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Olio d'oliva italiano contraffatto I prezzi del vero crollano del 30%

L’Italia è il primo importatore mondiale di olio, nonostante la grande produzione. La Puglia è in prima fila, ma deve fare i conti con la concorrenza sleale di oli miscelati con etichette ingannevoli. I Nas hanno sequestrato 7.500 litri di prodotto contraffatto tra Toscana, Emilia Romagna e Lazio

11 giugno 2012 | 11:01
Olio d'oliva italiano contraffatto I prezzi del vero crollano del 30%
Olio d'oliva italiano contraffatto I prezzi del vero crollano del 30%

Olio d'oliva italiano contraffatto I prezzi del vero crollano del 30%

L’Italia è il primo importatore mondiale di olio, nonostante la grande produzione. La Puglia è in prima fila, ma deve fare i conti con la concorrenza sleale di oli miscelati con etichette ingannevoli. I Nas hanno sequestrato 7.500 litri di prodotto contraffatto tra Toscana, Emilia Romagna e Lazio

11 giugno 2012 | 11:01
 



Crolla del 30% il prezzo pagato agli agricoltori per il vero olio d'oliva. La colpa è anche delle frodi, che danneggiano il settore e colpiscono produttori e consumatori. Lo dimostra l'operazione dei carabinieri dei Nas che hanno scoperto un traffico di circa 2.500 litri di olio extra vergine di oliva contraffatto da parte di un'organizzazione operante tra Toscana, Emilia Romagna e Lazio, che reperiva anche in ambito internazionale (Spagna e Maghreb) le materie prime per la sofisticazione degli oli (clorofilla e betacarotene) per poi cederle ad oleifici compiacenti per la successiva adulterazione e distribuzione ad attività di ristorazione o per il commercio "porta a porta". Sequestrati anche 5mila litri di olio contraffatto contenuti in silos, e circa 73 kg di clorofilla e 4 barattoli di betacarotene sufficienti per camuffare un'ingente quantità di olio di semi o di scarsa qualità facendolo sembrare olio di altissimo pregio, oltre a varie attrezzature e documentazioni. Il valore complessivo dell'olio sequestrato ammonta ad oltre 500mila euro. L'ingente quantità di sostanze per l'adulterazione, se non fosse stata sequestrata dai Nas, avrebbe consentito di immettere nel circuito commerciale circa 500mila litri di olio extravergine di oliva contraffatto.

17 le persone indagate e 6 le aziende coinvolte, sulle quali le forze dell'ordine indagavano dal 2011. Quindici persone indagate e 4 aziende si trovano in Toscana, nelle province di Pistoia, Lucca e Siena. Un oleificio in provincia di Roma è stato posto sotto sequestro preventivo, e i sigilli potrebbero scattare anche per un oleificio di Lucca. Non sono coinvolti marchi conosciuti, fanno sapere i Nas. Agli indagati è stato contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio consistente nell'adulterazione e contraffazione di olio extravergine di oliva. Al vaglio degli inquirenti la posizione dei ristoratori che avrebbero acquistato l'olio senza preoccuparsi di verificarne la tracciabilità. L'operazione è stata eseguita dai carabinieri del Nas di Firenze e della Sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri di Pistoia, coadiuvati da militari dei Comandi provinciali nonché da personale dell'Istituto controllo qualità repressione frodi del ministero delle Politiche agricole e forestali, su delega della Procura di Pistoia.

«L'operazione dei Nas dei Carabinieri - ha sostenuto Sergio Marini, presidente Coldiretti - svela il 'mistero” delle tante anomalie che si trovano sul mercato dove occorre diffidare da quegli oli che sono venduti a prezzi che non riescono a coprire neanche i costi di raccolta delle olive».

Per incoraggiare la lotta alle frodi e alle sofisticazioni il presidente della Coldiretti, il comandante dei Nas, il generale di brigata Cosimo Piccinno e autorevoli esponenti istituzionali presenteranno la legge 'salva olio Made in Italy”. Lo faranno a Foggia, in Puglia, dove si produce la maggiore quantità di olio extravergine di oliva del Paese, più precisamente presso il centro congressi dell'Ente Fiere di Foggia, al convegno 'Qualità e trasparenza nell'olio di oliva: una grande opportunità per l'economia del sud”.

«I prezzi pagati ai produttori agricoli crollano per effetto della concorrenza sleale provocata dagli inganni e contraffazioni nonostante - ha sostenuto Marini - i consumi di extravergine delle famiglie siano aumentati del 4,2% nel 2012 e la produzione nazionale si è ridotta addirittura del 6% nell'ultima raccolta. L'arrivo di olio di oliva straniero in Italia ha raggiunto il massimo storico di 584mila tonnellate e ha superato la produzione nazionale, in calo nel 2011 a 483mila tonnellate. ll risultato del sorpasso è che oggi la maggioranza delle bottiglie di olio proviene da olive straniere senza che questo sia sempre chiaro ai consumatori ma si assiste anche ad una forte riduzione della qualità dell'olio in vendita, oltre che a una pericolosa proliferazione di truffe e inganni».

