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Il segreto della Vernaccia? Nel Dna Ora il vino sarà anche tracciabile

Grande appuntamento col Consorzio di tutela della denominazione San Gimignano a Vinitaly. In questa occasione verrà infatti presentata la seconda fase dello studio partito nel 2010 che aveva consentito di individuare lo standard genotipico del vitigno Vernaccia: ora il vino sarà tracciabile

 
20 marzo 2012 | 18:33

Il segreto della Vernaccia? Nel Dna Ora il vino sarà anche tracciabile

Grande appuntamento col Consorzio di tutela della denominazione San Gimignano a Vinitaly. In questa occasione verrà infatti presentata la seconda fase dello studio partito nel 2010 che aveva consentito di individuare lo standard genotipico del vitigno Vernaccia: ora il vino sarà tracciabile

20 marzo 2012 | 18:33
 

A un anno esatto dalla presentazione del Dna della Vernaccia, il Consorzio della denominazione San Gimignano presenta al Vinitaly la seconda fase dello studio: la tracciabilità molecolare del vino Vernaccia di San Gimignano.

L'intero progetto è iniziato nel 2010 in collaborazione con la provincia di Siena e Sergè, azienda spin-off dell'Università di Siena: la prima fase, conclusasi nel marzo 2011, ha portato all'individuazione dello standard genotipico del vitigno Vernaccia.

Partendo da questo, Sergè ha messo a punto le procedure analitiche per l'estrazione del Dna dal vino finito iniziando dalle Vernacce in purezza, per allargare poi l'analisi a quelle in uvaggio con altri vitigni a bacca bianca non aromatici, che come prevede il disciplinare di produzione non possono superare il 15% complessivo, ad eccezione del Sauvignon e del Riesling che possono concorrere per un massimo del 10%.

Oltre a questo, il disciplinare vieta espressamente l'uso di Traminer, Müller Turgau, Moscato Bianco, Malvasia di Candia, Malvasia Istriana e Incrocio Bruni 54. Lo studio, definito pionieristico dagli stessi ricercatori, sta dando risultati positivi che incoraggiano a proseguire la ricerca; i vini fino ad oggi analizzati per mettere a punto le procedure analitiche evidenziano tutti coerenza genetica con il vitigno Vernaccia di San Gimignano, escludono l'utilizzo di quelli non ammessi dal disciplinare ed individuano i vitigni ammessi, anche se al momento non è possibile stabilire con certezza le loro percentuali in rapporto alla Vernaccia di San Gimignano.

Di questo parlerà Rita Vignani, del team di Sergè che ha condotto lo studio, nel corso della conferenza stampa che si terrà al Vinitaly presso lo stand del Consorzio della denominazione San Gimignano (padiglione 8, C14) martedì 26 marzo alle ore 11.30, a cui parteciperanno anche l'assessore all'Agricoltura della provincia di Siena, Anna Maria Betti, Paolo Bucelli, dirigente dell'ufficio agricoltura della provincia di Siena, e Letizia Cesani, presidente del consorzio, che commenta: «Il nostro Consorzio è orgoglioso prima di tutto di avere contribuito con questo studio alla salvaguardia del vitigno Vernaccia di San Gimignano, così raro e antico ma paradossalmente mai analizzato dal punto di vista genetico, così da poterlo tramandare ai nostri posteri».

«I risultati della ricerca - dice - saranno divulgati e approfonditi nel corso di un Convegno che organizzeremo a San Gimignano nel prossimo mese di maggio, occasione per festeggiare anche i primi quaranta anni di vita del Consorzio della denominazione San Gimignano, fondato nel 1972. Dopo di che, inizierà la terza fase del progetto, quella che riguarda le possibili applicazioni pratiche dello studio, che il Consorzio valuterà insieme al corpo sociale. Le prospettive sono molteplici, a cominciare dall'analisi delle barbatelle di Vernaccia di San Gimignano per i nuovi impianti: come è nel nostro stile ormai consolidato, inizierà una nuova fase di confronto e crescita».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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