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Una macro-Doc “Lombardia” per conquistare tutto il mondo

Franco Plebani, titolare con il fratello Marco dell’azienda Il Calepino, propone di creare una denominazione “Lombardia” per i vini lombardi: questo significherebbe pubblicizzare una macrozona ben nota a livello mondiale

 
13 gennaio 2013 | 14:44

Una macro-Doc “Lombardia” per conquistare tutto il mondo

Franco Plebani, titolare con il fratello Marco dell’azienda Il Calepino, propone di creare una denominazione “Lombardia” per i vini lombardi: questo significherebbe pubblicizzare una macrozona ben nota a livello mondiale

13 gennaio 2013 | 14:44
 

«Sono anni che insisto, lo abbiamo deciso anche nel consiglio direttivo del Consorzio Valcalepio ma finora sembra che passi avanti non se ne fanno, anche e soprattutto per la cecità di qualche altro consorzio lombardo». Parla Franco Plebani (nella foto, a destra), titolare con il fratello Marco (nella foto, a sinistra) dell'azienda vitivinicola "Il Calepino”, dal 1978 produttori di vini fermi e di spumante metodo Classico a Castelli Calepio (Bg), sulle rive del fiume Oglio.

Marco e Franco Plebani

«Quello che voglio sostenere - continua - è, secondo me, la necessità di allargare ad aree più vaste la denominazione dei vini e di conseguenza anche la promozione e la comunicazione. Contrariamente a quanto succede in altre parti del mondo, ad esempio in Francia e Spagna, dove viene pubblicizzato un intero territorio o un nome unico (vedi Champagne, Cava o Bordeaux), qui da noi si va avanti con le forze di ogni singolo produttore o piccole microzone. Ma come possiamo presentarci al mondo pubblicizzando Castelli Calepio piuttosto che Capriolo o Valcalepio o Garda Classico? Sempre secondo il mio parere, occorre creare macrozone e, nel nostro caso, vedrei un'ottima scelta nell'adottare la dizione "Lombardia”: siamo conosciuti nel mondo come la regione più virtuosa ed economicamente importante dell'Italia».

Siete stati presenti recentemente a Golosaria Milano, dove il vostro vino è stato tra i Top Hundred scelti da Paolo Massobrio. E avete notato…
Abbiamo notato che intelligentemente Massobrio ha evidenziato in ogni comunicazione la regione di appartenenza del produttore. Sotto il nome del produttore Il Calepino non c'era Castelli Calepio o Valcalepio c'era Lombardia e il consumatore veniva ad assaggiare un vino lombardo. Così come poteva assaggiare un vino toscano o veneto. Ricollegandomi al mio discorso iniziale, occorre identificare il prodotto con un nome importante come Lombardia.

Qualche regione lo ha già fatto…
Sì, infatti c'è il Sicilia Igt o il Piemonte Doc o il Valle d'Aosta Doc. In una comunicazione mondiale, occorre che le aziende e le zone si identifichino in una parola sola, in una macrozona, dentro la quale poi si passerà a illustrare le sottozone, ma il primo impatto del consumatore mondiale deve essere con una zona allargata ben identificabile da tutti.

Voi producete soprattutto spumante metodo Classico. Vi sentite intimoriti di fronte ai cugini di Franciacorta?
I produttori di Franciacorta vanno rispettati per quello che hanno saputo fare, noi abbiamo i vigneti confinanti, rappresentiamo solo noi stessi e siamo riconosciuti per l'elevato livello qualitativo dei nostri spumanti che produciamo dal lontano 1978. Penso che il mio discorso prenda forza e valenza soprattutto nel caso dei vini spumanti: unire le forze di tutti i produttori per avere sul mercato un elevato numero di bottiglie di alta qualità. Ed ecco allora che con la proposta di creare il marchio "Lombardia Spumanti”, potremmo aspirare a diventare la "Champagne Italiana”. Avere un denominatore comune non significa rinunciare alle singole identità del Franciacorta, dell'Oltrepò, del coming-soon Colleoni. Forse sarò un visionario ma penso che mai come in questo momento la formula vincente sia l'unione che fa la forza e anche la comunicazione più efficace.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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