L'Italia è il primo importatore mondiale di olio che per il 74% viene dalla Spagna, il 15% dalla Grecia e il 7% dalla Tunisia, proprio i Paesi coinvolti dalla truffa scoperta dai Nas. E forse non è un caso che secondo una analisi Coldiretti/Eurispes il 19,1% dell'olio extracomunitario importato in Italia nel 2010 è stato destinato alla provincia di Lucca.

Nel 2011 si è verificato un ulteriore aumento del 3% nelle importazioni di olio di oliva dall'estero che sono quasi triplicate negli ultimi 20 anni (+163%), sommergendo di fatto la produzione nazionale, che sarebbe peraltro quasi sufficiente a coprire i consumi nazionali.

Gli oli di oliva importati in Italia vengono infatti mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all'estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri dove sono state esportate 364mila tonnellate nel 2011.

Sotto accusa è anche la mancanza di trasparenza visto che quattro bottiglie di olio extravergine su cinque in vendita in Italia contengono miscele di diversa origine, per le quali è praticamente illeggibile la provenienza delle olive impiegate, secondo una indagine della Coldiretti. E questo nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte 'miscele di oli di oliva comunitari”, 'miscele di oli di oliva non comunitari” o 'miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell'olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull'etichetta che la rende difficilmente visibile.

Inoltre spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all'italianità fortemente ingannevoli. I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.

«Per questo è importante - ha concluso Marini - la proposta di legge 'salva olio Made in Italy” sottoscritta da numerosi parlamentari e che vede come primi firmatari la senatrice Colomba Mongiello (Pd) e il senatore Paolo Scarpa Buora (Pdl), a dimostrazione di un vasto consenso che ci si augura conduca ad un iter rapido».
 
L'attacco all'olio italiano secondo la Coldiretti mette a rischio un patrimonio ambientale con oltre 250 milioni di piante sul territorio nazionale che garantiscono un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative all'anno e un fatturato di 2 miliardi di euro. La produzione nazionale si concentra in Puglia (35%), Calabria (33%), Sicilia (8%), Campania (6%), Abruzzo (4%), Lazio (4%), Toscana (3%) e Umbria (2%). Sono 43 gli oli italiani a denominazione di origine riconosciuti dall'Unione Europea.

Nuove tecniche

Un modello di valutazione della qualita' dell'olio extravergine di oliva per evitare truffe. Lo hanno ideato i ricercatori di Universidad de Cordoba ed e' basato sulla tecnica della spettrometria a mobilita' ionica (EMI). L'attuale valutazione per la qualificazione 'extra' dipende da parametri sensoriali basati su un panel di assaggio.

Finora non esisteva una tecnica analitica per confermare i risultati di queste analisi organolettiche, mancanza che ha generato diversi problemi nel settore produttivo - come confermato dall'operazione dei carabinieri dei Nas - ma oggi l'Emi può garantire efficacemente che l'olio analizzato soddisfi i requisiti per essere considerato e commercializzato come 'extra vergine'.

La tecnica si presenta come sistema di screening facilmente utilizzabile dagli operatori, che permette l'analisi rapida e semplice di campioni. Guardando le percentuali ottenute, sia di classificazione (97%) sia di previsione (87%), il team di Miguel Valcarcel Cases, professore di Chimica Analitica dell'ateneo spagnolo, assicura che «la Emi ha buone attitudini per lo studio della qualità dell'olio per evitare le frodi che danneggiano il comparto». L'obiettivo dei ricercatori è trovare una tecnica per affinare entrambi i parametri e raggiungere il 100% di sicurezza.
 

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13/06/2012 10:09:00
1) DEvono partire le indagini della GdF quando una bottiglia di olio costa meno di 7 euro...
1) Concordo pienamente con quanto scritto in questo articolo ed è ora che le autorità statali e regionali, la GdF, i Nas e tutti gli organismi che ne hanno titolo intervengano. Si cominci a esaminare le bottiglie esposte nei supermercati e si proceda contro le aziende reticenti nelle informazioni di legge. L'olio extravergine non può costare euro 2,90. Quando costa meno di 7-8 euro deve partire l'indagine.
Si deve assolutamente fare piazza pulita dei falsari, dei sofisticatori, degli imbroglioni che rovinano l'economia agroalimentare italiana (non solo l'olio extravergine d'oliva). Vorrei sentire forte la voce del Ministero, degli Assessori regionali e dell'Unione Europea: voce e provvedimenti. E' sperabile che si intervenga con più forza e con provvedimenti capaci di costringere i sofisticatori a smettere?




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