del Belice - Vaccarizzo Albanese (Cs)

Giuria ristoratori
Oleificio Lo Conte
Convivio - Monocultivar Ravece - Ariano Irpino (Av)

Giuria assaggiatori
Società agricola Oliocru
Ca' Bianca Oleum - Arco (Tn)


Il giro d'Italia dell'olio

PUGLIA
La Puglia, con i suoi quasi 400mila ettari olivetati, rappresenta la più importante regione olivicola italiana. Sono qui attivi più di 1000 frantoi che si stima produrranno 166mila tonnellate d'olio d'oliva nel corso di questa campagna olearia, un incremento del 3% rispetto al 2010, quando aveva prodotto 161mila tonnellate. La Puglia olivicola si può sommariamente dividere in tre macroareali. Vi è la provincia di Foggia e il Gargano dove le cultivar prevalenti sono Peranzana e Ogliarola. Vi è poi il barese e la provincia di Barletta, Andria, Trani dove dominano Coratina e Cima di Bitonto. Infine, sul tacco dello stivale, troviamo il Salento dove sono rinomate le varietà Ogliarola leccese e Cellina di Nardò. La Puglia vanta cinque denominazioni di origine protetta (Dop): Terra di Bari, Dauno, Collina di Brindisi, Terra d'Otranto e Terre Tarantine. Fra queste la Dop Terra di Bari rappresenta la denominazione più importante in ambito regionale, la seconda in Italia per produzione, fatturato nazionale al consumo e valore delle esportazioni.

CALABRIA
La Calabria è la seconda regione olivicola italiana per produzione e vanta un consistente patrimonio varietale. Tra le cultivar più interessanti e rappresentative del territorio calabro ricordiamo la Carolea, la Dolce di Rossano, la Roggianella, la Grossa di Gerace, la Sinopolese e la Ottobratica. Si tratta spesso di piante dal forte vigore, tanto che i 190mila ettari olivetati vengono spesso dipinti come foreste d'olivi. Nella campagna 2011/12 la Calabria si stima abbia prodotto 161mila tonnellate d'olio d'oliva, in crescita rispetto alle 158mila dell'annata precedente. La storia della coltivazione dell'ulivo in Calabria risale probabilmente al VII secolo a.C. Furono i Greci a iniziare la coltivazione ma fu sotto l'impero romano che l'olivicoltura divenne coltura principe del territorio calabro, tanto che le monete coniate a Crotone raffiguravano proprio l'albero dell'olivo. Tre le denominazioni d'origine protetta in Calabria: Bruzio, Lametia e Alto Crotonese.

SICILIA
La storia olivicola siciliana ha origine durante il periodo fenicio, dal IV all'VIII Secolo a. C. Le tre aree dove maggiormente si concentra la coltivazione dell'olivo è la Sicilia orientale, che da Messina lambisce l'Etna e i Monti Nebrodi dove dominano l'Ogliarola messinese e la Santagatese. Scendendo verso sud abbiamo la regione dei Monti Iblei, a cavallo tra le province di Catania, Ragusa e Siracusa, dove spicca la Tonda Iblea accompagnate dalla Nocellara etnea e dalla Moresca. Dobbiamo poi spingerci nella Valle del Belice, quindi in territorio agrigentino, per trovare la Nocellara del Belice e la Cerasuola. Spostandoci infine della Sicilia occidentale abbiamo la Giarraffa e la Biancolilla, cultivar simbolo dell'isola di Pantelleria. Poco più di 500 i frantoi attivi sulla maggiore delle isole italiane per una produzione di circa 50mila tonnellate d'olio all'anno. L'oliveto siciliano si estende per lo più in collina e in montagna, su un'area di 150mila ettari. Le Dop presenti sono: Monti Iblei, Val di Mazara, Monte Etna, Valdemone, Valle del Belice e Valli Trapanesi.


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