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Turismo dei prodotti tipici L'enogastronomia fa marketing

Sempre più turisti, sia italiani sia stranieri, legano il viaggio anche al gusto. I prodotti tipici stanno assumendo sempre più il ruolo di traino per lo sviluppo di un modo di viaggiare basato sull'integrazione tra risorse ambientali, paesaggio, arte e tradizioni enogastronomiche locali

di Angelo Lo Rizzo
 
24 settembre 2012 | 15:09

Turismo dei prodotti tipici L'enogastronomia fa marketing

Sempre più turisti, sia italiani sia stranieri, legano il viaggio anche al gusto. I prodotti tipici stanno assumendo sempre più il ruolo di traino per lo sviluppo di un modo di viaggiare basato sull'integrazione tra risorse ambientali, paesaggio, arte e tradizioni enogastronomiche locali

di Angelo Lo Rizzo
24 settembre 2012 | 15:09
 

Esistono tanti tipi di turismo: da quello delle città d'arte a quello termale, da quello balneare a quello montano, da quello scolastico a quello sportivo e si potrebbe continuare ancora. Ma da qualche tempo si sta facendo strada un altro tipo di turismo quello che all'Accademia delle 5 T hanno chiamato il 'turismo dei prodotti tipici”. Gli italiani, ma anche i turisti stranieri,stanno sempre più indirizzando la loro domanda verso questa forma di turismo. I prodotti tipici stanno assumendo sempre più il ruolo di traino per lo sviluppo di un modo di viaggiare basato sull'integrazione tra risorse ambientali, bellezze paesaggistiche, arte e tradizioni enogastronomiche locali.

Non è un caso che l'Accademia delle 5T, un movimento culturale che pone alla base della sua esistenza le 5T, ossia territorio, tipicità, tradizione, tracciabilità e trasparenza, abbia scelto San Ginesio, incantevole borgo in provincia di Macerata nelle Marche, una terra dove quasi grazie ad una magica alchimia il ritmo vorticoso della vita si distende per tornare ad assecondare quello naturale delle stagioni e dell'uomo, per un incontro sul tema 'Marketing dell'enogastronomia territoriale” in esecuzione del 1° progetto europeo della mobilità transnazionale nell'ambito dell'istruzione e della formazione professionale.

E per questo motivo sono stati coinvolti gli Istituti alberghieri, non solo nazionali ma anche stranieri. In particolare all'incontro hanno partecipato Istituti alberghieri della Liguria, delle Marche, del Piemonte, della Sardegna, della Sicilia, del Veneto mentre dall'estero erano presenti rappresentanti del Belgio, di Cipro, della Germania, di Malta e della Turchia.
 
Ha affermato Astrid Donadini, coordinatore del progetto che «da componente trasversale a ogni tipologia di turismo, l'enogastronomia oggi può assumere un ruolo importante nel marketing per lo sviluppo sostenibile del territorio, se si promuovono attività di ristorazione e di accoglienza turistica in un rapporto di interdipendenza tra la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali e la dimensione economica, sociale ed istituzionale del territorio, al fine di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni evitando di compromettere le capacità delle future di soddisfare i propri. Data l'importanza del ruolo che riveste l'istituzione scolastica nel suo rapporto scuola/lavoro/sviluppo sostenibile, con il progetto si vuole dare ai docenti una possibilità di informazione/formazione che possa avere una ricaduta concreta in termini di attualizzazione dei contenuti didattici».

All'incontro ha attivamente collaborato la Comunità Montana dei Monti Azzurri, presieduta da quel vulcanico personaggio che è Giampiero Feliciotti, che ha colto l'occasione per far conoscere al pubblico ed alla stampa le peculiarità della nuova Doc San Ginesio Spumante, andata a regime ormai da un paio d'anni.

Un ottimo vino che si affianca a quella Vernaccia di Serrapetrona, altra località non molto lontano da San Ginesio, un vino che si produce sia nella versione secca che in quella dolce, preparata per l'85% di uva omonima ed il 35% con uve a bacca rossa come il Montepulciano, il Ciliegiolo oppure il Sangiovese. L'eccellenza di questo spumante rosso naturale deriva dal fatto che buona parte delle uve (circa il 40%) viene messa ad essiccare su graticci prima di essere spremuta. Un vino raro, molto apprezzato, perla dell'enologia marchigiana.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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